Non era nemmeno iniziata l'estate quando ho beccato in rete l'annuncio del lancio di Google Trekker, lo Street View dedicato ai sentieri naturali, percorribili esclusivamente a piedi.
Come sempre, tanto rumore, come accade per ogni progetto di Google, ancor prima di essere lanciato. Basti pensare ai primi mesi di Google+, ai Google Glass o al dominio .google.
In realtà un progetto simile è già online da febbraio 2012, si chiama Trail Me Up ed è made in Italy.
La piattaforma ha un funzionamento simile a Streetview, ma integra le panoramiche con contenuti di taglio documentaristico in modo da dare informazioni utili all'utente che vuole apprendere qualcosa da ciò che sta visitando virtualmente. Non a caso il motto di Trail Me Up è "Hike, Learn".
La storia di Trail Me Up parte, come tutte le storie tecnologiche, da un garage. I protagonisti di questa storia, però, non sono due universitari statunitensi, ma due ragazzi romagnoli, Fabio Zaffagnini e Gabriele Garavini.
Anticipando il Google Street View Trekker, realizzano un prototipo di acquisizione di immagini a 360° montato in uno zaino. I primi test vengono fatti sul Gran Sasso nell'estate del 2011 e, dopo, volano direttamente negli Stati Uniti a mappare i grandi parchi naturali di Yosemite, Bryce, Zion e Vermilion Cliffs.
Il sistema di acquisizione delle immagini è composto da cinque GoPro sincronizzate, un GPS e un sistema di alimentazione esterno. Tutto ciò è inserito in uno zaino e sorretto da una struttura in alluminio.
Durante il percorso, l’operatore scatta una foto ogni 20-30 metri e registra la posizione dello scatto. In fase di processazione dei dati, le immagini sono georeferenziate ed elaborate in modo da formare panoramiche a 360°.
Il lancio del sito avviene il 25 febbraio 2012 con la pubblicazione del trailview di Yosemite. Ma mostrare la camminata non basta. Il plus di Trail Me Up sono i testi e le tracce audio che spiegano tutte le caratteristiche geologiche del parco.
La componente divulgativa si avvale della collaborazione di John Sclater, ricercatore allo Scripps Research Institute di San Diego, nonché coautore della teoria della tettonica a placche. Il tutto si traduce in una visita guidata virtuale che racchiude le potenzialità di Streetview e Wikipedia. I dati, infatti, sono fruibili in maniera totalmente gratuita e nulla toglie che possano essere utilizzati per finalità didattiche o di ricerca.
Agli Stati Uniti si aggiunge in seguito l'Etiopia e, in questo caso, i ragazzi di Trail Me Up collaborano con il professore di antropologia alla Oxford University, David Turton.
Il progetto inizia a interessare alcuni enti come CEFA, una ONG bolognese e, dopo il recente restyling grafico che rende il sito più fluido e più user friendly, i ragazzi hanno annunciato la prossima pubblicazione di altri nuovi sentieri mappati negli Stati Uniti, in Cappadocia e in Tanzania.
Trail Me Up sta cercando finanziatori esterni attraverso la piattaforma di crowdfunding Eppela. In questo modo chiunque può dare il suo piccolo contributo al progetto.
Chissà se l'Italia potrà vantare in futuro di aver partorito lo streetview più importante nell'ambito dei parchi naturali. Battere Google non sarebbe roba da poco e, nell'eventualità di riuscita dell'impresa, non sarebbero soltanto i due ragazzi romagnoli partiti dal garage di casa a esserne orgogliosi.