In attesa dell'IPO di Rocket Internet e Zalando
Dopo la tanto chiacchierata quotazione di Alibaba a Wallstreet,le luci sono puntate su una borsa europea, quella di Francoforte, dove Rocket Internet e Zalando hanno deciso di lanciare la propria IPO.
Rocket internet si qualifica come la più importante internet company al di fuori di Stati Uniti e Cina, mentre Zalando ne rappresenta il maggior successo, come più grande online retail store d'Europa. Due quotazioni separate, ma unite dai soci di capitale più importanti, coloro i quali hanno dato vita ad entrambi i progetti: i tre fratelli Samwer. Hanno fondato Rocket Internet nel 2007 e finanziato Zalando nel 2008. Detengo attualmente tramite la loro holding Global Founders il 53,2% delle quote del primo e il 17% del secondo, mentre non vi è più alcuna partecipazione diretta tra le due società. Stessi investitori anche a livello istituzionale come il fondo Kinnevik, che ha da meno di un mese stretto una nuova collaborazione con i fratelli Samwer per riunire sotto il brand Global Fashion Group, cinque delle più promettenti realtà di e-commerce fashion nel portfolio di Rocket.
Rocket internet da incubatore a società operativa
Trasferire e copiare idee di successo online adattandole a specifici mercati è il business model dei tre fratelli Samwer, che da Berlino hanno lanciato più di 75 startup clone, in Europa e nei paesi emergenti, dirette da giovani rampanti usciti dalle migliori business school al mondo desiderosi di intraprendere la strada imprenditoriale. Non si tratta solo di copiare idee di business, ma di aver standardizzato la metodologia con cui queste società vengono lanciate, dall’identificazione del potenziale alla crescita esponenziale.
Il tutto con una mission molto ambiziosa e uno stile, come dice il nome, da rock star, il loro slogan infatti è "rock the world" con l’obiettivo di diventare la più importante internet company al dì fuori di Stati Uniti e Cina e per questo attrarre le migliori risorse umane in circolazione.
Rocket internet è cambiata molto dalla sua fondazione nel 2007, non sarà più un investitore-incubatore, bensì diventerà una società operativa ha dichiarato il CEO Oliver Samwer proprio durante la conferenza stampa di ufficializzazione della quotazione. Nel frattempo sono raddoppiate le cifre obiettivo di raccolta, passate dai 700 milioni di euro iniziali all’attuale miliardo e mezzo. In base alla forbice di prezzo delle azioni che va da 35,50 a 42,50 euro, la raccolta del 9 di ottobre potrebbe arrivare fino a quasi due miliardi di euro.
Ottimi risultati per Zalando
Sono passati sei anni dal lancio di Zalando in Germania come clone dell’americano e-commerce di scarpe Zappos, attualmente detenuto da Amazon. Spedizioni di 1500 marchi di moda in 15 nazioni, un fatturato in continua crescita, che sfiora nel primo semestre 2014 il miliardo di euro, registrando per la prima volta un EBITDA positivo. L’obiettivo della quotazione è di raccogliere tra i 507 e i 633 milioni di euro, raggiungendo una capitalizzazione di 5,6 miliardi. Le azioni con un range di prezzo di circa la metà di quello di Rocket Internet, sarebbero già state internamente collocate secondo Reuters, tramite gli ordini d’acquisto antecedenti l’offerta pubblica calendarizzata per il primo di ottobre.
Parola chiave: velocità
La velocità con cui investono o disinvestono, i fratelli Samwer è degna del loro logo, un missile. E’ davvero difficile seguire la loro holding e le loro startup, cambiano nome, cambiano investitori, aprono e chiudono, esattamente come è richiesto dal mercato. Ma la velocità riguarda anche i casi in cui le cose non vanno troppo bene, il cosiddetto “fail fast” come è successo con il caso Bamarang. Tutti conoscono Dalani, ma nessuno ricorda Bamarang, e su Google troverete ben poche informazioni. Si trattava di un perfetto clone dell’americana Fab.com, che all’epoca fece infuriare non poco il fondatore, che lamentava non solo la riproduzione del business model, ma l’esatta copia del sito web e degli annunci di lavoro. Sono bastati quindi sei mesi dal lancio, contemporaneo in 12 diverse nazioni, per far dismettere l’attività di questo portale e-commerce di offerte flash di design, a favore del winning business model di Westwing (Dalani), allora già leader in Russia, Germania, Brasile e Italia. Tutta questione di velocità e numeri, focalizzarsi su un business model e mercati di successo.