Questo articolo è a cura di INWARD, osservatorio che svolge ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana (street art, urban design, graffiti), operando con un proprio modello di valorizzazione, attraverso attività di Ricerca e azioni di Sviluppo nei settori Pubblico, Privato, No profit e Internazionale.
(di Giuseppe Arnesano)
Streetness rimane on the road, ma da un punto di vista ancora diverso. Ci soffermiamo, infatti, su un caso singolare che riguarda Hyundai, multinazionale sud coreana leader nel settore automotive. In occasione del lancio della nuova gamma i20 Hyundai, da qualche mese circola uno spot che non poteva non attirare la nostra attenzione.
Con la campagna "NUOVA HYUNDAI i20. Lasciati guidare dall’ispirazione" e il concorso #LoginToDrive, è possibile partecipare all’estrazione di vari premi. L’azienda invita tutti gli utenti a visitare gli showroom per un test drive sulla nuova arrivata e a partecipare al concorso. Il progetto promozionale, ideato da Hyundai Italia, permette a chi scatta un selfie davanti a uno speciale backdrop presente in tutte le concessionarie d’Italia di partecipare all’estrazione di un weekend per due persone a Londra, sottolineata come capitale della street art.
E chi non riuscirà ad aggiudicarsi il soggiorno londinese, ma che in ogni caso sarà salito a bordo della i20 per effettuare il test drive, riceverà in omaggio dei gadget in tema street art. Dopo l’autoscatto si può scegliere come personalizzare la propria immagine tra cinque diverse “maschere” che “rappresentano la street art”; e qui iniziamo a chiederci – a valere sul video che mostra effettivamente e curiosamente segni differenti del nostro mondo, e questa è quasi una novità – quanti e quali forme della street art siano state scomodate per la produzione, al netto di una formula di concorso che invece ci trova e ci lascia per nulla stupiti.
Lo spot, realizzato dai registi Dom e Nic in collaborazione con gli artisti JPS, Marco Sobreviela, Luke Egan e Pedro Estrellas, punta sulla street art come scenografica citazione, come ricostruzione di contesto alla messa in scena dell’autovettura, come somma di azioni creative in città nelle forme più varie.
Agli occhi degli specialisti del settore non saranno sfuggiti alcuni fotogrammi in cui si riconoscono lavori che omaggiano o citano artisti come P183, Nuxuno Xanin, Bansky, Łokuciejewski, Roy Tyson, Slinkachu e Tristan Eaton.
Da quello che vediamo, prim’ancora di arrivare ad alcune firme di street art, si passa tra le più variegate espressioni e tecniche artistiche che adoperano spray, stencil, pennelli, poster, miniature e installazioni realizzate su differenti supporti e in vari ambienti. E ciò potrebbe spalancarci un mondo, vediamo.
Accade dunque che le opere che fanno da scenografia al passaggio della vettura siano lavori realizzati da PJS,Jon Blud, Luke Egan, Marco Sobreviela e Pedro Estrellas. Omaggio o citazione?
PJS, che agli inizi della sua carriera guardava alla Cartoon Art e a cime come Escher, Salvador Dali, Cezanne e Da Vinci, una volta incontrata e conosciuta l’opera di Banksy, decide di lavorare con gli stencil e la street art. Nonostante PJS utilizzi la stessa tecnica dell’inafferrabile di Bristol, le sue opere rimangono ancorate all’immaginario dalle esperienze che ama, ma anche dai brutti ricordi del suo passato.
Il trentacinquenne Marco Sobreviela lavora con la scultura. Una volta che le sue opere prendono forma, nate dallo spunto di una foto o di un disegno, l’artista spagnolo lavora in riduzione di scala dipingendo i piccoli manufatti direttamente a mano. E il nostro pensiero vola subito a Little People. Slinkachu, artista inglese, usa miniature umane che, attraverso piccole installazioni, abitano luoghi inconsueti delle strade di Londra. Una volta posizionate le micro- opere, le ritrae in foto dalle suggestioni fantastiche.
Filthy Luker aka Luke Egan è famoso per i suoi site specific 3D interventions. Le sue installazioni, che si appoggiano e reinventano in modo fantastico oggetti del quotidiano o grandi edifici, rappresentano in questo ed altri casi dei mostruosi e giocosi tentacoli verdi che nascono dal degrado metropolitano e creano un ironico ma anche spaventoso dialogo con l’ambiente circostante.
Infine, nella lunga serie di immagini, appare sulla facciata di un grande palazzo la locandina di Attack of the 50 Foot Woman, un B-movie di fantascienza del 1958. Accanto a tale citazione cinematografica ricordiamo il tema del murales di Tristan Eaton eseguito a Berlino.
Insomma, tra citazione, omaggio, arte su arte, street art come scenario e cifra, la sensazione potrebbe essere anche di disorientamento, sciogliendosi lungo lo spot diverse forme di creatività urbana; o vuoi vedere che Hyundai ha fatto un passo così lungo in avanti da trattarsi addirittura e già di manierismo?