Sere fa, ho seguito su Current Tv un documentario sui viaggi low cost e subito la mia attenzione è ricaduta sull’intervista ad un CouchSurfer. Curiosa, ho cercato in rete maggiori informazioni scoprendo che il couchsurfing poteva essere un modo fantastico per scroccare una bella vacanza. In periodo di crisi…
Con entusiasmo e in compagnia di Neko, ho incontrato Fabio che da qualche anno è, per l’appunto, CouchSurfer. Presta, alle volte, il suo divano a sconosciuti vagabondi della rete che amano viaggiare e scoprire i segreti della città in cui vive: la bella Amsterdam.
L’incontro con Fabio mi ha subito fatto capire che i miei sogni di vacanze aggratis erano sfumati…eh si! Viaggiare low cost? Per niente! Couchsurfing significa letteralmente saltare, surfare da un divano all’altro. E lo scopo è ben preciso: non di viaggiare a basso costo, ma di “costruire una rete internazionale di persone e luoghi, di creare scambi educativi, di aumentare la consapevolezza collettiva, di diffondere la tolleranza, e di facilitare la comprensione culturale." Bella missione, no?
In effetti davanti ad un buon e fresco Mojito, Fabio mi ha fatto capire qual è la vera essenza del cavalcare i divani altrui! Pensateci tutti: cosa c’è di più appagante se non un bel viaggio? Sarà capitato ad ognuno di voi di visitare luoghi grazie a immagini trovate in rete o a documentari televisivi. E molte volte, ahimè, ci si è fermati al vedere e non allo scoprire cosa c’è da guardare, da scovare, da percepire, da sentire sulla Terra. Viaggiare è cultura ed arricchimento personale. Ed è personale il viaggio, fisico e mentale, che si compie nello scambio che avviene quando siamo fuori da casa nostra. Lo scambio, per i couchsurfer, è la parola chiave. Alla base della loro filosofia c’è un’importante verità: i luoghi in cui viaggiamo, le persone che incontriamo, sono ricchi serbatoi di informazioni e di sapere. E’ bello conoscere e apprendere ciò che le nostre culture non comprendono, vivere situazioni che non si sarebbero mai vissute, conoscere persone che non si sarebbero mai incontrate. Tutti hanno da raccontare una storia, e tanti avrebbero voglia di ascoltarla. Evviva la condivisione di esperienze!
Fabio è molto chiaro e preciso. Couchsurfing è organizzato e strutturato in modo esemplare. Ogni membro iscritto, ovviamente, ha un suo personale approccio alla filosofia comune, che viene descritto nella scheda di presentazione. E’ impossibile tracciare una mappa delle tipicità d’approccio, mi spiega Fabio. Quando qualcuno chiede a lui ospitalità, ad esempio, lo fa dopo aver consultato il suo Google Calendar, che mette a disposizione agli utenti che hanno trovato affine il suo profilo con le loro esigenze. Ogni padrone di casa ha infatti le proprie leggi interne, ed è per questo che Fabio ci tiene a spiegarmi che è pratica comune, quella di incontrarsi per un caffè, prima di ospitare sconosciuti in casa. Insomma, un modo per verificare il livello di feeling reciproco!
Ok, ci siamo, mi sembra giusto. Ma a questo punto nella mia testa ronza una domanda. Che faccio se io, ragazza con zaino in spalla, contatto Fabio, arrivo ad Amsterdam, prendo un caffè con lui e mi sento dire “senti, non mi stai particolarmente simpatica, quindi…trovati un altro divano”? La risposta? Mi trovo un altro divano! Fabio chiarisce i miei dubbi. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti, di solito, i couchsurfer, possono inviare più di una richiesta di disponibilità. Se si ha la possibilità di conoscere persone interessanti che non avresti mai incontrato, perché sprecare il proprio tempo con chi non è scattato, a primo caffè, questo meccanismo di interesse? Perfetto! Patti chiari e amicizia lunga, no? Molti, invece, prestano anche il loro tempo libero. Pensateci un attimo. Chi può conoscere i luoghi più caratteristici e belli di una città se non chi li vive da vicino?
Sul sito CouchSurfing tutti gli iscritti condividono questa filosofia, che è la stessa, poi, di Hospitality Club. L’ospitalità, lo scambio culturale e di esperienze, la fiducia sono alla base delle due piattaforme in questione, che hanno un’unica differenza: couchsurfing.org è un vero e proprio social network. Come Facebook, ad esempio, consente di far parte di gruppi che di solito sono divisi, oltre che per interessi, per città. Grazie alle chat, ai forum, ai meeting, conoscersi e incontrarsi, condividendo le proprie esperienze scambiandosi consigli, diventa molto più semplice. E’ così che la struttura e l’organizzazione si mantiene in costante evoluzione.
Un altro dato interessante è relativo a chi si lancia in questa particolare esperienza di vita. Immaginavo ci fosse un forte divario tra uomini e donne, e invece mi sbagliavo. La differenza qui, più che di sesso e di età, è culturale. Facilissimo veder partire una ragazza olandese da sola ma rarissimo una italiana…e ancora meno se del sud italia! Ed infatti anche la pagina delle statistiche presenti sul sito ne dà conferma. Questo è un dato importante perché è sintomo dell’enorme fiducia che queste persone si danno. Ci si affida totalmente alle parole e ai commenti, positivi e negativi, delle esperienze degli altri. E' il passaparola delle persone a dare credibilità e autenticità a questa esperienza! Ovvio, una donna ha rischi diversi rispetto ad un uomo, sicuramente chi viaggia solo deve saper gestire le situazioni e avere un livello di sicurezza molto forte.
Ma CS offre tantissimi meccanismi di protezione. Oltre al proprio profilo, ci sono i commenti dei friend (gli ospitati) e le reference: importantissimi! Poi c’è l’identificazione. Una volta che ci si registra al sito, a casa verrà inviato un codice di conferma che l’iscritto, in questo modo autenticato con l’indirizzo postale, dovrà inserire sul sito. Terza forma di garanzia è la donazione. CS è un’associazione no profit, ma piccole donazioni a mo’ di volontariato possono servire come prova (la carta di credito) dell’identità di quel tizio con la faccia sorridente profilatosi sul sito. Fondamentale è un altro aspetto che a noi piace particolarmente: il passaparola!! I creatori di CS sono Voucher, cioè il top del top dell’affidabilità. Se un Voucher dice che Caio è persona per bene, allora è fatta! Ma Voucher ci si può anche diventare: a patto che altri tre voucher diano il proprio voto a favore. Ritenetevi fortunati cari amici nominati, è un titolo che non viene dato a tutti!
Questi meccanismi interni, servono a una cosa: a instaurare fiducia. Cs è come un paese in cui ci sono amici, conoscenti, persone. Quando un nuovo abitante entra nella cricca, è normale che si instauri un meccanismo di difesa. Gli abitanti del posto vogliono vivere in armonia ed è per questo che chi ha intenzione di farsi ospitare a fin di scrocco o di acchiappanza non è ben accettato dalla comunità.
CS è uno strumento, è una comunità, è un sistema di relazioni più o meno forti, di rapporti umani e di scambi culturali in cui metti a nudo te stesso e il tuo nido. E vive di passaparola. Il passaparola anche in questo caso dimostra di essere un mezzo efficace e forte perchè tocca quelle dinamiche sociali che più ci sono vicine. Volete vedere il divano consumarsi? Siate ospitali!!
E a voi non è venuta voglia di surfare?