La scorsa settimana abbiamo introdotto la tecnologia iBeacon e abbiamo fatto un'analisi dei possibili utilizzi dello standard tech targato Apple. Oggi parliamo di quello che sembra l'habitat naturale degli iBeacon: il retail marketing.
Ci sono due aspetti da considerare per capire come gli iBeacon possono modificare l'esperienza d'acquisto in un negozio fisico e rivitalizzarla:
- l'uso sempre più frequente dello smartphone o del tablet come shop assistant;
- la necessità di "contrastare" l'ascesa dell'e-commerce.
Analizziamo entrambi i punti insieme, da una prospettiva che integra marketing e tecnologie digitali.
Lo smartphone come "assistente agli acquisti"
Se è vero, come abbiamo ipotizzato nell'articolo introduttivo agli iBeacon, che gli smartphone e i tablet sono diventati più di "semplici" dispositivi, ma estensioni corporee, non ci sorprende sapere che le persone li utilizzano all'interno dei negozi fisici come assistenti personali allo shopping: ben l'84% degli shoppers, secondo una ricerca di Google del 2013. Come possiamo intuire, andiamo oltre alla ricerca di informazioni "pre-acquisto", magari a casa o poco prima di andare in negozio: parliamo di un uso specifico che avviene all'interno del negozio, un passo avanti rispetto al semplice "informarsi" prima di aprire il portafoglio.
Di conseguenza, è naturale pensare che gli iBeacon diventeranno presto una freccia all'arco dei dettaglianti: pensate a uno store che, tramite notifiche push, aiuti il cliente a identificare sconti, promozioni e il prodotto più adatto alle sue esigenze. Il negozio fisico quindi sostituirebbe la ricerca autonoma del cliente, migliorandone l'esperienza d'acquisto e rendendola preferibile all'e-commerce.
Parliamo di una formula che mescola proximity marketing, mobile marketing e marketing esperienziale, una pozione magica in grado di dare nuova linfa al retail marketing.
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L'e-commerce e l'effetto "showrooming" nel retail marketing
L'e-commerce, anche in Italia, è in crescita: le persone sono sempre più propense a dare fiducia agli store online, soprattutto se possono risparmiare. In effetti, una delle peggiori conseguenze per il retail marketing è l'effetto showrooming: il cliente entra nel negozio, si informa su ciò che gli interessa, magari prova il prodotto e poi lo compra online.
È chiaro come la tradizionale esperienza d'acquisto non basti più. Non basta più il rapporto confidenziale cliente-commerciante, seppur fondamentale; non basta più il visual merchandising; non basta più una customer care studiata e applicata con la massima cura.
Con gli iBeacon, considerati i bassi consumi e la facilità d'uso, la rivoluzione è già in atto.
iBeacon in salsa italica: l'esempio virtuoso di OVS
A differenza di quanto possiamo pensare, in Italia i primi esperimenti con iBeacon ci sono già. Parliamo per esempio di OVS: negli scorsi giorni la catena di abbigliamento di proprietà del gruppo Coin ha introdotto Connection Messagge, una piattaforma di prossimità che invierà agli smartphone nel raggio di 200 metri, dotati di app OVS, notifiche su prezzi, prodotti e coupon da spendere subito.
Potenzialità applicative infinite
Magari non proprio infinite, ma numerose sì. Pensiamo a un possibile intreccio fra iBeacon, retail marketing e gamification: ad esempio, una caccia al tesoro basata sugli elementi narrativi di un videogioco i cui indizi vengono rivelati dagli iBeacon.
E nelle prossime settimane parleremo (anche) di questo, all'interno del nuovo articolo dedicato alla tecnologia Apple: intanto godetevi questo breve video che spiega attraverso la forza delle immagini il futuro che attende il retail marketing.