Il panorama dei Bot sta velocemente conquistando grosse fette di mercato. L'intelligenza artificiale è ormai presente in tantissime attività dal commercio online al customer care, passando anche per le human resources e la guida automatica dei veicoli.
Ma se storicamente i bot erano basati su software semplici in grado di rispondere a pochi input (come ad esempio le applicazioni per il meteo), l'intelligenza artificiale oggi si sta sviluppando sempre di più e i brand le riconoscono come un nuovo asset di mercato. Nel 2016 è ufficialmente partita la "corsa ai chatbot", un trend che non ha nessuna intenzione di finire presto nel dimenticatoio.
Protagonisti anche dell'ultima edizione del CES di Las Vegas, le intelligenze artificiali a breve entreranno anche nelle nostre case, nelle nostre macchine e nella nostra quotidianità.
Intelligenza Artificiale: le macchine possono pensare?
Ma quando sono nati davvero i Bot? L'idea alla base dei Bot nasce dalle prime ricerche sull'intelligenza delle macchine computazionali di Alan Turing negli anni '50.
L'idea di Turing (quella che oggi è conosciuta come il test di Turing) prevedeva che un computer potesse interagire con un essere umano tramite messaggi scritti. Turing postulò che se durante l'interazione l'essere umano non riuscisse a riconoscere il computer, questo dovesse essere etichettato come "intelligente".
Psicoterapia digitale
Se pensate che l'idea di stabilire rapporti umani con un bot sia un'invenzione del cinema moderno non conoscete ELIZA.
Nel 1966 Joseph Weizenbaum, cavalcando l'onda delle teorie postulate da Turing e con lo scopo di creare un'emule parodistico di uno psicoterapeuta scrisse ELIZA, un bot che riformulava le domande che gli venivano poste. L'effetto finale poteva essere: "Mi piace la musica" con conseguente risposta "Dimmi cosa ti piace".
Dagli output univoci a Deep Learning
La prima ondata di chatbot era basata su regole semplici, che li rendevano in grado di risolvere solo alcuni task: ora sono in grado di schedulare appuntamenti, completare ordini e - sempre da CES - sono in arrivo chatbot in grado di interpretare le emozioni dei guidatori, subentrare come piloti automatici in caso di stanchezza e suggerire itineranei sempre più studiati.
Come se non bastasse, grazie al Deep Learning, alcuni software di AI sono in grado di scrivere i propri comandi e con la mole immensa di dati a loro disposizione, rispondere a domande sempre più complesse.
Dai laboratori al consumer
Anche se la fantascienza sembra sempre più profetica, al momento la mission dei bot è quella di facilitare e invogliare il consumatore nelle sue attività giornaliere. Il focus rimangono le App di messaggistica: si stima che siano più di 2,5 miliardi di persone ad usare una App di messaggistica e che vengano usate per più tempo rispetto a quello che gli utenti dedicano ai canali social.
È grazie a questo mezzo di interazione con i "computer intelligenti" che è stato coniato il termine Chatbot. Slack, Facebook e molti altri sono al lavoro per creare un'ecosistema basato su questa nuova forma di interazione, un nuovo mezzo di comunicazione che incentivi anche la produttività.
Il mercato dei Bot è enorme se si affianca a quello degli utenti che già utilizzano le chat per interagire con amici e familiari. Quando si dispone di una canale con una platea formata da oltre un miliardo di persone è il caso che gli sviluppatori ne prendano atto.
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Il futuro dei Bot
La maggioranza delle strategie di marketing basate sui Bot è ancora in fase embrionale ma, se volgiamo lo sguardo verso l'Asia e all'utilizzo che si fa di WeChat (una piattaforma di messaggistica che vanta centinaia di milioni d utenti) possiamo trovare applicazioni che consento di effettuare transazioni all'interno della stessa chat. Forse non siamo ancora pronti per inserire gli e-commerce nella messaggistica ma esistono già alcuni casi d'uso interessanti, dove i brand contattano i loro clienti anche tramite chat. L'economia moderna ci ha posti davanti al paradosso della scelta, i Bot saranno in grado di aiutarci a perfezionare le nostre opzioni e agire?
Cosa implica dovere prendere decisioni? Sprecare tempo, e se il "tempo è denaro" il pubblico sarebbe disposto a pagare per salvaguardare la sua risorsa più preziosa, automatizzando alcuni noiosi aspetti della vita, il potenziale delle azienda customer-facing è quindi molto promettente. La customer satisfaction è solo la punta dell'iceberg quando si parla del futuro dei Bot.
La domanda più interessante in merito all'evoluzione delle intelligenze artificiali non è quando raggiungeranno lo stand-alone o quando verranno inseriti in altre piattaforme ma, quale sarà il loro punto di flessione? A pochi giorni dai 10 anni del primo iPhone e da quando l'Apple Store ha reso mainstream le App, oggi non potremmo nemmeno immaginarci uno smartphone che non le abbia.
Come verranno invece distribuiti i Bot? Questa è la vera domanda da miliardi di dollari, letteralmente.