Creare universi narrativi per mezzo del transmedia è il modo con cui l'essere umano può sentirsi davvero Dio giocando al demiurgo.
Questa è la folgorante verità a cui approderanno i lettori dell'ottimo saggio e manuale di Max Giovagnoli intitolato Transmedia. Storytelling e comunicazione.
Immaginate di aver ideato una storia piena di intrigo, mistero, azione e di lanciarla grazie ad un cortometraggio.
Adesso, immaginate di destinare gli approfondimenti della vicenda in una serie per mobile, e di approfondire i conflitti interiori di ogni personaggio in un e-book a puntate, scaricabile dal sito web ufficiale del progetto.
Ma soprattutto, immaginate di rendere più coinvolgente l'esperienza degli utenti per mezzo dei social media, o trasportando il vostro racconto addirittura nella realtà tramite un contest.
State praticamente immaginando la creazione e il lancio di un'opera transmediale, la forma narrativa più adatta all'Era dove a farla da padrone è un pubblico - mai prima di oggi così protagonista.
Una nuova audience, non dimentichiamolo, non solo alla ricerca di storie perfette e perfettamente raccontate ma anche di un universo narrativo che possa esplorare e in cui possa intervenire.
La parola a Giovagnoli
Giovagnoli ci guida alla scoperta delle forme narrative-interattive nei media incrociati aiutandoci a ideare e sviluppare la storia, a scegliere le voci e le piattaforme adeguate a ciascun progetto, e a declinare la narrazione su ogni medium, ovviamente, collegato con gli altri da passaggi e punti di contatto che permettano di usufruire delle diverse esperienze di consumo senza perdere il filo della narrazione.
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Il transmedia, infatti, non è semplicemente distribuire contenuti sui diversi media.
«Fare transmedia significa piuttosto creare nuove geografie del racconto e universi immaginativi più complessi di quello originario. Inventare, strutturare o disarticolare, condividere e far interagire storie distribuite nei diversi mezzi di comunicazione».
Cross-media o Transmedia?
In Italia si confonde ancora il cross-media, cioé la declinazione di una identica forma narrativa su più piattaforme, con il più potente transmedia che modica la narrazione adattandola alle esigenze e potenzialità di ogni medium su cui viene distribuita, ma ai quali è richiesto di dialogare tra loro per mezzo di touchpoint, bridge e rabbit hole.
Transmedia è Storytelling
Per diventare un autore transmediale, un transmedia designer, o un transmedia producer non serve solo la creatività ma anche competenze a 360 gradi, e la conoscenza dei processi creativi e industriali.
Tra i ferri del mestiere di cui bisogna essere raffinati "chef" e "sommelier" figurano le tecniche di storytelling, dai fondamenti di narratologia fino alla costruzione di una struttura drammaturgica:
- generi narrativi;
- strutture sintetiche universali;
- isotopi immaginativi;
- figure archetipali e costruzione dei personaggi;
- point of view;
- incipit.
Transmedia è anche Advertising
Ma il transmedia non riguarda solo l'industria dell'intrattenimento.
È possibile adoperare il transmedia nell'advertising per promuovere e svecchiare l'immagine del brand così come illustrato esaustivamente nel libro, persino avvertendo il lettore degli errori da evitare, al capitolo Transmedia storytelling per brand, imprese e istituzioni.
I marchi e le aziende, e persino le istituzioni culturali con i dovuti accorgimenti, possono trovare nei media incrociati un prezioso alleato per aumentare in maniera esponenziale l'engagement dei prosumer - o dei visitatori nel caso di musei ed enti affini - rispettando l'assioma:
«il transmedia non è fatto per promuovere semplicemente un prodotto, ma per diventare parte di esso».
Sia che si tratti di promuovere un prodotto, sia che si desideri raccontare la storia di una istituzione le narrazioni transmediali possono aiutare i pubblicitari a creare campagne destinate al successo.
Un mezzo che offre risorse e grandi risultati è costituito dagli advergame dove il brand - sia in forma di product placement, sia direttamente coinvolto nei meccanismi di gioco - diventa esperienza ludica e di consumo diretta.
Transmedia è anche attivismo
E perché non utilizzare il transmedia, non per evadere, ma per promuovere un mondo migliore, e informare su problematiche politiche, ambientali, sociali o educative?
Come già fa il transmedia activism, teorizzato dalla social innovation strategist Lina Srivastava.
Nel libro di Max Giovagnoli troverai...
Studenti, creativi, professionisti della comunicazione, marketer, game designer e semplici appassionati, grazie alle spiegazioni e agli esercizi proposti da Max Giovagnoli potranno approcciarsi alla professione.
Il libro spiega esaustivamente - presentando gli strumenti e utilizzando come esempi autentici capolavori dei media incrociati – gli strumenti, i passi e gli schemi necessari per ideare e sviluppare una storia, costruire un dramatic skeleton, rappresentare plot e subplot, stabilire e modellare la forma e la giusta curvatura - scoprendone l'anatomia - di un'opera transmediale, fino alla creazione del project reference document con cui presentare il progetto ad un investitore.
Accompagna ogni capitolo la testimonianza di autentiche star della transmedialità: Jeff Gomez, Christy Dena, Lance Weiler, Henry Jenkins, Alison Norrigton, Drew Davison, Lina Srivastava.
Transmedia è tanta tecnica e illimitata fantasia
Transmedia. Storytelling e comunicazione, edito da Apogeo, è allo stesso tempo un saggio che spiega cosa sia la transmedialità e un manuale che spiega come farla; un capolavoro con cui il suo autore, uno dei massimi esperti di fama mondiale, fa finalmente chiarezza su una materia e delle professioni ancora nuove in Italia, aprendo le porte di un mondo dove per l'operare di un creativo non c'è limite alla fantasia.
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