Bello da mostrare, con noi ovunque andiamo, confidente, amico e tramite per le nostre relazioni in maniera sempre performante: è lo smartphone, senza il quale non sappiamo più stare. E se per alcuni, gli "immigrati digitali", la propria vita si potrebbe dividere tra prima e dopo lo smartphone, per altri c’è sempre stato.
Da un sondaggio condotto nel nostro paese dal Centro per la Salute del Bambino Onlus emerge che la presenza dello smartphone in famiglia è arrivata a un rotondo 100% (la televisione è al 95%) e il tablet al 68%. Nel secondo anno di vita, il 60% dei genitori lascia usare il cellulare o lo smartphone ai figli e nella fascia fra i 2 e i 5 anni questa percentuale sale gradualmente fino a sfiorare l’80%.
Se nei primi anni di vita la situazione è questa, difficile pensare che negli anni a venire se ne farà a meno, costi quel che costi. E proprio a proposito di prezzo da pagare, dall’Università di San Diego non arrivano buone notizie, soprattutto per quel che riguarda l’adolescenza.
Adolescenti e smartphone: un rapporto pericoloso
L’adolescenza è un periodo difficile da attraversare e ovunque troviamo comprensione ci rifuggiamo. Il problema è che, nel tempo, il modo in cui ciò avviene è cambiato e non promette grandi cose.
Da una ricerca condotta Jean Twenge, Professore di Psicologia, e i suoi colleghi, emerge che in soli cinque anni tra il 2010 e il 2015, il numero di adolescenti statunitensi che si sentivano inutili e senza gioia - i classici sintomi della depressione - è cresciuto del 33%. I tentativi di suicidio tra i teenager sono aumentati del 23%. E, ancora più preoccupante, il numero di suicidi tra i 13 e i 18 anni è balzato al 31%.
Che cosa è successo in un così breve periodo di tempo? Colpa dell’adolescenza e basta? È difficile anche attribuire la causa di questo fenomeno esclusivamente ad altro: infatti tra i suicidi compaiono ragazzi e ragazze provenienti da ogni ceto sociale, da diverse regioni e non appartenenti a nessuna etnia in particolare.
L’analisi al centro della ricerca ha rilevato che la generazione di adolescenti definiti “iGen" - quelli nati dopo il 1995 - ha molte più probabilità di sperimentare problemi di salute mentale rispetto ai loro predecessori millenari.
Dopo aver setacciato diversi sondaggi sugli adolescenti per trovare una giustificazione, si è scoperto che tutto risale a un grande cambiamento nella vita dei ragazzi: l'improvvisa ascesa dello smartphone.
Secondo il Pew Research Center, la proprietà degli smartphone ha superato la soglia del 50% alla fine del 2012 - proprio quando la depressione e il suicidio adolescenziale hanno iniziato ad aumentare. Entro il 2015, il 73% degli adolescenti aveva accesso a uno smartphone. Non solo l'uso degli smartphone e la depressione sono aumentati in tandem, ma anche il tempo trascorso online pare abbia avuto il suo ruolo.
Stare dietro a uno schermo a volte facilita le cose, soprattutto quando sei un adolescente che teme le figuracce, che non sa esprimere se stesso, quando non ti piaci e pensi che gli altri vedano in te solo difetti. Il display dietro al quale ti nascondi sembra davvero essere un amico ma l'esagerazione può provocare seri problemi.
Dagli studi emerge che gli adolescenti che trascorrevano cinque o più ore al giorno online avevano il 71% di probabilità in più rispetto a quelli che spendevano meno di un'ora al giorno di essere colpiti da depressione, pensare al suicidio o tentare il suicidio. Nel complesso, i fattori di rischio di suicidio sono aumentati in modo significativo dopo due o più ore al giorno online.
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In particolare, in questo scenario, vanno nominati i social network e il posto che occupano nella nostra vita. Dagli studi emerge che passare molto tempo sui social media porti all’infelicità: a un terzo dei partecipanti alla ricerca è stato proibito di usare Facebook per una settimana e al termine dell’esperimento ha dichiarato di sentirsi meno depresso.
Dunque non c’è una stretta correlazione tra depressione e social network, preesistenti al 2012, quanto piuttosto tra depressione e tempo speso online, aumentato grazie allo smartphone sempre a portata di mano. Ma attenzione! Tutto dipende non dal possedere uno smartphone ma dall’uso che se ne fa.
A cosa rinunciamo quando siamo online
Può sembrare banale ma le conseguenze non lo sono affatto. Essere online per molto tempo ci priva di un elemento alla base della felicità umana: l’interazione faccia a faccia.
Stando ai dati ma è facile da capire, l’utilizzo consistente dello strumento fa in modo che gli adolescenti di oggi abbiano sempre meno interazioni sociali e questo può provocare isolamento e condurre verso uno stato depressivo o, ancora peggio, risulta essere uno dei principali fattori che conducono al suicidio.
Dalla ricerca emerge che gli adolescenti che passano più tempo della media online e meno della media in compagnia degli amici sono i più inclini alla depressione. È quello che è successo dal 2012: gli adolescenti hanno speso meno tempo in attività note per il beneficio della salute mentale (interazione sociale di persona) e più tempo per attività che potrebbero danneggiarla (tempo online).
Non solo. Non dormire abbastanza è un importante fattore di rischio per la depressione e gli adolescenti che passano più tempo sui loro dispositivi hanno maggiori probabilità di non dormire abbastanza.
Depressione e suicidio hanno molte cause: predisposizione genetica, ambienti familiari, bullismo e traumi di vario genere possono ricoprire un ruolo in tal senso.
Però, senza creare facili allarmismi, è possibile affermare che alcuni adolescenti vulnerabili, che altrimenti non avrebbero avuto problemi di salute mentale, potrebbero essere scivolati in depressione a causa del troppo tempo trascorso sullo schermo del proprio smartphone, scarsa interazione sociale faccia a faccia, sonno inadeguato o una combinazione di tutti e tre i fattori.
Insomma cari ragazzi e ragazze, nonostante il nostro amore per il digital, ci sentiamo di invitarvi ad uscire, di sforzarvi di farlo e di godere di questo tempo in modalità offline perché per stare dietro a uno schermo ore e ore ne avrete di occasioni... E potreste rimpiangere di non esservi goduti davvero "la libertà" della vostra età!