È di qualche settimana fa la notizia di una giovane bolognese di 17 anni che, dopo aver vinto un biglietto per assistere a un concerto dei One Direction, è stata insultata direttamente, e non, su Twitter. Alcuni organi di stampa hanno parlato della cosa, ponendo l'accento su come Twitter abbia coagulato e accentuato il risentimento degli altri fan verso la fortunata ragazza, la quale ha lamentato la paura che, dagli insulti e le minacce, si passasse alle vie di fatto.
La presenza su Twitter dei One Direction o di Justin Bieber è abbastanza noto, per chi bazzica i 140 caratteri. Di hashtag che entrano nei trending topic e che richiamino a uno dei due ne escono a ciclo continuo, e fondamentalmente è anche grazie al legame che lega i due gruppi di fan a questo social network, se si sono formate vere e proprie "tribù" universalmente riconosciute, quella dei Belieber e dei Directioner.
Un vero e proprio fenomeno, considerando che i membri di questi gruppi, il più delle volte, sono in età scolare e hanno sfruttato un social network tutto sommato "maturo" come Twitter per riversare una vera e propria richiesta di socialità (passateci la definizione) un po' come poteva avvenire nei vecchi (ahimè) forum tematici molto in voga agli albori del web 2.0.
La differenza con i forum di allora è che partendo da un'area semantica precisa, l'incontro con altri soggetti (quindi socializzare) avveniva in un ambiente protetto da un login che autorizzava l'accesso a uno spazio chiuso, in cui era facile identificare un troll in azione e che era moderato, quindi vincolato a regimi di gestione anche dei rapporti interpersonali (pensate a quante volte un moderatore vi ha rimproverato in un forum della vostra squadra del cuore perché continuavate a discutere di politica con un altro utente, e le regole dello spazio non lo permettevano).
Nel caso delle tue tribù legate a Justin Bieber e One Direction, questo è avvenuto su Twitter, di fronte a tutto il mondo e con tutto il mondo: per la prima volta, e solo qui (su Facebook le forme di socializzazione acquistano dinamiche diverse, per ovvie ragioni) tutti i fan di un gruppo musicale possono incontrarsi e parlare, tutti insieme.
Chi vi scrive trova molto curioso che la stessa cosa non sia avvenuta per altri artisti del panorama, ma c'è da sottolineare un dato: la giovane età del target di riferimento di Justin Bieber e One Direction. Giovani adolescenti che, dotati di smartphone, acquisiscono con facilità gli automatismi per imparare a utilizzare uno strumento, focalizzandolo sulle proprie passioni: questo, va da sè, comporta dei rischi, come l'incontrare adulti con cattive intenzioni (il fenomeno del Sexting rientra in questa categoria) o come accaduto alla 17enne di Bologna e non solo, purtroppo, fenomi di cyberbullismo provocati dall'avventatezza di alcuni nell'elargire commenti fastidiosi e provocazioni difficili da accettare in un'età delicata come l'adolescenza.
Abbiamo fatto un piccolo esperimento, cercando di avere qualche commento sull'episodio con cui abbiamo cominciato il post direttamente da chi fa parte di questi due gruppi: il risultato, con i limiti di spazio e tempo che Twitter fisiologicamente ha, sono interessanti.
Da ciò che si può leggere dai tre profili, i Directioner non sono ragazzi tanto diversi da quelli della generazione precedente. Appassionati, avventati talvolta, ma anche in grado di esser gentili, sicuramente curiosi di conoscere coetanei con la stessa passione, con un forte senso d'appartenenza con chi è affine. Un dato che salta subito all'occhio è la loro ampia rete sociale: numeri di follower interessanti, considerando che già nei nome utente e nelle bio le personalità emergono con particolare precisione, tanto da caratterizzarli fin da una prima lettura di profilo.
Colpisce come attraverso Twitter il legame sociale che si costruisce si sposti a favore di una dimensione offline più reale, il che non vincola alla Rete una propria rete di contatti: un'accusa che i nativi digitali, in questi anni, si son sentiti fare sempre molto spesso. Ci conosciamo su Twitter ma spostiamo il centro del rapporto nella realtà non mediata ("andiamo a vedere il concerto insieme") segno di una consapevolezza, per lo meno abbozzata, di come il social network sia un mezzo e non l'ambiente dove rimanere.
Spiccano, inoltre, forme di personalità alquanto pronunciate, il rigetto dell'etichetta buttata addosso ("Credo che sia solo pregiudizio che a volte viene causato da alcune fan sono troppo, come dire, bimbeminchia?") a favore di una voglia di apparire nella sincerità delle proprie passioni, più che parte di un'isteria collettiva.
Intendiamoci: non è questo un tentativo di santificare i fan di Justin Bieber e dei One Direction. Il loro noise sulla Timeline di tutti, in primis il rilascio di hashtag invasivi che bloccano trend potenzialmente interessanti, continuano ad essere fastidiosi per chi non fa parte del movimento. È però opportuno notare come dietro questa patina apparente di nullafacenza ci sia in realtà un mondo che sta crescendo, figlio dei nuovi linguaggi che proprio questi adolescenti stanno imparando come adoperare a loro uso e consumo.
Ci auguriamo che, con il passare del tempo, anche certi approcci aggressivi che l'esser parte della Tribù (quindi del gruppo, che isola chi non riconosce più come proprio simile) instilla possano quietarsi a favore di una forma di relazione più sana, che metta al centro gli approcci più positivi che anche i nostri intervistati hanno saputo mettere in mostra.
Twitter è un mezzo potente, così come i social network: e parafrasando un noto supereroe "A grandi poteri, corrispondono grandi responsabilità". Speriamo che i primi a rendersene conto siano proprio Belieber e Directioner.
Che ne pensate, amici lettori?
PS: grazie a @sweatpeachrd, @heystrongvato e @itsvickysss per averci dato il loro parere!