Un pomeriggio di giugno mentre vagavo per la rete in cerca di qualcosa di interessante su cui scrivere un articolo (questa è la versione ufficiale) mi sono imbattuto in tones.wolfram.com.
Non mi fa molto onore forse, ma non avevo la minima idea di chi fosse Wolfram, anche se a dire il vero pensai che uno con un nome così doveva essere sicuramente un tipo importante.
Già me lo immaginavo come un nuovo genio della musica elettronica, una specie di Mozart ad 8 bit e dentro di me sapevo di averlo già sentito nominare.
I miei sospetti non erano sbagliati, mi documentai e scoprii che di Stephen Wolfram ne aveva già parlato su questo stesso blog il mio collega, nonché caro amico, Kawabonga nel suo articolo sul nuovo motore di ricerca WolframAlpha.
Ciò che avevo sbagliato però era l’attività del nostro Stephen, non era un genio della musica elettronica bensì un matematico, e anche uno dei più importanti forse.
Ora, un po’ per pigrizia, un po’ per assoluta ignoranza di tutto ciò che riguarda matematica e fisica, vi risparmio di descrivere con minuzia tutte le ricerche che ha svolto e continua a svolgere il professor Wolfram, sono solo in grado di dirvi che è noto per essere il fondatore di Wolfram Research Inc. ed è uno dei principali ispiratori e sviluppatori dell'ambiente di calcolo Mathematica, un potente linguaggio di programmazione interpretato disponibile per molte piattaforme tra cui Linux, Windows e MacOS.
Il salto dalla matematica alla musica è breve, o almeno credo, visto che Wolfram Tones si serve proprio degli algoritmi di risoluzione di Mathematica per generare composizioni musicali in formato midi sempre del tutto originali. Quindi ogni volta che si smanetta sul sito si ricaveranno sempre tracce diverse e starà all’utente aggiungere e modificare i diversi parametri della composizione.
Una volta giunti sul pannello di creazione dunque si potrà scegliere il genere musicale (jazz, rock, dance, etc) e cambiare successivamente durata, strumenti, tonalità, velocità e molto altro, sarà anche possibile decidere, ad esempio, quali ruoli assegnare agli strumenti scelti.
Ultimata la composizione si avrà modo di scaricarla e utilizzarla in tutti i modi che ci vengono in mente: come colonna sonora del gioco che stiamo sviluppando, come parte di una compilation per il nostro dj set durante il party a tema videogames anni ’80 o molto più semplicemente come suoneria del cellulare.
A questo punto mi immagino il professor Stephen nelle pause tra un integrale ed un algoritmo che indossa le sue belle cuffie da Dj e compone pezzi ad 8 bit con Wolfram Tones.
Magari fra un po’ aprirà anche i concerti dei Kraftwerk… ed io che ho sempre odiato la matematica!