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  • Privacy e responsabilità: Tim Cook le suona alle Big della Silicon Valley

    Tim Cook ha messo in guardia la Silicon Valley: le società tecnologiche si assumano la responsabilità del caos che hanno creato

    17 Giugno 2019

    Le società tecnologiche devono assumersi la responsabilità di quello che hanno creato. Del caos che hanno creato. A richiamare le Big Tech è stato nientemeno che il CEO di Apple Tim Cook e lo ha fatto nel corso di un intervento davanti agli studenti dell’università di Stanford. Cook ha toccato diversi argomenti, inclusi accenni ai pericoli della sorveglianza governativa di massa e da parte delle aziende con la memorizzazione indiscriminata dei dati legati agli utenti.

    Rivendicare i meriti senza accettare la responsabilità

    É vero, non ha citato alcuna aziende in particolare, anche se il suo riferimento appare diretto ai social media e anche a Theranos, la start up che prometteva di rivoluzionare gli esami del sangue e poi è stata travolta dagli scandali. «Ultimamente – ha detto – l’industria tecnologica è più conosciuta per qualcosa che è meno nobile dell’innovazione: ovvero per il ritenere che si possano rivendicare i meriti senza accettare la responsabilità».

    Non perdiamo la libertà di essere umani

    «Lo vediamo tutti i giorni con il furto di dati, le violazioni della privacy, un occhio chiuso sui discorsi di incitamento all’odio, le fake news che avvelenano il nostro dibattito nazionale, e i falsi miracoli in cambio di una goccia di sangue», aggiunge Cook. «Se accettiamo come normale e inevitabile che qualsiasi cosa nella nostra vita possa essere aggregata, venduta e rubata in caso di attacco, allora perdiamo molto più che i soli dati. Perdiamo la libertà di essere umani».

    Come Steve Jobs nel 2005

    Il discorso di Cook è terminato parlando dell’importanza di lasciare un segno, invitando gli studenti a seguire il proprio percorso, con un accenno anche alle parole pronunciate da Steve Jobs nel discorso di auguri ai laureandi di Stanford del 2005, invitando a non farsi farsi intrappolare dai dogmi e vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone.