"The new world order of communications today incorporates the whole of the way people are interacting with brands right now. Once the blackout happened, no one was distracted — there was nothing going on. The combination of speed and cultural relevance propelled it the forefront.”
Queste le parole rilasciate a Wired da Sarah Hofstetter, presidente dell'agenzia 360i, che si è occupata del tweeting per Oreo durante l'ultimo Super Bowl.
La vicenda è ormai conosciuta: durante la partita si è verificato un "power outage" (blackout) e mentre tutte le aziende entravano nel panico pensando ai tanti $ spesi per l'evento più atteso dell'anno, c'è stato qualcuno che ha saputo sfruttare a proprio vantaggio l'imprevisto e questo qualcuno è stato Oreo.
Grazie ad un social media team preventivamente organizzato, composto da 15 persone tra cui copywriters, stratega pubblicitari e alcuni artisti pronti a reagire ad ogni situazione in meno di 10 minuti, sono stati in grado di non lasciare che il buio calasse anche sui famossissimi biscotti. Ed è bastato un Tweet "Power out? No problem. You can still dunck in the dark" per ottenere in pochi minuti più di 16.000 Retweets, 6.000 Preferiti!!!
Cosa dovremmo imparare dall'esperienza Oreo?
1) Essere Tempestivi
Un messaggio (sia esso basato sulla classica mail, o che si tratti di strumenti legati al mondo social) inviato tempestivamente ad una mailing list - magari dopo un grande evento - può ottenere una percentuale di click-through superiore (rapporto tra il numero di click ottenuti su un messaggio pubblicitario e il numero di visualizzazioni del messaggio pubblicitario stesso) rispetto ad una normale newsletter settimanale. L'importante è possedere una mailing list definita e un software che riesca ad innescare in poco tempo l'invio in modo da riuscire a sfruttare il vostro "momento Oreo".
2) Abbattere i costi si può!
Quando si parla di eventi in cui il costo medio per uno spot da 30 secondi è di 3,8 milioni di dollari, sembra quasi impossibile pensare di ottenere risultati con un piccolo budget. E invece, questa esperienza dimostra che il marketing può essere efficace anche senza costare una fortuna, si pensi che i costi di trasmissione del messaggio Oreo sono stati pari a zero ed il risultato è stato quello di essere, probabilmente, il miglior annuncio della serata!
3) Praevidet ac providet
Campagne pubblicitarie in real-time non sono del tutto nuove, ma non sono così comuni come dovrebbero essere.
Cosa sarebbe accaduto se Oreo non avesse avuto un account Twitter, e tanto meno un numero così elevato di followers? Per quanto il team sia stato bravo e tempestivo, senza la folta platea di followers, non avrebbero ottenuto gli stessi risultati.
Questo deve fungere da monito per le aziende che ancora non hanno intrapreso una strategia social e/o che non abbiano ancora realizzato una mailing list. I clienti vanno incoraggiati (e corteggiati) a seguire un brand! Senza questi ingredienti applicare la filosofia (vincente a quanto pare) del Carpe Diem è praticamente impossibile!
4) K.I.S
Questo acronimo derivato dal linguaggio informatico sta per "Keep it Simple": Falla Semplice! Già perché i nostri utenti non concedono molto tempo prima di cestinare un messaggio. Per quanto sia grande la tentazione di condividere contenuti intelligenti, è necessaria una buona dose di semplicità per massimizzare il tasso di apertura di una mail o per la condivisione di un testo. Perciò: titoli brevi e concisi!
Come sostenuto dal prof. Jonah Berger della Wharton business school (University of Pennsylvania) nel suo libro “Contagious: Why Things Catch On”: "sebbene sia difficile stabilire se questo tweet geniale sarà capace di incrementare le vendite di Oreo, fa sicuramente sembrare il brand più intelligente, più interessante e raffinato e quindi in termini di brand equity è forse più efficace che un banale spot per la tv". Per cui non lasciatevi cogliere impreparati da quell'attimo fuggente e coglietelo al volo; rimarrete stupiti dai risultati!
In conclusione volendo citare ancora Wired: "Touchdown: Oreo".