30.000 intervistati in oltre 60 stati. Questi i numeri del campione della ricerca su cui è stata realizzata l'infografica Nielsen sulle abitudini sociali e d'acquisto dei Millennial.
Che la generazione Y sia cresciuta a braccetto con la tecnologia e abbia fatto da apripista nel mondo dei social è un fatto arcinoto. I dati raccolti raccontano di una generazione incentrata sul noi, sull'adesso e sul di più.
Analizziamo insieme i dati salienti dell'infografica.
L'identità: Noi
La maggior parte dei millennial rientra nella categoria dei giovani adulti, dai quali ci si aspetta un potere di acquisto limitato. A compensare la disponibilità economica c'è però il numero degli esponenti di questa generazione, pari al 24% della popolazione mondiale, peraltro estremamente attivi sui social network, propensi all'acquisto online e alla sharing economy.
Questi dati combinati sono sufficienti a permettere loro di influenzare significativamente l'andamento dei consumi in molti settori, particolarmente quelli più coinvolti dalla rivoluzione tecnologica come i media, e quelli più suscettibili alle logiche social, come i luoghi di ristorazione e svago.
Proprio il fattore del networking evidenzia i tratti fondamentali dei Millennial: la condivisione e l'interattività. Questo non significa che i mezzi di comunicazione e svago più tradizionali vengano snobbati, ma piuttosto che il loro uso viene arricchito ed integrato. Più della metà di loro guarda la televisione mentre naviga in Internet (66%), sono propensi all'uso dei social e apprezzano le trasmissioni che interagiscono con essi in diretta (62%).
La fine delle grandi narrazioni comporta dunque una tendenza a definire la propria identità attingendo da più fonti e realizzandone un surrogato personalissimo, frutto dell'estrema propensione al multitasking. Questa attitudine per alcuni è anche fonte di guadagno: un esempio su tutti sono i giovani Youtuber, presenti anche in Italia con casi di rilievo come CutiePieMarzia, Favij, iPantellas, Frank Matano, Ciccio Gamer, Yotobi e altri ancora.
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Il momento giusto: Adesso
All'origine di questa iperattività online c'è per l'appunto la larga disponibilità di connessione, che porta i Millennial a valorizzare massimamente il presente, l'adesso. I prodotti non devono essere solamente innovativi e di qualità, ma essere fruibili quanto prima. Provate a immaginare la differenza tra i tempi di consegna di una lettera e di una e-mail e avrete un buon metro di paragone dello scarto di percezione della velocità tra generazione Y e i loro genitori, i Baby Boomer.
Nonostante servizi all'avanguardia come Amazon Prime, i dati Nielsen evidenziano un deciso scarto tra l'esperienza diretta con gli e-commerce (30%) e la volontà irrealizzata di procedere ad acquisti online con consegna a casa (57%) e nei supermercati virtuali (64%). I dati dei loro genitori si attestano rispettivamente al 48% e al 46%.
Un discorso analogo va fatto per quanto riguarda la propensione a pagare un fornitore di programmi fruibili a piacimento in streaming (31%), preferendo disdire l'abbonamento a canali TV a pagamento (38%). Un dato saliente, direttamente connesso di successo di servizi come Netflix, è quello relativo all'elevato apprezzamento della possibilità di guardare video in ogni momento (82%).
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I Millennial vogliono Di più
La tendenza all'insoddisfazione costituisce l'altro lato della medaglia della connettitività. Questo porta i Millennial ad avere un surplus di informazioni e di consapevolezza, reale o supposta, che li porta a volere il meglio, o anche di più.
Questo avviene particolarmente nel campo degli acquisti, che possono essere effettuati in (quasi) ogni luogo e momento della giornata. Alcuni tipi di prodotti possono essere comprati in pausa pranzo, altri dal divano mentre scorre la pubblicità durante l'episodio di una serie TV. Prima di acquistare uno spazio pubblicitario televisivo, insomma, meglio dare una spolverata al proprio sito Internet.
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Questo non significa che i membri della generazione Y siano superficiali. Al contrario, è forte il loro interesse per lo storytelling e il racconto trasparente dei brand (80%), così come è in crescita l'attenzione per i cibi salutari (38%) e organici (36%), per i quali sono disposti anche a pagare di più (81%); meglio ancora se sono innovativi (48%).
I risultati del sondaggio Nielsen evidenziano la centralità del dialogo tra aziende e consumatori e tra i comunicatori stessi. Le identità dei Millennial sono fluide, sociali e potenzialmente composte anche dai brand che sanno raccontare la propria storia, innescando un confronto e colpendo il vissuto emotivo delle persone.