Vacanze, shopping, trasferte di lavoro: quante volte arriva il momento di tirare fuori il portafoglio?
Quando si tratta di pagare, le abitudini dei più non sembrano essere cambiate radicalmente rispetto all'ultimo decennio ovvero il contante rimane la forma largamente più utilizzata; una stima di MasterCard parla dell'85% delle transazioni del 2011.
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E mentre colossi come American Express, Visa e la stessa MasterCard continuano la battaglia per il "posizionamento" in portafogli o borsellini, l'evoluzione della tecnologia e degli smartphone sta creando possibilità e abitudini del tutto alternative: portafogli digitali e portafogli mobile.
Da digitale...
Tra le abitudini di acquisto di oggi è già radicata la pratica di utilizzare portafogli digitali, ovvero una serie di metodi di pagamento abilitati da provider appartenenti al mondo di Internet prima che al settore bancario o finanziario.
Pensiamo a PayPal, colosso delle transazioni digitali oppure a grandi aziende come Amazon, Apple e Google che memorizzando i dati delle carte di credito negli account dei propri clienti rendono gli acquisti facili e veloci.
Un portafoglio digitale non è altro che un servizio accessibile tramite una connessione internet (web, app) che consente di completare transazioni economiche, facilita pratiche commerciali come sconti e coupon e velocizza lo scambio di documenti come ricevute e fatture.
E per compere fatte da casa o in ufficio, più che tra i metodi di pagamento la sfida oggi riguarda che cosa e dove comprarlo, quindi beni digitali come musica , film, applicazioni oppure prodotti tradizionali disponibili sugli scaffali online di eBay, Amazon & co.
Mentre per la vita in mobilità siamo agli albori di un cambiamento che potrebbe essere radicale, spinto da due innovazioni fondamentali: la tecnologia mobile e il cloud computing.
... a mobile
Di questa rivoluzione tecnologica ci sono tracce evidenti in tutti i settori, dal modo in cui le imprese sono state costrette a cambiare i propri canali di comunicazione, alle trasformazioni sostanziali del mercato della musica e dei media, agli strumenti con cui la gente comunica tutti i giorni.
Ed è arrivato il momento anche per l'abitudine più materiale della vita di tutti i giorni ovvero il modo in cui il denaro circola tra le persone: borsellini e portamonete spariranno da quelle tasche in cui uno smartphone li sostituirà virtualmente, chip e bande magnetiche di bancomat e carte di credito cominceranno ad essere integrati all'interno dei device, per contare il resto o firmare una ricevuta basteranno tap e scroll.
Il gap che oggi differenzia il modo in cui si compera da casa con un computer e lo shopping "fisico" si sta assottigliando.
Come funzionano i portafogli mobile?
Una transazione implica sostanzialmente uno scambio di informazioni e utilizzare il proprio smartphone come portafoglio significa centralizzare il modo in cui tutti i dati fondamentali vengono conservati, trasferiti e registrati.
Come possono essere gestite queste informazioni?
Sostanzialmente in due modi:
- NFC technology: "Near Field Communication" ovvero un tipo di tecnologia che prevede l'installazione di chip indipendenti rispetto al resto dell'hardware, che completano la transazione attivata con l'uso del device;
- Cloud: lo scambio delle informazioni avviene tra database, messi in collegamento dal device connesso alla rete (anche la scansione di codici a barre o QR rientra nei pagamenti non-NFC).
Sicuramente più difficile a dirsi che a farsi, per chi compra (e chi vende).
Ma proviamo a separarci un momento dalla user experience per chiederci: chi realizzerà un vero business grazie a questa trasformazione delle pratiche di pagamento?
Il valore della "moneta digitale"
Per ogni acquisto concluso, si determina una serie di informazioni utili tra i soggetti coinvolti:
- anagrafiche;
- economiche;
- preferenze di acquisto;
- collocazione spazio-temporale.
Chi controlla questa mole di input e output è il primo beneficiario di questa evoluzione e sarà maggiormente in grado di influire sui nuovi ecosistemi.
Benchè si tratti di transazioni economiche, banche, emittenti di carte di credito e fornitori di sistemi di pagamento rischiano quindi di rimanere a guardare mentre nuovi player che provengono dal mondo della rete e della tecnologia assumono agli occhi dei consumatori l'identità di strumenti principe nelle esperienze di acquisto.
Square o Google Wallet, per fare nomi.
E se guerra sarà, avrà successo chi renderà le transazioni tra consumatori e commercianti più facili ed immediate.
Dimenticheremo i portafogli in pelle e sostituiremo le carte di credito con applicazioni... siamo pronti?