Di recente Nicola Mattina, esperto di comunicazione d'impresa e personalità di spicco nell'ambito della ricerca sui social media (tra le sue numerose attività, è fondatore e coordinatore del think-tank Club dei Media Sociali), ha pubblicato sul suo blog personale una proposta per la realizzazione in Italia di una "Startup School".
L'idea è quella di una struttura, pensata con sede a Roma, che possa fornire agli aspiranti startuppers italiani tutti gli strumenti e le competenze per realizzare la propria internet company. Il programma formativo importa un modello made in Stanford University, prendendo le mosse dagli insegnamenti del guru Steve Blank; la ricetta combina in un mix bilanciato momenti di lezione frontale con attività pratiche sul campo. Fondamentale sarà l'apporto fornito lungo tutta la durata del corso dalla rete di esperti di settore coinvolti nell'iniziativa, che guideranno i partecipanti nel delicato processo che porta dall'idea all'impresa. L'obiettivo finale prevede la realizzazione di un prototipo di prodotto funzionante.
L'impresa "Made in USA"
Startup School prende ispirazione da realtà d'oltreoceano che già vantano un nutrito portfolio di successi come le americane YCombinator e TechStars. Si tratta di programmi di seed stage investment che provvedono in uno o più round annuali ad avviare con un investimento ridotto (di norma intorno a $ 18.000; in cambio viene trattenuta una quota societaria dei finanziati) piccoli gruppi di startup in stadio embrionale. Il passo successivo, vera colonna portante di questa formula, è un training intensivo della durata di tre mesi, durante il quale i team di lavoro possono avvalersi dell'esperienza di esperti e imprenditori, ampliando il proprio network di relazioni lavorative e acquisendo uno know-how dal valore inestimabile. Al termine del trimestre i partecipanti potranno presentare un prototipo funzionante a un pubblico di Venture Capitalist e Angel Investors, e avranno così la possibilità di procacciarsi il capitale per sviluppare il progetto nelle successive fasi di crescita). YCombinator e TechStars hanno all'attivo un portfolio di tutto rispetto, dimostrazione lampante che il sistema dà i suoi frutti; sono loro creature, Dropbox e Posterous per la prima, Graphic.ly e BrightKite per la seconda.
Startup School prevede al momento un impianto diverso per la parte di funding, non erogando di fatto alcun finanziamento (almeno fino a quando qualche investitore o sponsor non vorrà farsi avanti); ciononostante crediamo che la nascita di simili iniziative non possa che avere un effetto benefico nel dare nuovi stimoli a un tessuto imprenditoriale (in particolare, quello giovanile) spesso apatico e afflitto dal clima di sfiducia che caratterizza questi tempi.
Seguiremo con interesse gli sviluppi del progetto, e torneremo sull'argomento non appena ci saranno aggiornamenti.
Nel frattempo, diteci la vostra: quanti di voi sarebbero pronti ad iscriversi alla Startup School?