Vi state ancora chiedendo cosa siano i chatbot? Ma come? Eppure, sono uno dei trend che non potete proprio ignorare in questo 2017!
Non temete: se siete impreparati, ci siamo noi ninja ad aiutarvi!
Tecnicamente, i chatbot sono dei programmi in grado di interagire con gli essere umani attraverso un sistema di messaggistica. Per alcuni sono la nuova frontiera del marketing e della vendita, per altri una moda effimera, una nuova corsa all’oro in cui a guadagnarci saranno in pochi. Non importa che siate sviluppatori o il direttore di una azienda che deve valutarne l’uso: cominciano ad emergere dati e tendenze di cui è bene tener conto e che possono aiutare a capire se valga la pena investirci tempo e denaro.
Sono 1.5 miliardi gli utenti di app di messaggistica
Secondo eMarketer 805 milioni sono nell’area Asia-Pacifico, con la Cina che contribuisce per una buona metà, seguita dall’India (133 milioni) e l’Indonesia (52). Entro il 2019 almeno il 25% della popolazione mondiale userà app per chattare.
I millennial sono il gruppo di utenti più numeroso
Quasi il 60% degli intervistati, di età compresa tra i 18 e 34 anni, in una ricerca pubblicata da Retale hanno usato un chatbot, e dell’altro 40%, la metà è interessato ad usarli.
Oltre 30mila chatbot su Facebook Messenger
A settembre del 2016 erano già 30K i chatbot presenti sulla piattaforma di messaggistica targata Facebook, e sono in fortissima crescita: solo a luglio erano appena un terzo. Anche il numero degli sviluppatori che in quei mesi si sono messi al lavoro in oltre 200 paesi diversi per apprendere come crearli è di tutto rispetto: 34K.
La scelta della piattaforma è cruciale per le aziende
Secondo un report diffuso da Business Insider Intelligence, sono quattro le piattaforme di messaggistica che hanno sorpassato, per numero di utenti, i quattro social network più popolari. WhatsApp, Messenger, WeChat e Viber hanno complessivamente 3 miliardi di utenti attivi ogni mese, contro i 2.7 miliardi di Facebook, Instagram, Twitter e Snapchat.
Affidabilità, sicurezza e privacy preoccupano
Dei millennial intervistati da Retale, il 79% afferma di avere avuto esperienze positive interagendo coi chatbot. Ma la soddisfazione non è totale: almeno un 55% lamenta poca accuratezza o conversazioni troppo innaturali. Si spera in un miglioramento delle tecniche di intelligenza artificiale per risolvere questo aspetto. Il 28% degli utenti non desidera che un chatbot ricordi le interazioni passate.
Nel 2019 le conversazioni coi chatbot si faranno interessanti, ma entro il 2029…
…saranno indistinguibili da quelle sostenute con esseri umani. Questo è quanto ha dichiarato Ray Kurzweil a The Verge.
Il noto inventore, profeta della singolarità è anche stato assunto, lo ricordiamo, nel 2012 da Google proprio per lavorare su progetti relativi al riconoscimento ed elaborazione del linguaggio naturale.
L'importante è non ingannare gli utenti
In attesa del 2029 non cercate di ingannare gli utenti del vostro chatbot. Secondo VentureBeat, la maggior parte di loro (75%) vuole sapere con chi sta interagendo e una buona parte (60%) considera bizzarri i chatbot che tentano di farsi passare per umani. Ma il 12% adora farsi raccontare barzellette dai chatbot.
Oltre il 72% delle conversazioni in inglese inizia con “HI”
Sembra irresistibile la tentazione di scimmiottare una conversazione con un essere umano e moltissime conversazioni iniziano con “hi” o con “Hello” (nelle diverse combinazioni di maiuscole e minuscole).
Le persone sono pronte ad usarli
Secondo Mindshareworld, il 63% degli intervistati (1000 utenti di smartphone tra i 18 e 65 anni in Gran Bretagna) userebbe un chatbot per interagire con una azienda o un brand. Il 79% vorrebbe però poter parlare con un essere umano se lo richiedesse o se fosse necessario.
I chatbot possono essere influencer
Un 29% degli utenti preferisce usare le chat online e le app di messaggistica per chiedere consigli sugli acquisti. Lo stesso numero di persone che sceglie di interagire al telefono o per email.
Gli utenti vogliono essere consigliati
Nella maggior parte delle interazioni, i consigli richiesti riguardano prodotti in vendita al dettaglio (22%), prenotazioni alberghiere (20%) e consigli di viaggio (18%). Al quarto e quinto posto i consigli su farmaci (12%) e moda (9%).
Gli utenti sono pronti a fare acquisti attraverso un chatbot
Secondo la ricerca di DigitasLBi almeno un terzo degli americani comprerebbe qualcosa da un chatbot, spendendo in media 55 dollari.
Tra i millennial la percentuale di chi comprerebbe qualcosa un chatbot, sale al 67%!
Offerte speciali e coupon hanno un grande appeal
Il 36% degli utenti vorrebbe ricevere offerte speciali e coupon da un chatbot, quasi quanti coloro che vorrebbero solo dei consigli (37%).
Un buon 14% si affiderebbe ad un chatbot per fare operazioni bancarie online.
Gli utenti non vogliono essere delusi
Sempre secondo la ricerca di DigitasLBi, il 73% degli utenti (americani) intervistati non utilizzerebbe una seconda volta un chatbot della stessa azienda dopo una esperienza negativa.
Bonus
Se desiderate valutare meglio se utilizzare un chatbot per le vostre attività di marketing o di vendita, potreste voler dare una occhiata ad alcuni dei bot già in circolazione nelle diverse piattaforme.
Eccovi Botlist, un elenco forse incompleto, ma ricco e ben organizzato, per scovare e provare il chatbot che, forse, farebbe il caso vostro.
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