Nel panorama delle startup italiane abbiamo scovato il talento di questo giovane gruppo di ragazzi appassionati di sport con l'idea di cambiare il futuro degli sportivi dilettantistici. Dal loro impegno nasce 46Sports una piattaforma che se sarà in grado di mantenere le promesse, potrà senz'altro rivoluzionare il modo di fare scounting e diventare uno standard di riferimento nei servizi offerti alle società minori.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Pierluca Martella, mente di 46Sports, che ci ha raccontato quanto è ancora dura essere una startup in Italia, anche se forse abbiamo intrapreso la strada giusta!
In cosa consiste 46Sports?
46Sports è una piattaforma web dedicata al mondo sportivo dilettantistico e giovanile.
Per la prima volta vogliamo portare il concetto di almanacco sportivo sul web ed aprirlo alle serie minori, in modo che anche il piccolo club di periferia ed il ragazzino di 13 anni possano avere uno strumento per raccontare la propria storia sportiva, collezionando tutte le informazioni legate alla propria carriera.
L’idea è creare una comunità dove i giocatori, dirigenti ed allenatori possano interagire online, collezionare figurine digitali e album di squadra, condividere video e foto e tenere traccia di successi e statistiche della propria carriera.
L’obiettivo è profilare i giocatori legati alle federazioni sportive e tener traccia delle prestazioni sin dall’inizio della propria carriera, aggregando e analizzando un enorme quantità di dati statistici.
I dati raccolti vengono forniti successivamente a talent scout ed osservatori per le loro ricerche mirate, attraverso un potente strumento di ricerca.
Vogliamo rendere l’almanacco sportivo intelligente: non più una semplice collezioni di informazioni, ma un vero strumento di analisi statistica e di ricerca dei talenti, sfruttando la potenza delle tecnologie odierne.
In 46Sports stiamo inoltre lavorando per integrare sistemi di match analysis e dispositivi GPS che permettono di tracciare e analizzare le prestazioni atletiche e tecnico-tattiche delle squadre e dei singoli, mettendo a disposizione strumenti altamente professionali al mondo giovanile e dilettantistico, con l’obiettivo e l’auspicio di migliorare il livello della qualità dei giovani atleti.
Come è nata la vostra idea?
L’idea nasce dalle esperienze personali dei suoi founder nel mondo sportivo e dalla constatazione che l’almanacco sportivo fosse uno strumento ancora legato alla carta e chiuso al mondo professionistico.
Lo sport ha rappresentato una delle nostre più grandi passioni per oltre 25 anni, ma nessuno strumento ci aveva mai permesso di raccogliere in maniera strutturata i dati relativi ai nostri campionati giocati, le nostre figurine in digitale, gli album di squadra (una versione 2.0 degli album Panini), successi e statistiche della nostra carriera.
Nell’era dei social media abbiamo pensato che un’idea come questa potesse essere realmente vincente, facendo leva sull’immensa passione che accomuna gli attori di questo mondo e creando un’applicazione che fosse disegnata esattamente per le loro esigenze.
Per la prima volta, dunque, vogliamo fornire uno strumento agli sportivi legati alle serie minori per raccogliere le informazioni relative alla loro carriera e permettere loro di interagire, commentando risultati e classifiche dei propri campionati. Nel far questo rendiamo l’almanacco intelligente, in quanto non è più una sola collezione di informazioni, ma i dati statistici vengono poi analizzati da uno strumento interno e messi comodamente a disposizione degli osservatori.
46Sports Teaser (Italian Version) from 46Sports on Vimeo.
Da chi è composto il team di lavoro?
Il team è composto da me, Pierluca Martella, che curo la parte manageriale; da un team di sviluppatori, tra cui Carlo Bergonzini, CTO, che coordina lo sviluppo software; due giovani studenti, Alessio Cavaleri e Sergio Livi sono impegnati nello sviluppo back-end e Michele Cacace gestisce lo sviluppo front-end dell’interfaccia web.
Il team di Business Intelligence, che ha creato il tool di analisi delle statistiche, è composto da Angelo Tornese e Mario Masciulli, esperti del settore, a cui abbiamo affiancato Mattia Modonutti, attuale preparatore atletico della nazionale del Qatar, sport scientist ed esperto di analisi delle performance.
Il Board di Advisor è composto da Andrea Ballarini e Gabriele Bodda, che risiedono in Silicon Valley e Luca Foresti, attuale CEO del Centro Medico S. Agostino di Milano.
Quali sono le difficolta’ che avete incontrato nel lanciare la vostra startup?
Le difficoltà sono state tante e di varia natura. Creare una piattaforma del genere dal nulla e senza risorse economiche significa sacrificare molte notti e weekend per scrivere codice. Inoltre non avendo una base finanziaria su cui appoggiarci molti di noi hanno dovuto districarsi portando avanti anche altri lavori, rinunciando a gran parte della propria vita privata e sociale, lavorando praticamente in tutte le notti, anche se la mattina dopo c’era la sveglia presto per andare a lavoro.
Io ho investito praticamente tutto in circa un anno e mezzo di progetto: ho deciso di lavorarci a tempo pieno e dedicarmi al 100% alla sua realizzazione, il che significa niente stipendio a fine mese. Cosi per quasi 6 mesi ho dormito su un divano a casa di amici perchè non avevo soldi per pagare l’affitto, lavorando dalla mattina alla sera, weekend inclusi.
