di Giuseppe Arnesano.
Questa settimana Streetness coglie con tempismo le nuovissime tendenze degli smartwatch. Da qualche giorno è sul mercato il progetto Street Art Watch Face, coloratissima app di Google dedicata gli sfondi interattivi degli orologi smart, disponibile per tutti i dispositivi Android Wear.
Come ci dice il nome dell’app, l’azienda di Mountain View punta tutto sulla veste grafica e strizza l’occhio alla street art, coinvolgendo una sporca dozzina di giovani creativi internazionali, già facenti parte di Google Art Project.
In pratica, la nuova applicazione di Google sbarca gratuitamente sulla piattaforma Play Store e permette di personalizzare il volto del proprio orologio “intelligente”: si sa che, leggerissimi, modernissimi e dal design molto accattivante, gli smartwatch funzionano come veri e propri computer da polso.
Dal web, in pochi istanti, l’app sarà direttamente sul vostro smartwatch e dopo il download basterà installare l’applicazione e avviare il programma da uno smartphone o tablet. Dopo di ciò, possiamo inserire l’immagine desiderata che cambierà automaticamente secondo un tempo prestabilito.
Street Art Watch Face utilizza come immagini di sfondo, quindi, alcune opere realizzate da questi artisti e illustratori. Ancora una volta, tuttavia, ci si riferisce alla street art, anche se gran parte dei creativi coinvolti sono principalmente illustratori. Questa rubrica si chiama Streetness, perché è con questa espressione che tentiamo di sciogliere il dilemma contemporaneo del posizionamento della street art nei circuiti delle svariate realtà creative visive degli ultimi decenni.
Sappiamo che la street art, oggigiorno, è un punto di convergenza tra una discreta parte del graffiti writing, una piccola parte della più ampia arte pubblica urbana ed un’altra parte ancora di escursioni stradali di illustratori e pittori. Streetness è quindi quel senso della strada che caratterizza certe opere di certi artisti anche in contesti altri dalla città che lo sprigiona.
Accade che in questi grandi progetti, alcune volte, non si fa molta attenzione alla pratica artistica che si vuole utilizzare come marketing medium, e poi si sa in questi ultimi tempi la street art piace a molti. La maggior parte degli artisti che partecipano a Street Art Watch Face sono stilisticamente inclini all’illustrazione e all’arte digitale, ma tra i vari, pure sempre validissimi, permetteteci di rilevare l’italiano Chekos’art.
L’artista salentino, che nella Milano degli anni novanta debutta non a caso come graffiti writer, abbraccia in seguito la street art praticando stencil e collage e continuando a sperimentare differenti soluzioni artistiche. I suoi grandi volti di personaggi, che hanno lasciato un segno nella storia, nella società, nell’arte e nella poesia, riempiono le facciate dei palazzi delle periferie cittadine e guardano alla memoria e all’identità dei luoghi.
Tra i suoi numerosi progetti, mostre e contest collettivi, dobbiamo ricordare che nel 2009 fonda Street Art South Italy, piattaforma che coinvolge tutta la street art del Sud Italia, in condivisione con numerosi artisti nazionali e internazionali. Inoltre Chekos organizza, in un quartiere popolare di Lecce, il laboratorio 167/B Street che funziona anche da centro di ritrovo tra arte, creatività e cittadinanza attiva.
È dunque all’esempio di Chekos’art e di altri simili street artisti che le imprese nazionali e multinazionali dovrebbero puntare le proprie strategie, alla conquista di un pubblico di consumatori sempre più informato e critico anche riguardo fenomeni un tempo di nicchia ed oggi, sebbene mantenuti con i piedi per terra, in forte affermazione mainstream, quindi estremamente più diffusi, sperimentali e contaminati. Ed è infatti a creativi urbani strutturati di questa specie che ci piace rivolgere lo sguardo per capire, nell’intimità di un segno anche apparentemente minimo ma sensato e cosciente, nelle dinamiche complesse della street art che ore sono.