Fanno discutere gli scatti di Terry Richardson per il catalogo e la campagna affissioni di Silvian Heach e la sua collezione P/E 2011. Protagoniste sono due modelle che, a passeggio in Central Park, si mostrano svestite, in pose equivoche ed allusive. Il fotografo è stra-noto per il suo stile eccentrico e trasgressivo, ma colpisce che la scelta sia ricaduta su di lui in un periodo in cui la dignità della donna sembra interessare più che mai.
In seguito alle proteste scatenatesi sul web ed anche nei confronti dei periodici nei quali la campagna è stata inserita, la marketing manager di Silvian Heach - Natascia d'Isa - risponde così: “Secondo noi le critiche nascono da un’interpretazione errata della campagna di comunicazione. Silvian Heach rappresenta un donna decisa, determinata, sicura di sé, che sa osare. Non era intenzione dell’azienda utilizzare il corpo femminile strumentalizzandolo, in quanto non ci si rivolge ad un target maschile, bensì femminile”.
Ora, non ho mai condiviso l'accostamento al marketing della massima per cui "Che si parli di qualcosa, nel bene o nel male, purchè se ne parli".. se mai è stata valida, non credo oggi lo sia più. Quanto è ancora efficace fondare una strategia di comunicazione sul corpo della donna e - se lo è - in che modo è opportuno comunicare?
Che ne pensate degli scatti? (qui il catalogo completo). E soprattutto della risposta dell'azienda?
UPDATE 01/03: Il Comitato di Controllo dell'Istituto di autodisciplina pubblicitaria ha bloccato l'affissione del manifesto pubblicitario Silvian Heach, quello con l'immagine di una donna dal vestito sollevato che lascia scoperto il fondo schiena, in quanto ritenuto in contrasto con gli articoli 'Lealtà della Comunicazione Commerciale', 'Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona' del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Lo ha riferito ieri in una nota il Ministero per le Pari Opportunità. Si tratta del primo caso affrontato e risolto - commenta il ministro Mara Carfagna - dopo l'accordo siglato con l'Istituto di autodisciplina pubblicitaria, la dimostrazione che è possibile intervenire in maniera tempestiva ed efficace a tutela dell'immagine della donna e di coloro, in particolar modo dei minori, che si imbattono in messaggi troppo allusivi e potrebbero rimanerne turbati. (Fonte: Pubblicità Italia)
UPDATE 03/03: Abbiamo raccolto la dichiarazione di Natascia D'Isa, marketing manager Silvian Heach, pochi giorni dopo la decisione di blocco da parte dell'IAP: "E' con grandissimo piacere che comunico l'avvenuta sospensione del provvedimento dell'IAP nei confronti del nostro messaggio pubblicitario in seguito ad opposizione presentata dal nostro legale Avv. Angelo D'Alessandro". Dunque, finché non si risolverà la procedura di opposizione, nulla di fatto. Seguiremo gli sviluppi della vicenda e vi terremo informati!
UPDATE 11/03: Riceviamo e pubblichiamo da parte di Natascia D'Isa il seguente comunicato: "Con la presente, in nome e per conto dell’Arav Fashion S.p.A., interveniamo nuovamente nel dibattito apertosi sulla campagna pubblicitaria in oggetto al fine di aggiornare l’opinione pubblica, visto che i vari media si sono limitati a riportare l’adozione, da parte del Comitato di Controllo dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, dell’ingiunzione di desistenza dell’ulteriore diffusione del cartellone che ritraeva la modella prescelta, omettendo di informare sui successivi sviluppi.
Dopodiché, grande risalto è stato dato alla nota del Ministro delle pari opportunità, On.le Carfagna, che diramava la notizia del divieto di diffusione come prima applicazione in Italia del Codice di Autodisciplina, rappresentandolo come un positivo risultato a tutela delle donne. Stranamente, nessun aggiornamento veniva più fornito, lasciando impressa nei lettori l’idea di un’iniziativa impropria dell’Arav Fashion S.p.A., a dispetto del reale andamento dei fatti che dimostrano esattamente il contrario.
Invero, il provvedimento n. 26/11/ING, con cui il Presidente del Comitato di Controllo aveva ritenuto il messaggio pubblicitario in oggetto contrario agli artt. 1, 10 e 11 del Codice di Autodisciplina Commerciale, con atto del 28.02 u.s. è stato opposto dalla cliente che ha addotto approfondite motivazioni.
Dopodiché, il Comitato di Controllo stesso ha sospeso temporaneamente il divieto di diffusione con nota del 2.03.2011. Indi, con decreto del 9.03.2011, il Presidente del Giurì, ritenuto che l’articolato complessivo dell’opposizione facesse apparire opportuna una pronuncia del Giurì, revocava l’ingiunzione di desistenza e convocava le parti per il 29.03.2011. Appare piuttosto evidente come non informare l’opinione pubblica su questi ultimi fatti rappresenta una non corretta informazione in danno dell’Arav Fashion S.p.A., il cui comportamento di utilizzare foto artistiche nella sua campagna pubblicitaria, allo stato, risulta perfettamente legittimo".