L’hanno cantata davvero tutti: stelle e stelline del pop, conduttori televisivi, atleti e addirittura dei presidenti. Stiamo parlando di “Call me maybe” di Carly Rae Jepsen, singolo che negli ultimi mesi sta rimbalzando da una parte all’altra della rete grazie alle innumerevoli parodie che ha innescato.
Certamente l’avrete sentita, cantata o ballata anche voi, perché la verità è che questa canzone è oramai dappertutto. Merito certamente di un ritmo orecchiabile e un testo molto pop, ma anche di numerosi ‘contributi esterni’ che hanno spinto Call Me maybe nell’Olimpo dei tormentoni musicali. Quali? Andiamo per gradi.
Semplicità e ironia dietro al videoclip
La struttura narrativa del video è semplice e lineare, sviluppata attorno alla “cotta” della protagonista (la stessa Jepsen) per il ragazzo-macho-giardiniere-della-porta-accanto: lavaggio della macchina in shorts, sguardi ammiccanti, la band di amici che suona nel garage, addirittura un richiamo all’universo dei romanzi rosa d’evasione (stile Harmony, per capirci).
Tanti stereotipi tematici che donano al video un’impronta ironica, suggellata dal finale a sorpresa, distonico ma assolutamente indovinato, in cui l’amato si scopre essere in realtà interessato all’amico del cuore di lei.
Il buzz creato da Justin Bibier
Il video è stato pubblicato a distanza di mesi dall’uscita autunnale del brano, esattamente il 1 marzo; fino a quel momento, “Call me maybe” passava prevalentemente nelle radio canadesi. Cosa è successo nel frattempo? Un’altra faccia nota del web, Justin Bieber, interviene (non è dato sapere se casualmente o meno) lanciando un tweet:
“Call me maybe by Carly Rae Jepsen is possibly the catchiest song I've ever heard lol”
E poco tempo dopo registra con gli amici e la fidanzata Selena Gomez un video casalingo che li mostra divertirsi davanti alla telecamera sulle note della canzone (superando, ad ora, la quota delle 40 milioni di views).
In men che non si dica il video diventa ispirazione per centinaia di tweet, post e video di replica: tutti vogliono mostrarsi ballare e cantare “Call Me Maybe”.
Le parodie
Presto il ”virus” ha abbandonato le bacheche dei profili privati ed è arrivato nelle università e perfino in tv. La squadra di baseball di Harvard realizza un video in cui improvvisa una coreografia a bordo del pulmino per le trasferte, che genererà a sua volta altre parodie, la più famosa delle quali creata per il Jay Leno Show, con protagonisti due finti Romney e Obama.
E poi Katy Perry, James Franco, le cheerleaders dei Doplhins, il programma televisivo "Fashion Police" e anche un brand, Abercrombie & Fitch. “Call me maybe” diventa un vero e proprio meme, una conversazione duratura nel web che dà vita anche a degli originali biglietti da visita
Il paragone con gli altri viral tormentoni
Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a questi fenomeni. "Ai Se Eu Te Pego", "Friday", "Barbra Streisand", sono tutti brani che devono molta della loro popolarità agli spoof ch ne sono nati in rete. C’è qualcosa di diverso stavolta?
- anche in questo caso, il brano racconta qualcosa di semplice e condivisibile, un’emozione che tutti abbiamo vissuto e nella quale è facile immedesimarsi;
- se nel caso di Rebecca Black, però, il buzz era dovuto per lo più alle critiche generate dal brano, questa volta il successo è frutto di una volontà di “esposizione ironica” di ciò che vorremmo non considerare in quanto un po’ sciocco, ma proprio per questo divertente, soprattutto se ci coinvolge direttamente;
- da non sottovalutare nemmeno l’apprezzamento ricevuto dalla comunità gay per il brano, semplicemente in virtù del finale del video (meritandosi, neanche a dirlo, una parodia in tema, "Call me gaybe").
Qual è la vostra preferita tra tutte queste 'rivisitazioni'?