La promozione di film e serie TV via social network ormai non ci stupisce più, così produttori e distributori sono sempre costretti a trovare nuove vie per cercare di destare l'attenzione del pubblico.
Se il prodotto è poi un blockbuster ad elevatissimo budget (più di 230 milioni di dollari) c'è tanto da investire in pubblicità e con non poca soddisfazione.
Così per Avatar di James Cameron, film evento 3D in uscita il 18 dicembre (ma in Italia solo dal 15 gennaio), oltre al lancio di numerosi trailer "convenzionali" si è pensato di crearne uno completamente interattivo, basato su Adobe Air.
A livello contenutistico il prodotto interattivo non rappresenta semplicemente la somma di tutti i trailer ufficiali già rilasciati ma è arricchito da piccoli cortometraggi relativi al making of del film (famoso anche per le innovative strategie di ripresa) e ricchi di approfondimenti sui personaggi principali.
Inoltre, alcuni hotspots sui protagonisti appaiono direttamente durante la visione dei trailer convenzionali ampliando così lo spazio narrativo dello stesso trailer interattivo.
Il tutto è poi integrato con i profili di Twitter, Flickr e YouTube dedicati ad Avatar: le news pubblicate su ciascuno di essi appariranno anche durante il trailer interattivo, facendo dunque sì che quest'ultimo non abbia mai una forma veramente definitiva bensì si definisca dinamicamente.
Inoltre, grazie ad un accordo con LG, Facebook ed MTV hanno ospitato un webcast di Cameron il 3 dicembre.
L'operazione sembrava non avere nulla di particolare, se non fosse che di solito le grandi produzioni non si degnano troppo di interagire così profondamente con i propri fan sui social networks, peraltro prima dell'uscita dei film.
Strutturalmente il webcast è durato mezz'ora, durante la quale James Cameron, il produttore Jon Landau e gli attori Sam Worthington e Zoe Saldana sono stati intervistati da Josh Horowitz che cura le notizie per MTV.
I fan hanno potuto esporre le proprie domande attraverso la fan page di Facebook ed attraverso video su YouTube.
Non che si tratti di una cosa mai accaduta - pensiamo ai red carpet live per New Moon (via MySpace) e This is It (via Ustream) che costituiscono altri esempi di webcast di successo - ma mai per una produzione così imponente.
D'altra parte la presenza sui social network equivale ad una pubblicità gratuita che si fonda anche sul valore del passaparola ed accresce la conoscenza del proprio prodotto. Non è un caso se Alicia Keys ha deciso di mandare in streaming il suo nuovo album - The Element of Freedom - via Facebook ma solo per i fan della sua pagina.
Ciò da un lato crea un evento senza precedenti, suscettibile dunque di notiziabilità, ma soprattutto spinge anche i non fan a diventarlo facendo leva sulla gratuità dell'iniziativa (e restando al panorama musicale non possiamo non accennare ad altri due grandi eventi in rete quali il recente concerto degli U2 e la strategia di "vendita" di In Rainbows dei Radiohead), per quanto comunque l'album sia ascoltabile ma non scaricabile.
Insomma, passare attraverso i social network non è più una scelta quanto piuttosto un'esigenza irrinunciabile, non solo sotto l'aspetto della presenza ma soprattutto dal punto di vista dell'interazione e collaborazione con i fan.
L'era degli avatar e dei nickname ha segnato gli anni '90, oggi i fan ci "mettono la faccia (ed il nome)": vogliamo ignorarli?