Nel 2005, sul web, ce ne erano poche di certezze. Molti di noi navigavano ancora con il cavo, accompagnati da quel suono che ci divideva dalle porte del paradiso dell’internet. Alcuni di noi forse litigavano ancora con i genitori per le bollette del telefono a fine mese troppo salate, e provavano a risparmiare minuti tenendo sempre sott’occhio il tempo di connessione, che senza accorgercene superava improvvisamente l’ora e niente, ci preparavamo alla prossima discussione mensile. C’è una cosa, però, che ci accomunava tutti: il follow di Tom quando aprivi un nuovo spazio su Myspace. Lui era lì, con la sua maglietta bianca – Mark, sorry, non ti sei inventato niente con quei tuoi look minimal – di spalle ma con un grande sorriso, pronto ad accoglierti in uno dei primi social network del web, quando probabilmente ancora non sapevamo che si chiamassero social network.
È stato il nostro primo amico digitale, il primo ad averci insegnato a riconoscere qualcuno dal suo avatar invece che dal suo vero aspetto, il primo ad averci dato l’idea di poter davvero entrare in contatto con qualcuno senza conoscerlo nella realtà e, ammettiamolo, il primo ad aver alimentato il nostro ego nella speranza di diventare famosi online, con questo primo follower sconosciuto.
Come nelle migliori famiglie, dove tutti sanno ma non parlano per non mettere il dito nella piaga, del declino di Myspace preferirei non parlare: siamo tutti complici di aver sostituito la foto – santino di Tom con quella di Mark. Ma dovremmo davvero sentirci così in colpa? Oggi il povero Tom, dopo aver abbandonato Myspace nel 2009, gira per le strade della Silicon Valley ubriaco inveendo contro l’era moderna? Frequenta bar poco raccomandabili in California dove, tra uno shot e un altro, racconta di come il 2.0 lo dobbiamo a lui?
No, niente di tutto questo. Frenate la fantasia: Tom se la passa da-pa-u-ra. O, meglio, come uno splendido multi milionario quarantacinquenne in pensione. La sua nuova passione, la fotografia, lo porta in giro per il mondo e le sue foto pubblicate su Instagram raggiungono migliaia di persone in giro per il mondo. Selfie, pochi. La sua identità digitale è nostalgicamente sempre la stessa: foto profilo con la t-shirt bianca e @myspacetom come nickname.
Già nel 2011 in un post su Google+ e nel 2012, in un battibecco con un suo follower su Twitter, aveva chiarito abbastanza bene le sue intenzioni di godersi la pensione d’oro.
Oggi queste fantastiche immagini non possono che confermarci che Tom ha terminato di vivere i suoi 15 minuti di popolarità, ma forse non dovrebbe poi farci così tanta tenerezza! :D
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