Verily potrebbe essere uno dei tanti fashion & lifestyle magazine se non fosse per un piccolo dettaglio che lo distingue dalle solite riviste patinate: il suo "no" forte e deciso a Photoshop.
Bandita ogni forma di fotoritocco dal viso e dal fisico delle sue modelle, che appaiono al naturale, con tanto di rughette, accenni di cellulite, qualche centimetro in più sui fianchi: tutti dettagli che "contribuiscono alla bellezza di una donna, e che dovrebbero essere celebrati, non sviliti, cambiati o rimossi", secondo le parole delle co-founders Kara Eschbach e Janet Sahm.
Verily, insomma, intende celebrare la vera bellezza delle donne, con un evidente richiamo alla campagna Dove per la bellezza autentica, ma soprattutto al video “Dove: Thought Before Action“, nel quale si invitavano gli art director a mettere da parte l'editing delle foto, a non manipolare più la percezione del fisico femminile.
Che i tempi siano maturi per un nuovo modo di intendere il corpo della donna, per anni prigioniero di modelli irrangiungibili e frustranti per tutte noi perennemente in lotta con lo specchio e la bilancia?
Sfogliando Verily, sembrerebbe di si.