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  • Pechino vuole fare piazza pulita delle tecnologia Usa. In tre anni

    Secondo il Financial Times, tra i venti e i trenta milioni di hardware potrebbero essere sostituiti con sistemi sviluppati internamente

    10 Dicembre 2019

    La Cina vuole fare piazza pulita della la tecnologia straniera, prima di tutto Made in Usa, dai computer delle agenzie governative e di altri uffici pubblici nei prossimi tre anni, in un nuovo segnale di escalation con gli Stati Uniti sul piano della tecnologia. Tra i venti e i trenta milioni di hardware, ha scritto il Financial Times, potrebbero essere sostituiti con sistemi sviluppati internamente in base a una formula, il “3-5-2”, che indica un rimpiazzo del 30% di computer il prossimo anno, del 50% nel 2020, e del 20% nel 2022.

    La strategia di Pechino

    La mossa è in linea con una legge approvata nel 2017 sulla Sicurezza Informatica, e con le ambizioni di Pechino di ridurre la propria dipendenza dalla tecnologia straniera per sostenere lo sviluppo di sistemi interni, contenuta anche nella strategia Made in China 2025 per lo sviluppo del manifatturiero avanzato, scomparsa dai media statali per evitare di irritare gli Stati Uniti, ma mai accantonata dai dirigenti cinesi.

    Ricavi per 105 miliardi di dollari

    La mossa si andrebbe a ripercuotere sui colossi della tecnologia a stelle e strisce, tra cui il quotidiano londinese cita Hp, Dell e Microsoft, che in Cina generano ricavi per 150 miliardi di dollari l’anno, anche se, secondo le stime del gruppo di consulenza Jefferies, una buona parte di questi ricavi provengono dal settore privato. La pressione sul piano di eliminazione della tecnologia straniera dai suoi apparati chiave svelato dal Financial Times (a cui Pechino starebbe pensando già dal 2014) sarebbe ora più forte a causa degli attriti con gli Stati Uniti.

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