Capri si riafferma come luogo di incubazione di nuovi trend attraverso il Capri Trendwatching Festival che si svolgerà il 3 e il 4 maggio 2013 presso il Teatro del Grand Hotel Quisisana di Capri.
Come dai suoi albori, il lavoro del CTWF è ispirato dai risultati di un osservatorio condotto a livello internazionale e basato sul trendwatching, una metodologia di ricerca di matrice etnografica che intercetta sul nascere, prima che diventino fenomeni di massa, le tendenze e i temi che caratterizzeranno il nostro futuro prossimo e che adeguatamente intercettate possono guidare all'affermazione nel mercato per chi opera in ambiti quali la moda, il design, la cultura del progetto, il marketing e la comunicazione.
L’osservatorio è una vera e propria ricerca, a vari livelli di documentazione testuale e iconografica, che si basa sulle segnalazioni di una rete internazionale di osservatori (urbanwatchers) che conducono una ricerca sul campo nelle città-chiave del mondo, ritenute luoghi di incubazione di nuovi comportamenti sociali.
1) In un sistema in totale crisi devono adattarsi prima di tutto i metodi e da quanto si legge, il Capri Trendwatching (soprattutto dall'impostazione dei workshop) sembra cogliere questa necessità. Argomentiamo quindi i principali obiettivi che il festival vuole raggiungere e i metodi innovativi che lo permettono.
Credo intanto che di questi tempi vedere confermata per la terza edizione una manifestazione che si propone di indagare i trend che caratterizzeranno il prossimo futuro, rappresenti di per sé un segnale incoraggiante e per niente scontato, e di questo dobbiamo ringraziare in primo luogo la Fondazione Capri. La terza edizione si basa come di consueto su un osservatorio di trendwatching internazionale (dal titolo “Compro, dunque sono?” e quest’anno dedicato all’evoluzione della shopping experience) e su un ciclo di lectures (aperte a tutti e gratuite) tenute da grandi personalità internazionali quali tra gli altri il sociologo della modernità liquida Zygmunt Bauman, Henry Mason dell’agenzia Trendwatching.com, Massimo Banzi di Arduino, Andrew Keen autore controcorrente del best seller Digital Vertigo che insieme ad Alex Giordano e Adam Ardivvson, autori di Societing Reloaded, discuterà dell’omonima filosofia di social innovation. Ma naturalmente non ci siamo accontentati di ripetere un modello già rodato...
Le grandi novità di quest’anno riguardano in particolare la prima giornata del festival: abbiamo inserito in programma una serie di workshop tenuti da professionisti riconosciuti del settore (Enrico Bassi di Fab Lab Officine Arduino, Giorgio Olivero di ToDo, Marco Pedroni autore di Coolhunting. Genesi di una pratica professionale eretica, Francesco Morace di Future Concept Lab, Alberto Costabello di Milano Retail Tour e Irene Festa di Fractals) e dedicato -con la collaborazione di OFFicine Formative, la scuola d’impresa di Intesa Sanpaolo e di Atlante Ventures Mezzogiorno- un focus al tema dell’imprenditoria giovanile che sta sviluppando nuovi modelli di business e startup “trend based” (quali ad esempioICoolhunt, Brandon Ferrari, Buzzoole, JSign, Maison Academia, Style4Real), con l’obiettivo di favorire il networking. Il ché esprime un messaggio molto concreto anche rispetto al territorio.
2) Come si articoleranno i workshop messi a disposizione degli iscritti e qual è il pubblico a cui si rivolge il Capri Trendwatching 2013?
In programma abbiamo una serie di workshop che daranno la possibilità agli iscritti -a fronte di una quota di iscrizione decisamente simbolica- di entrare nel merito di alcune metodologie e discipline che, o sono affini al trendwatching, o sono di particolare attualità. L’intento è evidentemente quello non solo di approfondire alcuni temi attraverso il punto di vista interno e specialistico di professionisti del settore, ma soprattutto quello di scardinare uno schema “top down” per favorire una socializzazione di contenuti “peer to peer”, che privilegi l’interazione e che metta anche in discussione certi fenomeni. L’evento si rivolge alla community dei professionals che lavorano nell’ambito della comunicazione, del marketing, del progetto, dello sviluppo nuovi prodotti e naturalmente agli studenti e ai laureandi del bacino universitario campano.
3) Quali trend, scovati al Capri TrendWatching degli anni precedenti, si sono effettivamente spiegati nei mercati di consumo? Chi non può assolutamente permettersi di perdere questo evento?
La forza del Capri Trendwatching Festival sta nella capacità di esplicitare -mettendo in moto un’intelligenza collettiva- delle connessioni, dei denominatori comuni (per l’appunto i “trend”) che ricorrono in settori tra di loro diversi: dalla moda al design, dal retail al food, dalle nuove tecnologie all’architettura, etc.. Si tratta di riconoscere dei pattern comuni, che ci dicono di come si vanno orientando gli immaginari sociali contemporanei. Dunque un punto di vista che ha una valenza strategica soprattutto per chi progetta, per chi si occupa di marketing, comunicazione, sviluppo nuovi prodotti.
E’ affascinante scoprire similitudini e assonanze in campi che apparentemente sembrano non avere molto a che spartire. Negli anni passati abbiamo avuto modo di affrontare diversi fenomeni diventati poi mainstream: l’imperativo della sostenibilità, le smart grids, l’estetizzazione del quotidiano, le mille e una forma della wikiculture, il corto circuito tra lusso e lowcost, le strategie di sopravvivenza alla crisi. Nel 2009 Chris Anderson dal palco del CTWF anticipò che stava guardando con particolare interesse all’Italia perché la “next big thing” sarebbe stata la rivoluzione dei cosiddetti “nuovi makers”, e ci vide lungo. E’ uno dei temi che toccheremo in questa terza edizione.
4) Lo chiediamo a te in quanto responsabile di un festival che fa della proattività il suo perno: "Cosa è fondamentale in un evento che vuole interpretare l'immediato futuro?"
Tre cose direi. In primo luogo le partnership. Oltre a quella già citata con Officine Formative, l’altro asset forte di questa terza edizione è il rinnovato legame con il mondo delle università che nei mesi scorsi ha prodotto una serie di iniziative correlate: un seminario sulla metodologia del trendwatching presso il Master in Marketing e Communcation della LUISS, un contest per progettare il sound logo della manifestazione realizzato con IED Milano, il patrocinio dell’Università Parthenope e della Seconda Università di Napoli con le quali abbiamo lavorato su alcuni temi comuni di ricerca che sono poi confluiti nell’osservatorio, un laboratorio con il dipartimento di sociologia della Federico II che seguirà l’evento per studiarlo come caso di comunicazione. Insomma, il coinvolgimento è stato importante.
La seconda è che il festival ha vissuto online nei mesi precedenti all’evento vero e proprio, utilizzando il sito , il blog e i social network correlati, con l’obiettivo di diventare un community hub aperto al contributo di chi per chi è interessato a questi temi.
La terza cosa che non dovrà mancare è la partecipazione...Vi aspettiamo al Teatro del Grand Hotel Quisisana di Capri il 3 e il 4 maggio