Un "business di primo livello"
Ma perché, sulla scorta di questo ragionamento, allora oggi parliamo di piastrelle come un business di primo livello per l'export dei prodotti made in Italy?
Ce lo fa capire lo storytelling Italia Caput Mundi che abbiamo imparato a conoscere nelle settimane precedenti: siamo partiti con una prima riflessione sul pensiero laterale che ha dato vita al made in Italy: originali e innovativi, i nostri prodotti rendono l'Italia "caput mundi" nell'export internazionale esattamente come lo fanno le famose scarpe italiane artigianali oppure l'innovativa idea dei rubinetti, e stiamo scoprendo man mano in che modo definire il made in Italy.
Leggendo “made in Usa”, ad esempio, pensiamo all’innovazione, al "made in Japan" colleghiamo l’alta tecnologia. “Made in Germany” è sintomo di affidabilità e robustezza, o ancora "made in Switzerland" ci darà l’idea di precisione. Ma il “Made in italy”?
Cos'hanno di speciale le piastrelle per il Made in Italy
Le piastrelle in ceramica sono un prodotto globale e la bellezza del suo utilizzo sta nelle sue caratteristiche materiali: è funzionale perché resistente nel tempo, è un oggetto di design perché arreda le case e da oltre 2000 anni rappresenta la sintesi di solidità ed estetica in pochi centimetri quadrati.
La piastrella in passato era addirittura elevata ad opera d'arte e oggi il suo mercato è un driver di crescita del nostro Paese: il Distretto ceramico di Sassuolo rappresenta la capitale mondiale del settore, contando 600 imprese e oltre 2000 addetti impiegati alla produzione, che da solo produce l'80% del totale nazionale.
L'esportazione delle piastrelle italiane equivale a circa 2,4 miliari di euro l'anno di fatturato: si tratta di un vero e proprio patrimonio per la nostra economia, oltre che dell'ennesimo fattore di orgoglio della tanto amata etichetta "made in Italy".
Sapevate che...?
A differenza di quanto si può immaginare, il marchio "made in Italy" non è nato a tutela dei prodotti italiani ma con l’intento opposto. Agli inizi degli anni Sessanta infatti alcuni Paesi europei, tra cui Germania, Francia e l’Inghilterra, inserivano il marchio "made in Italy" per difendere i propri prodotti rispetto a quelli stranieri e indicare quindi con un'etichetta quali fossero quelli che il consumatore avrebbe dovuto evitare d'acquistare.
Con il passare del tempo i produttori italiani sono riusciti a trasformare questo isolamento in opportunità. Quello che all’inizio è nato come un handicap, si è poi rivelata essere una fortuna grazie alla quale l’Italia ne è uscita con un’identità ben precisa, diventando simbolo di artigianalità, creatività, qualità e ...? Lo definiremo con i prossimi video.
Per un quadro più generale sull'eccellenza italiana, leggi Una classifica dei prodotti top a marchio “made in Italy”.