Come ninja e come cool hunters siamo sempre interessati alle communities ed all'innovazione connessa al digitale.
Per questo siamo costantemente in contatto con gruppi e protagonisti del cambiamento per restituirvi un po' del fervore e delle idee che animano il nostro Web e che, spesso, si traducono in eventi e situazioni concrete.
Oggi dunque vogliamo presentarvi la tribù di Indigeni Digitali: chi sono e com'è nata questa idea?
Ne parliamo con uno dei fondatori, Fabio Lalli.
1) Ciao Fabio, vuoi presentarti al nostro clan?
Ciao a tutti i Ninja prima di tutto. Classe 1977, geek! Da oltre 10 anni mi occupo di ICT. Ho lavorato per diverse aziende dalla consulenza, alla sicurezza ai system integrator e spaziando su progetti eterogenei: ecommerce, erp, crm, business intelligence, info security management e social media. Ho acquisito una buona esperienza nell’analisi, progettazione ed ottimizzazione di processi, sistemi, architetture ed applicativi web e mobile.
Sono appassionato di comunicazione e marketing. Nel tempo libero bloggo, twitto, comunico, telefono, programmo, navigo, cerco, penso e innoveggio.
Ovviamente faccio tutto contemporaneamente. Qualcuno mi definisce startupparo compulsivo.
2) Chi sono gli Indigeni Digitali?
L’indigeno digitale, secondo noi, è colui che vive il digitale in tutti i suoi aspetti: crea le nuove applicazioni, testa e approfondisce le nuove tecnologie, ricerca continuamente nuove soluzioni tecniche, partecipa attivamente alla conversazione in Rete, sperimenta ed applica nuovi strumenti, aiuta chi manifesta interesse per la tecnologia, mette a disposizione degli altri indigeni il proprio know how, le proprie capacità ed il proprio network. E’ pronto al confronto e alla discussione. L’Indigeno Digitale si riconosce nei valori dell’Etica Hacker.
Detto tutto questo chi, tu mi chiederai, in pratica chi sono realmente… Semplice, sono tutti studenti, neo laureati, professionisti, dirigenti, startupper di tutte le età, appassionati di tecnologia e social media.
Secondo me anche tu lo sei… un Ninja Indigeno Digitale :)
3) Com'è nata l'idea di Indigeni Digitali?
Qualche anno fa, assieme ad un ristretto gruppo di amici organizzavo serate nelle quali si discuteva di argomenti più o meno tecnici, semplicemente per il gusto di confrontarci e discutere di tematiche tecnologiche. Insomma una cricca di nerd. Da questi incontri è maturata l’idea che sta alla base del nostro network e che ha preso ufficialmente forma a febbraio del 2010.
Insieme a David (@ingidavidino), Antonio (@zepod), Giuliano (@giuliano84) e altri abbiamo allargato il gruppo e successivamente disegnato il logo ufficiale: un indigeno con due orecchini, 4 penne arancioni.
Le quattro penne sono i valori principali degli indigeni: passione per il digitale, voglia di confrontarsi, saper ascoltare e predisposizione alla condivisione. Il gruppo ha iniziato ad incontrarsi con cadenza regolare sperimentando di volta in volta un format differente dai precedenti: c’è stato l’aperitivo, nel quale non viene definito alcun focus e l’argomento principale è conoscere persone, e l’Ignite, nel quale ciascun presente espone progetti e casi di successo avendo a disposizione unicamente 20 slides da consumare in soli 5 minuti. Per i prossimi proveremo anche altri format: uno di quelli che vorremmo utilizzare e che abbiamo sperimentato con una cerchia ristretta di persone è quello che io ho chiamato MashupDrink, nel quale persone con competenze diverse affrontano temi e tirano fuori ipotesi di progetto e collaborazioni, presentandole agli altri nella stessa serata.
4) Quali sono le vostre attività principali?
Il network è nato con l’obiettivo di confrontarsi e condividere esperienze, casi di successo ed insuccesso, avere un parere tecnico e una soluzione in momenti critici e non, e bersi un bicchiere di vino dopo una giornata di lavoro chiacchierando di bit e byte in modo rilassato. La nostra principale attività è proprio questa: generare un punto di incontro e di confronto tra professionisti e tecnici che vogliono interagire, collaborare e creare opportunità, sia online che offline.
Da questo stanno veramente nascendo delle opportunità, delle startup e per alcuni degli sbocchi lavorativi. Baby20.me, Ibiqi.com sono progetti che stanno nascendo proprio da gruppi di Indigeni che si sono conosciuti durante gli aperitivi.
5) Che sviluppi prevedi nel futuro di indigeni Digitali?
Beh prima di tutto mi auguro che la “filosofia” degli indigeni digitali si diffonda molto più di quello lo è già oggi: c’è bisogno di un bel po’ di sana cultura digitale e partecipazione affinchè ci sia un futuro di innovazione.
Per quanto riguarda gli Indigeni noi ci stiamo muovendo in più direzioni. Prima di tutto abbiamo una nuova organizzazione territoriale e questo ci permetterà di avere dei riferimenti locali in ogni città e che potranno gestire ed intensificare il numero di aperitivi ed incontri. Anzi, colgo l’occasione per fare un primo appello: se pensate di poter attivare un network nella vostra città e volete portare un po’ di filosofia indigena, parliamone! Mi trovate on line.
Stiamo inoltre programmando delle lezioni e alcuni interventi nelle università per entrare in contatto con gli studenti e fare da ponte verso il mercato e le aziende.
Infine ci stiamo muovendo per dare supporto alle startup. Sempre più spesso sentiamo parlare di Venture Capitalist e investitori, che certo sono importanti per una startup, ma noi siamo dell’idea che ai giovani nuovi imprenditori, serva una forte mentorship che li instradi e gli dia metodologie e strumenti per poter migliorare il modo di lavorare. Questo noi possiamo farlo, perché nel network ci sono persone che hanno già fatto imprisa e possono condividere la loro esperienza.
Insomma mi avevi chiesto un'intervista, ma è venuto un mega post! :) Grazie a tutti i Ninja per la disponibilità e lo spazio di questa intervista. A presto, magari facciamo qualcosa insieme no?
Grazie a te Fabio e a tutti gli Indigeni!
E voi ninja cosa ne pensate?