Migliorare la produttività è l’obiettivo di ogni imprenditore, ma oggi qualsiasi datore di lavoro deve scontrarsi con un nuovo calo di produttività dovuto al web e alle nuove tecnologie. Dagli sms a Whatsapp, dallo smartphone al tablet, le distrazioni dal lavoro si sono moltiplicate con l’ascesa dell’interattività e della condivisione social.
Un’infografica di CareerBuilder, condotta su un campione di 2138 imprenditori americani e 3022 dipendenti all’inizio del 2014, mostra quali sono i primi dieci “killer della produttività” nella società americana.
Telefonate, web surfing e colleghi: tipiche distrazioni dal lavoro
Durante una tipica giornata di lavoro il 24% dei lavoratori ammette di impiegare almeno un’ora ogni giorno in telefonate, e-mail e messaggi di testo personali, mentre un 21% spenderebbe lo stesso tempo in ricerche su internet non strettamente correlate al lavoro.
Ma non ci sono solo gli apparecchi tecnologici e il web a distrarre durante l’orario lavorativo. I colleghi infatti hanno la stessa responsabilità nel generare distrazioni. Se ben il 50% degli impiegati attribuisce il calo di produttività all’uso del cellulare e dei messaggini, un altrettanto considerevole 42% lo imputa al gossip e ancora un 24% al rumore di colleghi e collaboratori.
Rispettivamente con un 39% e un 38% si conquistano il terzo e il quarto posto come fonti di distrazione dal lavoro la navigazione sul web e i social network, seguiti solo dalla pausa caffè e sigaretta.
C’è chi lo chiama Wilfing (What Was I Looking For?), una sorta di sindrome che investe soprattutto chi lavora per molte ore al computer. Il cervello ha necessità di staccare per qualche minuto, ma nello sconfinato web finisce col perdersi tra un video su youtube, un post interessante su un blog e la prenotazione di un volo per le vacanze.
La risposta dei datori di lavoro al calo di produttività
Nonostante le nuove teorie continuino ad alimentare miti sulla possibilità di sfruttare questa apparente perdita di tempo come strategia per aumentare la produttività, permettendo ai dipendenti di liberare la mente, recuperare le energie, creare un ambiente lavorativo più armonioso e stimolante, il 73% dei datori di lavoro dichiara di utilizzare misure dure per arginare la dispersione di ore lavorative e cercare in tutti i modi di evitare di perdere tempo prezioso.
Il 36% blocca l’accesso ad alcuni siti web, il 22% tiene sotto controllo l’uso di internet e delle e-mail, il 12% limita i meeting, considerati dl 23% dei lavoratori motivo di distrazione. C’è anche chi arriva a formule più estreme, come il 25% degli imprenditori che vietano totalmente le chiamate personali, anche dal cellulare.
Anche in America insomma a nulla vale l’esempio di aziende innovative come Google, che, almeno in apparenza, si vantano di aver costruito la propria fortuna su una buona dose di tempo libero per i dipendenti sul posto di lavoro.