Alzi la mano chi di voi ancora non conosce Raiperunanotte? Vabbè, per chi non lo conoscesse, Raiperunanotte è l'evento promosso dalla FNSI (Federazione Nazionale della stampa italiana) e dall'Usigrai, e condotto da Michele Santoro il 25 marzo al Paladozza di Bologna, per difendere l’informazione e la libertà di stampa.
Per organizzare questo evento, costato 130.000 euro, hanno contribuito diversi sponsor (tra cui Fastweb e Current Tv) e 50.000 sottoscrittori, che hanno effettuato una donazione di 2,5 euro (tramite paypal e bonifico).
Raiperunanotte è stato trasmesso da diversi mezzi broadcasting (Tv satellitari, tv locali, Digitale Terrestre e Radio), Digitali (streaming online, Social Network, Blog, Quotidiani Online e Mobile) e Out-of-Home (le diverse piazze di italia e locali pubblici che hanno trasmesso raiperunanotte attraverso i maxischermi).
Ed è proprio per la natura cross-mediale dell'evento che i dati auditel perdono significato, perchè cambiando le dinamiche di distribuzione dei contenuti, cambiano di conseguenza anche quelle di fruizione. Ad esempio qui sotto un grafico realizzato da Trendistic e pubblicato da ezekiel su Twickpic che mostra i trend di ricerca su twitter del hashtag #raiperunanotte durante l'evento rispetto ad altri grandi eventi;
È interessante notare che alle 22 l'hashtag dedicato raggiunge quello Obama (rispettivamente 0.18% e 0.2% del totale). Considerando quindi le difficoltà nel misurare l'audience di questa "trasmissione", l'istituto di ricerche e analisi Human Highway ha realizzato e pubblicato questo interessante report, che analizza l'audience totale (live e differita) dell'evento:
Anche se il mezzo che contribuito maggiormente alla diffusione dell'evento è la tv (47,1%), è interessante notare l'apporto dell'online (33,3%). Per quanto riguarda infatti l'audience online, il 35,9% ha seguito l'evento in web streaming, il 7,3% sui Social Network (Twitter e Friendfeed soprattutto) e il 6,9% sui Quotidiani Online. Inoltre il 10,1% ha seguito l'evento su più mezzi contemporaneamente.
Nell'articolo "Dialogo tra sordi in diretta tv", Gerhard Mumelter - corrispondente dall'Italia del quotidiano austriaco Der Standard, sostiene che: "Questi programmi peccano di un vizio antico del sistema televisivo italiano, da sempre infestato dalla politica: sono un palcoscenico per la partitocrazia". [..] "Perché, invece di lamentarsi soltanto, non si decidono a invitare meno politici e ad aprire i loro salotti alla società civile, alle donne, ai giovani, alle forze creative del paese?"
Per contro, cè chi, come Gianluca Neri di Macchianera che su Twitter scrive: "Avete presente quella sensazione che uno ha una volta ogni 5 anni, di stare assistendo a un evento storico?".
Forse la ragione sta nel mezzo, come sostiene Giovanni Boccia Artieri che pur apprezzando il valore di quei pubblici connessi, evidenzia come la tv abbia chiesto al web di guardarla. "Alla fine abbiamo comunque sperimentato le potenzialità di un modo di produrre informazione diverso nella forma. Se la prossima volta sperimentiamo anche sui contenuti portando la realtà dei pubblici connessi in TV riusciremo a capire meglio cosa potrà creare l’integrazione fra i mezzi e fra le intelligenze (e stupidità)."
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