Oltre 300 giornalisti, manager, politici, docenti, comunicatori e influencer si incontreranno a Trieste il 17 e 18 febbraio per Parole O_stili, un momento di confronto che coinvolgerà una community trasversale e che darà vita ad un “Manifesto della comunicazione non ostile” per contrastare la crescente tensione negativa nei linguaggi dei media, in particolare in Rete. Un progetto collettivo per riflettere sulla non neutralità delle parole e sull'importanza della cura nello scegliere quelle giuste.
Ideato da Rosy Russo, organizzato in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, Parole O_Stili è la prima community in Italia contro la violenza 2.0 capace di raggiungere quasi 4 milioni di persone su Facebook e Twitter.
"Alla community che sta promuovendo l’evento hanno aderito professionisti provenienti dal mondo del giornalismo, dell’università, dell’impresa, della comunicazione e anche esponenti politici di ogni appartenenza: dalla Presidente della Camera Laura Boldrini all’assessore del M5S al Comune di Roma Flavia Marzano, ai parlamentari Antonio Palmieri (Forza Italia), Stefano Quintarelli (Civici e Innovatori) e Paolo Coppola (PD, consigliere del Governo per l’Agenda Digitale)".
Il comitato scientifico ha tenuto a rimarcare con stile l'indipendenza da qualsiasi formazione politica e l'estraneità ad altre proposte analoghe promosse da partiti e amministrazioni comunali.
Abbiamo contattato Rosy Russo perché ci raccontasse in prima persona di più su questo importante progetto che si articolerà in due giornate.
Parole O_Stili nasce da alcune considerazioni estive di alcuni di voi, si legge sul sito. Qual è stato lo spunto di queste considerazioni? Chi formava parte di questo primo nucleo?
Parole O_Stili nasce d’estate, lontano da spiagge e ombrelloni, a partire dalle riflessioni di tanti professionisti della comunicazione. Chiacchierando, ci siamo resi conto che ognuno di noi è esposto quotidianamente a messaggi sgradevoli in Rete. Come professionisti, ma anche come cittadini, abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa per cercare di invertire questa tendenza: coinvolgendo altri professionisti in un incontro nel quale potessero emergere i diversi punti di vista e ipotizzando delle proposte concrete di sensibilizzazione. Per questo abbiamo pensato a “Parole O_Stili”: perché siamo stanchi di un web inquinato da parole ostili.
Perché il nome e come è stato scelto?
Il calembour nasce da lì, dall’esigenza di definire uno stile diverso con il quale stare in Rete. Non esiste un vero e proprio movimento fondativo di Parole O_Stili ma, se devo indicarne uno, mi torna alla mente la rabbia e la delusione che abbiamo provato tutti leggendo del cosiddetto “trio delle cicciottelle”. Un’uscita veramente infelice.
Dall’ispirazione alla realizzazione: i sostenitori sono numerosi e di grande rilevanza. Come è stata accolta l’idea?
In questi mesi siamo entrati in contatto con tantissime persone, in Italia e all’estero: professionisti di primo piano, personaggi pubblici, giornalisti, istituzioni, aziende, comunicatori, influencer…
La Rete stessa ci ha aiutato a far crescere la community: facilitando dei contatti, annullando le distanze e portandoci a coinvolgere personaggi che mai avremmo pensato di poter raggiungere.
Hai avuto la sensazione che si colmasse una esigenza già condivisa?
Tutti hanno apprezzato il nostro sforzo e molti hanno condiviso la nostra proposta di dare vita a un evento concreto – e, ci tengo a sottolinearlo, completamente gratuito – invece di realizzare un progetto esclusivamente digitale. Non perché abbia più dignità rispetto a un evento che si sviluppa sul web, quanto per guardarci in faccia e lasciarci contagiare dal virus positivo dello “scelgo le parole con cura”. Si tratta di una triste necessità, che nasce dalla consapevolezza che il problema esiste e va affrontato. Pensiamo ad esempio all’hate speech: come riporta un’indagine realizzata per Parole O_Stili dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, è un fenomeno ben conosciuto da 7 giovani italiani su 10. Le vittime principali, nella percezione degli intervistati, sono gli immigrati (58,8%), singole persone pubbliche (37,1%), gli omosessuali (35,4%), i musulmani (33%), le donne (25,3%).
Un evento importante e speciale in una città unica e altrettanto speciale, ma una scelta particolare, diversa dalle sedi usuali. Perché? Quali difficoltà hai dovuto affrontare?
