Se c’è una cosa del vecchio modo di guardare la tv di cui si sente oggi la mancanza, in un tempo in cui qualunque programma-film-serie è reperibile in rete (più o meno legalmente) su una quantità di piattaforme (streaming, peer-to-peer, stores online) e consumabile su una molteplicità di dispositivi (mentre scrivo il ragazzino di fronte a me in treno si gode una puntata di Californication sul suo iPhone) è forse la condivisione collettiva di una determinata visione, il gruppo riunito davanti alla tele, il sentirsi parte di un unico pubblico piuttosto che singoli utenti dispersi e con le cuffiette.
Una nuova esperienza di visione?
Per quanto gli strumenti di condivisione sui vari social-network abbondino, manca probabilmente uno strumento che permetta uno sharing efficace soprattutto a livello emotivo di un contenuto video. Si può condividere un link sull’ultima puntata di Letterman, certo. Oppure partecipare ad una chat di gruppo su un’amichevole precampionato del Milan. Sono esperienze utili e divertenti, ma manca qualcosa. Mancano le facce degli amici al tuo fianco. E manchi tu che guardi le loro facce che guardano. O forse: mancavano.
Ora che Google ha deciso di affrontare il suo acerrimo nemico direttamente nel campo dei social network presentando il suo Google+, sono molti a suggerire che una delle grandi sfide lanciate a Facebook potrebbe riguardare proprio la sezione video.
Basta fare 1 + 1
1) Google controlla YouTube, as you know, il più grande archivio online di video user generated. Negli ultimi giorni ci sono inoltre state alcune indiscrezioni circa la possibile acquisizione da parte del gigante di Mountain View di Hulu altro piccolo ma prezioso serbatoio di contenuti video (a differenza di Youtube, penalizzato dal controllo sul copyright, su Hulu sono disponibili interi episodi di seguitissime serie tv). Insomma: un enorme, gigantesca, disponibilità di contenuti video da distribuire ai propri utenti. Potenzialmente anche tramite Google+.
2) Google +. Se siete stati invitati e avete aperto un vostro account conoscerete probabilmente la funzione “hangouts”: si tratta della possibilità di “uscire virtualmente” con un gruppo selezionato di amici, con i quali è possibile tra l'altro condividere un determinato contenuto via video-chat. Diciamo che come programma per la serata butti lì un determinato url: le facce degli amici che decidono di seguirlo ti appaiono sullo schermo via webcam. E’ facile immaginare che sarà possibile, da domani, condividere allo stesso modo anche un video, pescato magari su Youtube o in un altro archivio online come Hulu. E quindi ecco che ci siamo: ci sei tu che guardi i tuoi amici che guardano, con te, la vostra serie preferita. (C’avessero pensato prima, l’ultima puntata di Lost sarebbe stata sentimentalmente un po’ meno difficile).
Ed è così che quello che Mark Zuckerberg si sforza di far passare per uno svantaggio (“Noi facciamo social network. E lo faremo sempre meglio di un gruppo che si occupa di così tante altre cose.”) si rivela banalmente un gigantesco vantaggio: Google è più di un social network, è un eco-sistema. Se riesce davvero a collegare ogni sua parte, vince. Nella sfida per il controllo della Rete non ce ne sarà più per nessuno.