Oltre a questo, problematiche più istituzionali date dal sistema italiano, non ti permettono di utilizzare forme societarie flessibili e quindi di sfruttare ad esempio il meccanismo delle stock options per allargare il proprio team in cambio di % di equity. In Italia siamo ancora troppo indietro, come ecosistema e come competenze, sia degli investitori che di noi giovani imprenditori, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.
Avete ricorso a canali alternativi di finanziamento?
I finanziamenti sono arrivati in corso d’opera: in Emilia Romagna il consorzio Spinner promuove bandi per la creazione d’impresa, selezionando giovani team imprenditoriali ed aiutandoli con finanziamenti a fondo perduto. Così da Settembre 2012 siamo stati in grado di assumere Michele (neolaureato in scienze di internet) ed Alessio (ancora studente in ingegneria informatica) ed allargare il team di sviluppo. Si sono subito integrati alla perfezione nel team, dimostrando di avere tutte le carte in regola per essere dei bravi sviluppatori, tanto che abbiamo deciso di farli diventare co-founder ed integrarli al team.
Ultimamente abbiamo inoltre partecipato ad un nuovo bando della regione, sempre gestito da Spinner, con cui speriamo di avere i fondi per portare a bordo Sergio, altro studente di ingegneria informatica, brillante sviluppatore che sta già collaborando alla realizzazione del progetto.
Oltre a questi fondi, abbiamo organizzato il classico round di Family and Friends (classico per lo meno in Silicon Valley, non so quanto usato qui in Italia), per cui abbiamo convinto un gruppo di amici ristretti, circa 15 soggetti, ad investire nella società: questo ci ha permesso di avere altri fondi per coprire l’acquisto di servizi, spese di ufficio ed altri costi legati alla quotidianità della startup.
A quali eventi/competizioni avete partecipato con la vostra idea?
Con 46Sports abbiamo partecipato alla Startcup Emilia Romagna 2012: siamo arrivati secondi su quasi 60 startup presentate ed abbiamo ricevuto un premio in denaro di 4.000 euro. Vincendo questa competizione abbiamo di fatto avuto il nullaosta per partecipare al PNI 2012, il Premio Nazionale dell’Innovazione a Bari. Qui abbiamo avuto il grande onore di arrivare tra le 16 finaliste e di presentare il nostro progetto 46Sports al Teatro Petruzzelli, di fronte ad un gran numero di investitori e personaggi del mondo startup italiano.
Ad inizio anno abbiamo anche partecipato alla selezione del NikeAccelerator a Portland, programma di accelerazione e tutoring gestito da TechStars, uno dei migliori al mondo. Purtroppo l’esito è stato negativo, per ora, ma continueremo ad applicare a questi programmi perchè di sicuro portano un enorme valore aggiunto alla startup.
Avete in programma qualche partnership con delle giovani realtà imprenditoriali come la vostra?
Al momento abbiamo creato partnership con altre startup italiane e stiamo lavorando per integrarne i servizi, in modo da rendere 46Sports ancora più completo ed interattivo.
GoalShouter, che permette di tracciare live le statistiche sulle partite e di seguirne la cronaca anche da web in real time. L'app permette di raccogliere un numero di statistiche veramente elevato, il che va ad aumentare il livello di dettaglio di analisi sulle prestazioni sui giocatori.
K-Sport è una società italiana di Mirko Marcolini, che ha creato sistemi di match analysis e dispositivi GPS che permettono di eseguire analisi tecnico-tattiche e atletiche dei giocatori. Al momento ci stiamo concentrando sull'integrazione con i GPS e vorremmo diventare il canale commerciale di K-sport sul mondo dilettantistico. Il prodotto è altamente professionale, è già stato venduto a diverse squadre di serie A e anche a squadre nazionali e permette di tracciare prestazioni atletiche dei giocatori, tra cui distanze percorse, velocità medie e massime, potenza metabolica e costo energetico speso. In questo modo gli utenti 46Sports potranno acquistare il GPS dal sito e poi scaricare le prestazioni atletiche sul proprio profilo.
Spreaker è forse una delle più famose startup italiane: grazie a Spreaker vorremmo dare la possibilità alle società sportive di avere una propria web radio attraverso la quale effettuare le telecronache live delle partite le interviste a caldo a fine gara.
Quanto ha inciso la passione per lo sport nella realizzazione della vostra idea?
Direi in maniera decisiva: il progetto 46Sports nasce dall’esperienza diretta nel mondo sportivo e dalla passione che abbiamo ancora per esso. Questo ci permette di conoscerne le dinamiche dall’interno, sapere quali sono i reali bisogni degli attori di questo mondo, i loro valori, le loro speranze e le loro frustrazioni.
In qualche modo 46Sports rappresenta uno strumento per esprimere ancora la nostra grandissima passione per lo sport, dal momento che tutti noi siamo arrivati alla fine della nostra carriera sportiva e non pratichiamo più sport a livello dilettantistico. Questo progetto ci permette di rimanere ancora a contatto con questo mondo ed il nostro obiettivo è quello di creare uno strumento che possa migliorarlo.