Oggi abbiamo con noi Luca Consentino, un giovane che insieme ad altri cinque soci ha creato Creativa, una piccola (almeno per ora) agenzia pubblicitaria. Ci racconterà qual è stata la sua esperienza e ci darà qualche prezioso consiglio su come avviare la nostra impresa. Magari alla fine di questo articolo verrete contagiati dalla voglia di mettervi in gioco, oppure risolverete alcuni dubbi o paure che vi frenano.
Cosa vi piacerebbe leggere nella sezione business?
Facciamo un esperimento, mi piacerebbe rinnovare un po' la sezione business di NinjaMarketing. Ovviamente ho delle mie idee su come farlo, ma sarebbe interessante sentire anche quali sono le cose che voi vorreste sapere e che vi piacerebbe leggere all'interno di questa sezione.
(Ciao Luca, raccontami un po' chi sei e qualcosa sulla vostra impresa, Creativa)
Sono uno studente di ingegneria gestionale a La Sapienza di Roma. Abbiamo deciso di aprire questa società, Creativa, inizialmente per divertimento, per una sfida personale. Siamo 5 soci, tutti ragazzi giovani, di massimo 25 anni. L'idea di Creativa nasce perché veniamo tutti dal mondo dell'intrattenimento notturno, dove più' volte siamo stati a contatto con forme di comunicazione pubblicitaria che spesso hanno avuto esiti deludenti perché venivano fatte in maniera classica, aspettando che fosse la gente ad andare a cercarsi il messaggio pubblicitario.
Essendoci resi conto che questo non funzionava, abbiamo deciso di aprire questa società fatta da giovani con lo scopo di lavorare sui giovani, quindi su noi stessi, andare a capire quali fossero le attitudini e le ciò che risulta attraente per i giovani e il pubblico universitario. Lo studente si sveglia la mattina, va all'università, dedica gran parte della sua giornata allo studio e lascia poi uno spazio importante per l'intrattenimento personale, per il divertimento. Ecco, noi vorremmo studiare ancora meglio questo tipo di atteggiamenti per poi veicolare meglio un messaggio pubblicitario che possa essere fresco, divertente, coinvolgente, ma soprattutto emozionante per chi lo va a ricevere.
(ok raccontami ora quali sono state le fasi di sviluppo della vostra impresa e le eventuali difficoltà che avete incontrato)
Tutti noi già da diversi anni, per divertimento, svolgevamo delle attività legate all'intrattenimento notturno, ma solamente per gioco. Era più' un hobby che un lavoro vero e proprio.
La parte più' difficile che ricordo è stata proprio decidere se aprire la società, quindi proprio il momento in cui si passa alla parte burocratica, quando si va dal notaio o dal commercialista. In quel momento provi diverse emozioni: non sai bene come orientarti, non hai il coraggio di investire dei soldi, sei giovane stai terminando gli studi, non sai bene dove vuoi arrivare.
Una volta avviata la società onestamente le difficoltà diminuiscono, perché ti trovi da un giorno all'altro all'interno di un'esperienza che comunque vuoi portare avanti e in cui devi solamente far fronte ai costi. Una volta fatto questo, sei totalmente emozionato, fomentato, hai voglia di andare avanti, di capire dove arrivi. La parte più' difficile, ripeto, è avere il coraggio iniziale, soprattutto perché ti carichi anche di responsabilità di altre persone, dei tuoi soci.
La difficoltà piu' grande è decidere come presentarti
La difficoltà più' grande è decidere come presentarti, noi siamo un'agenzia di pubblicità fondamentalmente. Non siamo di certo gli unici, anzi siamo un piccolo puntino in mezzo a milioni di piccole, grandi grandissime società che fanno già questo tipo di lavoro da anni e sono sicuramente più' bravi di noi. Quindi all'interno dell'immenso mondo della pubblicità devi cercare di capire come scardinare gli schemi, come farti dare fiducia e soprattutto come presentarti.
(Voi cosa avete fatto a riguardo?)
Noi ci siamo specializzati sul mondo dei giovani. Insomma chi meglio di noi li conosce. Abbiamo la fortuna di viverci in mezzo ai giovani, siamo ragazzi, siamo studenti, quindi quello che farei io, lo fanno un po' tutti gli altri e ciò rende tutto un po' più' facile. Contemporaneamente si tratta un mercato molto specializzato, quindi la domanda non è altissima, devi andare tu a cercare il cliente in una fase iniziale, non è di certo il cliente a venire di te. Il cliente all'inizio non si fida di te, devi fare in modo che lui si fidi, devi dargli un'idea nuova. Una volta creato un rapporto con i primi clienti si va avanti bene, il prodotto piace. Cito per esempio l'iniziativa che abbiamo organizzato per la promozione del film "Innocenti bugie" qui a Roma, abbiamo fatto una caccia al tesoro per i giovani che è andata molto bene.
