Sui social è cibo-mania. Alzi la mano chi tra di voi pubblica almeno una foto di cibo alla settimana. Scattiamo, sistemiamo luminosità, contrasto, atmosfera e nitidezza. Rendiamo uniche e a prova di effetto “wow” le foto dei nostri piatti preferiti. Amiamo condividere il cibo. Ma non tanto in senso fisico, quello lo facciamo solo in alcune occasioni o con persone che amiamo, quanto sui social, in particolare su Instagram.
È quasi impossibile scorrere tra i post popolari di Instagram senza visualizzare una foto che abbia come hashtag #foodporn, #delicious o #soyummy.
Intorno a questi hashtag sono nate tendenze che hanno cambiato la percezione del cibo e hanno influito sul nostro modo di consumarlo. Infatti una volta che le foto di questi piatti diventano instagram-friendly e virali, possono rivoluzionare il modo in cui li mangiamo. Ad esempio la colazione è passata da una semplice tazza di latte caldo e cereali a un più fotogenico toast con l’avocado (ci sono più di 500.000 foto condivise con l’hashtag #avocadotoast) o a coloratissimi smoothie.
Secondo il rapporto annuale della Waitrose Food and Drink realizzato in Gran Bretagna, i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno una probabilità cinque volte maggiore di condividere foto di cibo, rispetto alle persone con più di 55 anni. Questo spiega anche perché sia più difficile reperire, tra le foto di Instagram, piatti tradizionali e classici come una fumante polenta o una succulenta lasagna.
Cose che si vedono solo su Instagram
Per questo Instagram è diventato il regno dei gelati al gusto “unicorno” o delle torte a forma di flamingos e di hamburger alti quanto un grattacielo di New York. Il cibo fa tendenza e non importa se alla fine ciò che viene fotografato non è gustoso, l’importante è fotografare qualcosa di unico, che entusiasmi e catturi l’attenzione dei nostri followers. Ma saranno deliziosi cosi come sembrano?
Molti di questi piatti sembrano impossibili da mangiare, come il CheeseBomb del ristorante Maxwells di Londra, un hamburger completamente immerso nella fonduta di formaggio, che lo ha reso uno dei piatti più Instagrammati del ristorante.
Poi ci sono i cibi colorati e le bevande piene di coloranti e dolcificanti sciropposi, che solo palati di età inferiore a sette anni, possono provare piacere a gustarne un sorso, come il famigerato Unicorn Frappuccino di Starbucks.
Scegliamo il ristorante in base alle foto
Immaginate se il classico frappuccino si travestisse da unicorno. Una versione in edizione limitata della bevanda che è stata definita come “una combinazione di colori e sapori che cambiano” e che ha letteralmente spopolato su Instagram rendendolo il soggetto ideale per gli scatti di migliaia di utenti.
Non c’è dubbio che i social media hanno rivoluzionato il nostro modo di percepire il cibo e influenzato le nostre scelte di consumo.
A sostenerlo è la ricerca condotta da Havas Worldwide che analizzando i comportamenti dei Millennials, ha individuato come un’ampia fetta di questi utenti scelgono il ristorante guardando le foto su Instagram, vengono influenzati da ciò che mangiano le celebrità e iniziano a cucinare guardando le ricette dai brevi video di dieci secondi. Filtri, inquadrature e hashtag giusti, hanno reso sempre più attraenti cibi che prima non lo erano. Il junk food in questo vince a mani basse.
Cibi e ristoranti instagrammabili e chef Instagramers
La tendenza di rendere più attraenti i piatti o gli ingredienti che si utilizzano ha colpito non solo i singoli utenti, ma anche catene di supermercati, ristoratori e Chef pluristellati. I cibi instagrammabili sono arrivati sin sopra gli scaffali della nota catena di supermercati brittanica Sainsbury’s, dove sono comparse per la prima volta le uova blu.
Un test durato più di 5 anni con l’obiettivo di creare l’uovo dalla scatto perfetto. Ebbene si, le uova sono uno degli alimenti più fotografati su Instagram (circa 9 milioni di foto condivise con l’hashtag #eggs).
Per ottenere l’uovo è stata utilizzata una gallina particolare, la British Blue, che produce uova con un guscio azzurro e un tuorlo giallo brillante, supportato anche da una dieta a base di mais e fiori gialli come la calendula.
Nei ristoranti arrivano i kit per le foto
E anche i ristoranti si sono adeguati a questa tendenza come il Dirty Bones di Londra, che ha deciso di incoraggiare questa pratica, fornendo ai propri clienti un vero e proprio Instagram kit direttamente al tavolo, in modo da migliorare la qualità delle loro foto e aumentare il numero dei like.
Cosa contiene il kit? Una luce Led, un selfie stick treppiedi e delle lenti da agganciare al telefono. "Cerchiamo sempre di creare cocktail e piatti innovativi, che siano deliziosi e al contempo belli da vedere. Vogliamo aiutare le persone a scattare la foto perfetta", ha affermato il fondatore del ristorante Cokey Sulkin.
Altro caso è quello del ristorante israeliano Carmel Winery che ha creato un concept chiamato Foodography: si tratta di un intero menù servito in stoviglie speciali, progettate per permettere di scattare foto di qualità professionale attraverso lo smartphone.
Il risultato finale? Circa 400.000 dollari di promozione gratuita, grazie alla visibilità sui media globali e un aumento delle vendite del 13%.
E chi l’avrebbe mai detto che anche un pluristellato chef come Alain Ducasse, tre stelle Michelin presso l’Hotel Dorchester di Londra, potesse dichiarare che “la cucina è una festa per gli occhi e ho capito che i nostri ospiti desiderano condividere queste emozioni attraverso i social media.”?!
Mangiare con gli occhi
Ma perché così tanto interesse per il cibo da guardare, invece che da mangiare? Come diceva il gastronomo Apicio nel I secolo d.C.: “il primo assaggio è quello con gli occhi”. Il nostro cervello si nutre su Instagram. Tutti abbiamo provato quella sensazione di formicolio allo stomaco che ci coglie di sorpresa quando vediamo un piatto gustoso. Diverse ricerche dimostrano che la semplice vista di piatti belli da vedere, scatena alcune aree del cervello, tra cui quella della ricompensa e del gusto.
Ogni qualvolta visualizziamo immagini di alimenti succulenti, il nostro cervello simula di mangiare realmente il cibo che stiamo guardando, impegnando più energie del previsto per resistere a queste tentazioni digitali.
Per fortuna che mangiare con gli occhi si può, tanto non si ingrassa.