L'open journalism è una delle più significative e rivoluzionarie possibilità introdotte dal web 2.0. Lo sanno bene le grandi testate giornalistiche che si trovano a dover gestire un flusso comunicativo potenzialmente utile quanto dannoso. The Guardian ha scelto di porre l'accento sulla straordinaria ricchezza di questo bacino di voci che è la rete, in grado non solo di partecipare e commentare, ma anche riscrivere notizie e storie. E così la tradizionale fiaba de "I tre porcellini" si trasforma, trasportata idealmente nel mondo dei social media.
I tre maialini vengono arrestati poiché accusati di aver assassinato il lupo cattivo (cuocendolo nella pentola, ovviamente!) che si era introdotto in casa loro. L'opinione pubblica si mobilita, chi a favore, chi contro gli imputati. Post, status, immagini e video aumentano di secondo in secondo, mentre la notizia rimbalza tra carta stampata, social network e blog, all'insegna della convergenza di strumenti e voci che The Guardian vuole celebrare e promuovere.
Fino al colpo di scena: i porcellini, ridotti sul lastrico, hanno effettivamente tentato di complottare contro il lupo per poter guadagnare qualche soldo e salvarsi. Risultato? La folla, trascinata dall'empatia verso gli accusati con i quali condividono le stesse medesime difficoltà, abbracciano la causa anticapitalistica e scendono in piazza contro banche e multinazionali, considerate le vere colpevoli.
The Guardian ha scelto una metafora d'impatto, in grado di comunicare efficacemente con target diversi, potendo contare su una narrazione che fa parte della memoria collettiva di ognuno. E rinnova così l'invito (oltre che a leggere il giornale, ovviamente) a "guardare il quadro intero" delle notizie, storico slogan lanciato in una campagna del 1986.
La campagna è stata ideata dall'agenzia BBH di Londra.