Di solito amiamo riempirci la bocca di belle parole su internet e di quanto sia grandiosa la rivoluzione del 2.0, della libertà di espressione e del fatto che la censura in rete non esiste. Siamo tutti molto fighi quando parliamo di e-democracy e condivisione e siamo molto contenti.
Siamo avanti, siamo liberali, a noi la proposta Pecorella ci mette i brividi, internet è libero, noi amiamo internet!
I love Internet è infatti il nome del contest lanciato da Wired e Telecom Italia su Zooppa il cui brief tra le altre cose dice questo: “lanciare attraverso i vostri video un grande messaggio di amore per la rete. "IO AMO INTERNET. Per un uso responsabile e libero della rete". Un messaggio rivolto alla società italiana, al mondo dell'economia e della politica, affinchè la rete sia finalmente compresa, apprezzata e valorizzata. Un messaggio composto da tanti messaggi: i vostri.”
Noi abbiamo colto al volo questa opportunità, ci sembrava una bella iniziativa ed esortati “a esprimersi liberamente, senza paura, senza filtri” abbiamo deciso di partecipare. A modo nostro però.
Dunque con un po’di spirito goliardico abbiamo inviato questo video di Gianfranco Marziano
in cui il nostro parla del suo rapporto con la rete, sicuri del fatto che sarebbe stato rimosso dato il linguaggio non proprio degno dell’Accademia della Crusca e il carattere chiaramente provocatorio del messaggio.
E così è stato. Dopo poche ore il video è stato eliminato, forse anche giustamente, dato che non rispettava i termini del regolamento: “Unfortunately I had to pull your ad for being too vulgar. You use language that is against our terms and conditions.
Please re-submit your ad without vulgar language.
Thank you”
Una provocazione quindi la nostra. Ma perché?
Perché è dalle provocazioni che spesso nascono le discussioni più interessanti e il video ne avrebbe sicuramente scatenate alcune su tematiche importanti legate al web: libertà e censura, credibilità e autorevolezza dei contenuti o ancora avrebbe potuto generare un dialogo sul valore dell’autenticità.
Ci chiediamo se in rete è possibile fare tutto ciò che si vuole, è realmente questa la libertà di cui abbiamo bisogno? E se alcune cose non le riteniamo idonee, come nel caso del nostro video, rimuoverlo da un sito rappresenta davvero una censura oppure in questa azione si esprime la libertà di chi gestisce dei mezzi di comunicazione di ritenere inopportuni alcuni contenuti?
E ancora secondo quali criteri si stabilisce se un contenuto possa avere un certo valore o possedere caratteristiche da tutti (?) condivisibili?
E se decido di censurare il video su una piattaforma, chi mi dice che se pubblicato altrove non possa avere una maggiore risonanza, magari proprio in seguito alla censura?
Il fatto che il video sia stato rimosso non impedisce di sviluppare questo dialogo, anzi forse ci fornisce qualche elemento di valutazione in più.
Il video di Marziano è solo il punto di partenza per discutere intorno a queste domande che ci stiamo ponendo e a cui onestamente non credo possiamo avere risposte certe.
Alcune considerazioni sul valore della libertà in rete le abbiamo sviluppate:
"la potenza del web è che l’unione fa la forza e il social networking = potere = libertà".
Ma non libertà come valore assoluto, altrimenti rimaniamo nella vecchia accezione, ma libertà come insieme delle possibilità di scelta che ha un individuo.
Si tratta del passaggio dalla dimensione estetica a quella etica. Ora non voglio scomodare Kant e Kierkegaard e tutti quelli che si sono interrogati sul tema, ma parrebbe che il soggetto diventi tale quando inizia a prender consapevolezza di poter scegliere.
Sino ad oggi, dalla nascita delle nazioni, nessuna forma di stato ha consentito all’uomo di poter essere realmente libero. Le distorsioni Socialiste sappiamo cosa hanno prodotto, per non parlare del Capitalismo, indubbiamente la forma di totalitarismo più estrema che stiamo subendo da anni, che in nome della Libertà come valore assoluto, ha inibito tutte le libertà come scelta relegandole a POSSIBILITA’ (sono libero di studiare se me lo POSSO permettere, sono libero di ballare se POSSO comprarmi i dischi, etc.. etc..).
La cosa bella invece è che la rete sta abbattendo questa barriera, questo slittamento semantico di LIBERTA’ come POSSIBILITA’ economica, reificando la prima forma di democrazia reale, almeno per noi benestanti occidentali che possiamo permetterci internet, il computer, la corrente elettrica e pure il succo di frutta che beviamo mentre guardiamo i video di YouTube.
Sono libero di poter esprimere la mia creatività: produco musica e la diffondo.
Sono libero di viaggiare: anche senza soldi sfrutto la rete delle conoscenze che ho per il mondo (o anche grazie al coach surfing).
Sono libero di respirare…
Sono libero di….
E così via…”.
Il nostro pensiero è espresso in queste parole. Quello che ci interessa ora è invitarvi a partecipare a questo ottimo progetto promosso da Wired e Telecom Italia sicuramente e conoscere il vostro pensiero; vogliamo ricevere le vostre critiche, confrontarci con voi. Dobbiamo capire cos’è internet, cos’è la libertà, dove stiamo andando.
Noi non lo sappiamo ma intuiamo che il valore della dialettica sia il primo da recuperare.
Piccola nota personale: io non amo internet, amo alcune cose. Altre le detesto.