Ho sempre avuto l’ambizione di organizzare qualcosa di bello per la città e i cittadini, che ci sono stati vicini sin dall’inizio. Ci tengo a ringraziare anche per le istituzioni, in particolare la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste, che si sono interessate al progetto e hanno contribuito fattivamente alla sua realizzazione. Se guardo ai numeri dell’evento del prossimo 17 e 18 febbraio, non posso che essere soddisfatta: nonostante le distanze da coprire, parteciperanno ai lavori oltre mille persone provenienti da tutta Italia. Mi piace pensare che per molti questo viaggio coinciderà con un vero e proprio distacco dal rumore del Rete e dei problemi di tutti i giorni, un’occasione per fermarsi e riflettere. Ma credo anche che sarà una bella occasione per rendere Trieste, almeno per due giorni, la capitale digitale dell’Italia.
Il Manifesto è stato creato anche attraverso una collaborazione allargata alla Rete, che ha potuto votare i contenuti. Come ha reagito la rete? Quali risultati si spera di ottenere?
Noi non vogliamo stigmatizzare dei comportamenti o evocare censure, ci interessa invece creare consapevolezza e sensibilità sul tema dell’ostilità nel linguaggio. Contro le fake news, l’hate speech, il trolling e tutte le forme di violenza nel linguaggio. Sono argomenti che incidono concretamente nella vita di tante persone ma che, purtroppo, vengono spesso trattati con superficialità, come se ciò che accade in Rete non fosse reale. Anche per questo motivo abbiamo lavorato sin dall’inizio per coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini del web: accogliendo le loro proposte e sottoponendole a una votazione, che si concluderà il prossimo 14 febbraio. I risultati sono finora sorprendenti: ci sono stati insegnanti che hanno fatto votare i loro alunni,riceviamo continuamente dimostrazioni di interesse e messaggi di complimenti per l’iniziativa, per non parlare della grande attività sui social.
La Polizia di Stato sta dando il via al progetto "Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro”. Ci saranno iniziative coordinate con loro e con altre associazioni nei confronti dei giovani e degli altri netizens?
Le proposte non mancano, dalle richieste di intervento per raccontare di Parole O_Stili fino a forme di collaborazione con soggetti privati e istituzionali di primaria importanza. Tra le proposte che continuiamo a ricevere, stiamo privilegiando quelle rivolte a sensibilizzare i giovani e i giovanissimi, guardando ai cittadini e ai comunicatori di domani. È importante per me come professionista e come cittadina, ma anche come madre di quattro figli, perché mi rendo conto di quante sollecitazioni ricevano i giovani e di quanto abbiano bisogno di buoni consigli. Come Parole O_Stili abbiamo fatto un primo passo in questa direzione lanciando in Rete l’AcchiappaTroll, un supereroe virtuale che incarna i valori di Parole O_Stili sui social e che vuole essere un esempio positivo per i più giovani, mostrando un modo diverso di stare in Rete. Ma abbiamo in mente anche altre iniziative per coinvolgere i più piccoli, già a partire dai prossimi mesi. Seguirò con grande attenzione il progetto organizzato dalla Polizia di Stato, che ci ricorda quanto manchi tra i giovani la consapevolezza dei danni che può provocare la violenza psicologica.
Partecipa!
La prima giornata sarà dedicata ad una sessione plenaria in cui prenderanno la parola esponenti di primo piano della vita social e sociale italiana. Parteciperà alla prima giornata, che inizierà alle 16:30, la Presidente della camera Laura Boldrini e saranno ospiti d’eccezione l’Istituto Toniolo e l’Istituto di Ricerca SWG, che presenteranno i risultati delle loro ricerche su giovani e social media.
La seconda giornata, che inizierà dalle 9 del mattino, si articolerà in diversi panel tenuti da esperti dei diversi settori. I panel saranno ben 9 ma sarà possibile partecipare di persona soltanto a tre, scegliendone uno da ogni sessione prevista. Social media e scritture, Bufale e algoritmi, In nome di Dio o Giovani e digitale sono alcuni dei titoli che vale la pena di esplorare nella pagina dedicata, dove per ciascuno potrete scoprire i relatori e le linee su cui si svilupperà ogni tema e anche, come chicca di cortesia, molti link a fonti di approfondimento, per arrivare preparati.
E per le altre sessioni? Non disperate: per poter ricevere le registrazioni delle sessioni si può diventare sostenitori di questa importante iniziativa (che è totalmente gratuita!).