Il disegno di Facebook parte da lontano e si concretizza e si sviluppa nelle piccole-grandi rivoluzioni che passano sotti i nostri occhi, a volte quasi inosservate.
Mark Zuckerberg ha iniziato con il network di Harvard per poi arrivare a 600 milioni di utenti. E' partito con i messaggi privati per poi (cercare di) aggregare qualunque tipo di messaggio all'interno della super inbox.
“Non vediamo l'ora di vedere i nuovi tipi di app che creerete usando gli iframe nelle tab delle pagine (We are excited to see the new types of apps you build using iframes in Page Tabs)”
Recita così la chiusura del post sul Facebook Developers Blog, dove viene presentata quella che per alcuni, integrata alle nuove fan-page, è una delle più grandi innovazioni che il team di Facebook abbia mai proposto: le tab iframe per le pagine.
Un’idea talmente semplice da essere geniale. In termini pratici questa grande novità tocca, come detto, le fan page: le tab delle stesse (ecco un esempio) oggi possono contenere esclusivamente contenuti FBML (Facebook Markup Language) e FBJS (Facebook JavaScript) che sono linguaggi proprietari e, automaticamente, ricchi di limitazioni in termini di funzionalità.
Con il passaggio agli iframe sarà possibile, invece, contenere nei tab qualsiasi cosa il gestore della fan page desideri, sviluppata nei più tradizionali e confortevoli HTML, Javascript e CSS. Persino parte del proprio sito istituzionale, o un suo “adattamento” appositamente elaborato.
La portata del cambiamento è facilmente intuibile: Facebook diventa un contenitore del web, nel quale il titolare di un’azienda potrà non solo presentare il proprio prodotto o servizio aggiornando i suoi fan sulle novità più gustose, come accade oggi, ma anche conservare la propria web identity agli occhi del cliente.
Un compromesso che, evidentemente, hanno ritenuto accettabile negli uffici di Palo Alto: se, infatti, da un lato c’è la perdita del “controllo” sull’utente, non più limitato al layout classico di Facebook, dall’altro la prospettiva di diventare “ombelico del mondo” digitale è evidentemente troppo allettante. Il gioco vale la candela.
Anche se, accanto a quest’affermazione, più d’uno ha posto un punto interrogativo, e i motivi sono diversi. Dalla maggiore complessità di sviluppo ed implementazione delle tab, che richiederanno skills più elevate agli sviluppatori, ai potenziali problemi sugli apparati server di cui le aziende dovranno dotarsi per integrare le applicazioni, necessariamente più performanti e, quindi, costosi.
Senza dimenticare la maggiore libertà di creare applicazioni malware, forse il dettaglio più trascurato nell’euforia generale.
Lo switch off è vicinissimo: dall’11 Marzo non sarà più possibile sviluppare in FBML e FBJS e, nonostante tutte le applicazioni esistenti in quella data continueranno a funzionare, il team di sviluppatori si raccomanda “vivamente” di compiere la transizione il più presto possibile. Occhio però: nonostante le nuove iframe Tabs consentiranno di sbizzarrirsi tra autoplay di video e musica, fino a questo momento non implementabili direttamente nelle tab, ci sono stati ovvi cambiamenti anche nelle Policy che limitano la fruizione di alcuni contenuti.
Facebook si propone di rivoluzionare il mercato e le sue regole, concentrarsi sull’evoluzione continua e credendo nel semplice piuttosto che nel complesso.