Ho vissuto con anticipazione la prima puntata di Carosello Reloaded. Ben venga, come sottolinea Alex Brunori, il tentativo di rinnovare una colonna portante dei consumi e costumi degli italiani - e, a corollario, restituirci il nostro equivalente pubblicitario del Super Bowl americano. Vorrei più che altro analizzare, a caldissimo, il modo in cui i brand protagonisti di stasera hanno deciso di comunicare. Al momento della pubblicazione non tutti gli spot sono già online su Youtube (ed è un cattivo o buon segno?) quindi chi volesse rivedere la puntata può farlo sul portale Rai.
Se si vuole ricreare un appuntamento fisso con l'intrattenimento di marca - soprattutto una volta svanito l'effetto curiosità - e rivalutare la bontà e l'utilità della pubblicità italiana, l'onere della prova adesso spetta all'inventiva delle agenzie ed al coraggio dei clienti. E questo primo esperimento, a mio avviso, ha toppato in 3 casi su 4, perché Carosello è ben più che un contenitore di spot - ma come tale stasera è stato trattato. Carosello celebrava in realtà chi lo guardava, mentre la prima puntata di Carosello Reloaded celebra chi parla. Rai mette a disposizione una bellissima casa e all'invito hanno risposto i top spender, ma apparentemente senza voler genuinamente rischiare. E' un'occasione imperdibile per far vedere al resto del mondo cosa siamo capaci di creare. Forza!
Nutella
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Il richiamo al passato è esplicito, con un'animazione vintage di Jo Condor. Ma il legame col presente avviene in maniera quasi brutale: finisce il vecchio spot ed ecco il nuovo - che colpisce per poca originalità - e tanto basta a raccordarci con il brand del passato. Quello che mi fa venire brividi positivi è vedere in sovrimpressione i loghi di Facebook, Twitter e persino Pinterest (se non vado errata). Carosello e social media, chi mai nel 1957 avrebbe immaginato che un giorno avrei pinnato la mia ricetta con la Nutella su di una board. Carosello Reloaded promette integrazioni con la SocialTV e salti crossmediali ma per ora, letteralmente, non possiamo che stare a vedere.
Wind
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Pura comunicazione istituzionale. Chiarezza, trasparenza, semplicità. Nessuno storytelling, niente branded entertainment. E' uno di quegli spot che immagini girare in loop, a volume basso, negli schermi all'ingresso dell'azienda.
Eni
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La vera vincitrice della serata. L'unica marca che sembra aver capito come raccontarsi, oggi, su Carosello. Eni si affida a Nais ed Hello Savants (come a Sanremo 2012) per un'animazione coinvolgente e ritmata. Forse anche troppo veloce, a giudicare dalla voce narrante. Ma a parte questo, lo schema storytelling, personaggi di marca e tie-in finale con l'offerta si rivela giusto. Così si "reloada" veramente Carosello.
Conad
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Meh. Noioso, così così. Non è uno spot diverso da uno che mi aspetterei di vedere alle 11.15 di un giorno qualsiasi.