Menti diverse, con obiettivi comuni da raggiungere
(Nella mail che mi hai scritto dicevi che c'è stata all'inizio una certa difficoltà nel conciliare le esigenze delle diverse persone che lavorano nella società)
Quello di cui ti parlavo nella mail è la difficoltà di conciliare menti diverse, provenienti da background diversi e da studi diversi. La mente che ti forma ogni rispettiva università, il modo di arrivare allo stesso obiettivo, è veramente diversa. Questo rende tutto più difficile perché in società piccola come la nostra è difficile definire i ruoli perché comunque i lavori non sono tanti. Inizialmente non hai la capacità e la possibilità di dividere i confini all'interno della società.
Quando poi i lavori aumentano diventa tutto più' facile. Ora siamo cresciuti, abbiamo una collaboratrice esterna, una stagista, uno studio grafico, una grafica freelance che lavorano con noi. Ora iniziamo a dare anche una forma a questa società.
Inizialmente però è difficile perché c'è chi predilige il contatto personale, chi vuole a tutti i costi stupire e quindi si sforza per cercare qualcosa di buono da proporre all'azienda. Può capitare che ci si scontri, i lavori non arrivano e quindi non puoi nemmeno vedere immediatamente il risultato dei tuoi lavori. E' molto difficile conciliare le proprie esigenze con quelle degli altri e trasmettere agli altri la tua concretezza, i tuoi obiettivi, a persone che magari hanno semplicemente un altro modo di lavorare, non necessariamente sbagliato, ma diverso.
Mettersi in proprio o non mettersi in proprio? Questo è il problema
(Alla fine dei conti conviene aprire una propria impresa? Quali sono le motivazioni che vi spingono a continuare e a fare bene il vostro lavoro)
Assolutamente conviene fare una cosa propria,è fantastico avere un giocattolino tra le mani, ti dà delle motivazioni enormi e sono contento, in questa fase della mia vita, di avere una mia società, un'attività dove sbagliare, dove imparare, piuttosto che lavorare da altre parti, in cui il rischio più grande è quello di non trovarti in difficoltà, quindi rischiare di non fare tu le cose, di far farle agli altri, e quindi non imparare.
Qui invece impari tutto, la parte burocratica come la parte pratica. Perciò sono molto a favore delle nuove startup, sono a favore dell'imprenditoria giovanile, è davvero una cosa stimolante. Ti svegli la mattina con degli obiettivi abbastanza chiari per la giornata, vai a letto la sera soddisfatto o non soddisfatto di quello che hai fatto, con un quadro chiaro di quello che hai fatto e quello che invece avresti dovuto fare durante la giornata.
Queste sono delle motivazioni molto importanti per una persona giovane che ambisce ad una carriere importante, sono lezioni di vita secondo me.
Un paio di consigli per iniziare la tua impresa
(Ok l'ultima domanda. Hai voglia di dare un paio di consigli ai giovani che vogliono aprire una loro impresa, un messaggio di incoraggiamento)
In Italia quello che sto per dire potrà sembrare un po' strano però io sono una persona che crede molto nella meritocrazia. Penso che l'impegno dia i suoi frutti, non sono quello che ti dice che in Italia si va avanti solo per raccomandazione o qualcosa del genere. Non sono nemmeno convinto che all'estero sia tutto migliore, sicuramente è un po' più' facile, però chi vuole aprire una propria impresa, bisogna prima di tutto credere in sè stessi e credere nel fatto che se ti impegni per dieci i risultati arrivano per dieci.
E' un mondo dove sicuramente chi lavora viene premiato, chi si impegna viene premiato. Assolutamente dico di credere in sè stessi e di avere il coraggio di investire, anche se leggendo un giornale si legge la parola crisi dovunque da diverso tempo. Secondo me la crisi riguarda altri settori, altre cose, e non un giovane che comunque vuole fare carriera e ha realmente voglia di fare.
Certo che se poi si crede che aprire una società vuol dire fare tanti soldi guardando la televisione tutto il giorno, questa è ovviamente una cosa impossibile. Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco, di mettersi in discussione, di dire ho sbagliato, di dire potevo fare di più e meglio. Se uno tutti i giorni va a dormire con questa consapevolezza si può arrivare a traguardi molto alti. Questo è secondo me quello che manca un po' al momento nel mondo del lavoro giovanile.