Btv è il nuovo progetto italiano di user generated content che punta a creare una TV online aperta e dinamica. A lanciare il guanto di sfida i due direttori Bea e Bruno, chiamati a raccogliere il maggior numero possibile di utenti per trasformarli in Official Reporter di Btv. Videocamere o videofonini poco importa, tutti i contributi sono ben accetti e trovano spazio nella nuova televisione online.
Tecnicamente il progetto ricorda pari pari i vari Youtube, Metacafè & co: iscrizione e registrazione gratuita, upload e pubblicazione. Non è prevista però alcuna ricompensa per i contributi di video, a differenza delle ultime tendenze riferite al video online già analizzate da Ninjamarketing.
Niente revenues pubblicitarie o percentuali sul numero di views accumulate.
Un punto debole questo?
Certamente no: gli obiettivi sembrano altri. È lecito pensare infatti che Btv non nasca per confrontarsi con i titani dei video UGC ma, piuttosto, con scopi alternativi. La presenza evidente di uno sponsor abbinato alla natura di sfida contro il tempo (365 giorni in tutto e sul sito potete vedere il conto alla rovescia che corre) fanno pensare ad un'iniziativa di marketing non-convenzionale. Qui viral ci cova!
Con questo non stiamo denigrando Btv, anzi ne stiamo apprezzando il concept e la creazione. La raccolta di video - e quindi di utenti, attenzione, visibilità - abbinata al senso d'attesa per il destino del progetto - Come andrà? Sopravviverà? Vincerà la sfida? - sembrano elementi costruiti ad hoc per creare passaparola e presenza mediatica.
Come evolverà Btv?
Gli scenari sono diversi e dipendono dalle voci "raccolta video" e "presenza mediatica", con una preponderanza della seconda. Tradotto significa che, almeno a mio umile avviso, il numero dei video Btv potrà anche non essere eccezionale, l'importante è che il progetto sia conosciuto e riconosciuto, insomma, che il buzz funzioni.
A questo punto che dire, ci rivediamo tra un anno per vedere cosa succederà allo scadere del countdown.
PS: A me la corsa contro il tempo ricorda vagamente la campagna 500 Wants You, a voi no?
Articolo originale di Nicola Ferrari