I risultati della ricerca «Dal valore delle competenze nuove opportunità per rimettere in moto il lavoro» realizzata a fine febbraio dal Censis, ci dicono che più del 35% delle aziende italiane richiede nuovi profili aziendali.
Vediamo nel dettaglio le statistiche.
Censis
Il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), è un istituto di ricerca fondato nel 1964.
A partire dal 1973 è diventato una Fondazione riconosciuta con Dpr n. 712 dell'11 ottobre dello stesso anno, grazie alla partecipazione di grandi organismi pubblici e privati.
Il Censis svolge una costante e articolata attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico.
Il lavoro di ricerca avviene attraverso incarichi da parte di ministeri, amministrazioni regionali, provinciali, comunali, camere di commercio, associazioni imprenditoriali e professionali, istituti di credito, aziende private, gestori di reti e organismi internazionali.
Censis, l'indagine: “Dal valore delle competenze nuove opportunità per rimettere in moto il lavoro”
La fotografia che emerge dall'indagine del Censis, realizzata per il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per individuare le reazioni delle imprese italiane alla crisi, ci dice che la condizione attuale di molte aziende è ancora in emergenza. Precisamente il 31,5% si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà, il 16,4% in crescita.
Il saldo occupazionale degli ultimi anni è stato decisamente negativo: il 33,6% delle aziende ha diminuito i livelli occupazionali, il 20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha mantenuti inalterati. Ma il dato più rilevante è che una buona parte del tessuto produttivo ha avviato processi di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale che hanno messo al centro la valorizzazione delle competenze dei lavoratori.
Dalla ricerca emerge infatti che in questi ultimi anni il 37,3% delle imprese ha espresso l’esigenza di adeguare il proprio portafoglio di competenze al cambiamento. Si tratta in particolare di una minoranza di aziende che hanno dovuto ricercare sul mercato competenze nuove, che prima non esistevano (nel 20,8% dei casi) o che negli anni erano diventate obsolete (17,4%).
I profili aziendali più richiesti
I nuovi profili aziendali più richiesti, secondo la ricerca, sono i commerciali (dagli export manager agli agenti di commercio, 36,4% ), i tecnici (32,4%), gli amministrativi (31,4%) e gli ingegneri (25,4%). Vi è anche un'elevata richiesta di esperti di comunicazione e nuovi media (ricercati dal 12,2%) e di informatici, sistemisti e programmatori (10,1%).
Si registra anche una discreta attenzione per la formazione e l'aggiornamento professionale, ma molte imprese ammettono che l'impegno su questo fronte non è ancora sufficientemente adeguato.
Le ristrutturazioni aziendale: i dati
Dall'indagine emergono chiaramente due tipi di logiche adottate dalle imprese di oggi: una di tipo "difensivo" da parte di quelle aziende che vivono una fase di ridimensionamento e per le quali la riorganizzazione rappresenta l'ultima chance di sopravvivenza, e un'altra basata su un modello di riorganizzazione aziendale che segue un percorso di forte innovazione nel rapporto con il mercato, nella definizione dei prodotti e dei processi, nell'applicazione delle tecnologie. In queste realtà l'occupazione cresce.
In particolare, solo il 21,4% delle aziende con oltre 20 addetti è rimasto inerte, ma la maggioranza, pari al 78,6%, ha cercato di intervenire con iniziative di innovazione strutturale, con la creazione di nuovi prodotti e servizi (49,1%) o l'introduzione di nuove tecnologie funzionali al miglioramento dei processi di lavoro (45,1%). Il 38,9% si è concentrato sul miglioramento dei canali di vendita e di comunicazione, il 34,3% sull'ingresso in nuovi mercati territoriali, il 32,4% sul miglioramento della funzione finanziaria.