Nei precedenti post della serie dedicati al rapporto tra startup e social media, è stato affermato che spesso le startup sono concentrate più sullo sviluppo del progetto e sulla teorizzazione di un business model, piuttosto che sul ruolo della comunicazione.
L’assunto sui quali abbiamo costruito tutta la discussione, ovvero che i social media non hanno regole definitive, è piaciuto molto. Ho notato che sono state apprezzate soprattutto le argomentazioni sulla relazionalità ad essi collegati.
Ma ora veniamo al web marketing. Riusciremo a distinguerci soprattutto grazie al potere di trasmissione dei contenuti ed alla loro qualità. Possiamo perciò promuoverli attraverso strategie di email marketing, video content e blogging.
L’email marketing che funziona
L'email marketing efficace innanzitutto si distingue dalla massa di messaggi inutili che riceviamo ogni giorno: visivamente si riesce a far notare rispetto allo spam e si fa leggere dal destinatario, con l’intenzione di rispondere al messaggio in oggetto, per esempio l’iscrizione al sito o la partecipazione ad un consorso.
I principali motivi alla base della "unsubscription", la disdetta dall'invio di newsletter ed email istituzionali.
Infatti quando lo scriviamo è giusto chiederci cosa vogliamo ottenere con l’email marketing e decidere se è il caso di farlo davvero oppure no. La logica è che finché non abbiamo nulla da chiedere, non dobbiamo creare un servizio di mailing perché lo fanno gli altri.
Per chi invece fosse interessato ad usare un servizio di gestione delle email, può lasciarsi consigliare da Alessandra Farabegoli su quelli più adatti al nostro caso. Lo ha spiegato molto bene nel suo aggiornato e-book sul buon senso in rete.
Consiglio soprattutto la lettura di “Come NON avvisare i clienti di qualcosa che li riguarda”, con il caso pratico, molto divertente, di Tim.
Il potere della serie video
In questo periodo assistiamo ad una profonda trasformazione dell’intrattenimento attraverso trasmissioni web tv vere e proprie o con la sperimentazione di serie video, proposte sia come nuovo modo di intendere il blog che come strumento giornalistico.
Un esempio italiano di utilizzo di contenuti specifici attraverso strumenti virali secondo me è costituito dalle serie di videoblog di Woork Up di Antonio Lupetti. Osserviamo attentamente tempi e modi di un episodio tipico di Woork Up, che in questo video si esprime a proposito della gestione dei blog, di cui parleremo adesso.
Un esempio di professional blogging adatto alle esigenze delle startup
Le startup sono tentate ad aprire anche un blog e, quando va molto bene, se convive con un vuoto conversazione, c'è chi riesce a riempirlo di notizie come fosse un aggregatore di informazioni.
Reputo perciò le considerazioni, in un recente episodio di Woork Up, sull’approccio editoriale “spazzatura”, una premessa per evitare altri di quegli errori imbarazzanti di cui abbiamo discusso a lungo.
Per osservare su un altro caso pratico da cui farsi ispirare, ecco secondo me come dovrebbe essere il blog che vuole aiutare davvero lo sviluppo del progetto.
Il blog di Luca Sartoni è per me l’esempio perfetto di cosa dovrebbe significare la comunicazione per un'azienda: la cura per l’aggiornamento degli eventi a cui si partecipa, lo story telling attraverso strumenti strategici per la raccolta di immagini, lo spazio di un blogger che racconta tutto come un reporter vero e proprio.
Anche in questo caso, il ruolo della sezione video è fondamentale, perchè rappresenta la sezione di completamento degli interventi e delle presentazioni di cui si parla nel blog, con la raccolta dei contenuti dai canali utilizzati, immediatamente disponibili per il lettore.
In questo modo, il blog smette di essere solo una pagina personale dell’autore o del suo lavoro, ma diventa un riferimento per chi si occupa dello stesso settore: ecco l’approccio esatto che dovrebbe mantenere l’area comunicazione di una startup.
Questo è un estratto dal blog, con i consigli di Luca sulla comunicazione di una startup:
Le regole liberano il talento
Per concludere, poiché le startup partono da zero per innovare il mercato, hanno tutta la possibilità di gestire in maniera strategica e virale una campagna, usando al meglio i social media e gli strumenti di web marketing che servono a questo scopo.
Non basta chiaramente avere la propensione a farlo, ma occorre che tutto il team conosca le regole del gioco. E' importante coprire ruoli tecnici così come portare pensiero strategico per l'evoluzione dell'azienda, per questo l'investimento più grande resta comunque sulle persone e sui contenuti, e non sugli strumenti.
Le startup perciò, che vivono esclusivamente di team, possomo dimostrare di avere una Vision adatta al rinnovamento del mercato ribaltando anche le regole della comunicazione, per creare opportunità di business e crescita collettiva.