Quando arriva il nuovo anno ci ritroviamo a fare diversi bilanci di quello che è stato, o a fare buoni propositi e porci domande su quello entrante, compresa quali saranno le professioni più richieste e ambite dal mercato del lavoro nel 2015.
Tra riforme e non, discussioni e polemiche, mai come quest’anno è stato il mondo del lavoro l’indiscusso protagonista di questo 2014. Che il mondo del lavoro sia una giostra in eterno mutamento è opinione diffusa e mai come in questo periodo ci si può lasciare andare a scelte azzardate. Il futuro è dietro l’angolo e sembra tutto, tranne che sicuro. In questa cornice c’è fortunatamente una piccola luce data da quei settori che offrono maggiori opportunità rispetto ad altri.
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Noi vogliamo iniziare il nuovo anno con fiducia e positività e pertanto vi facciamo adocchiare le professioni che saranno maggiormente richieste nel 2015 e quelle invece in declino.
Isfol Istituto per lo sviluppo e la formazione professionale dei lavoratori è l’ ente nazionale di ricerca di cui si avvale il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per compiere analisi attraverso attività di studio, ricerca, informazione e valutazione del lavoro e delle politiche sociali contribuendo alla crescita occupazionale, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale.
E’ proprio Isfol a prevedere una crescita del tasso occupazionale entro il 2015, per questo è importante conoscere le tendenze che regolano il panorama lavorativo.
Tra le professioni emergenti che dovrebbero garantire una maggiore crescita occupazionale troviamo sia figure con livello di qualifica basso, come addetto ai servizi di igiene e pulizia, sia professioni a media qualifica come personale di segreteria, sia personale ad elevata specializzazione come ingegneri e tecnici in ambito finanziario e assicurativo.
Professioni in crescita
Se fino ad ora i lavoratori scarsamente qualificati hanno sempre incontrato crescenti difficoltà a trovare un lavoro, nell’anno nuovo si verificherà una controtendenza. Gli Addetti ai servizi di pulizia, di lavanderia e simili aumenteranno fino al 9,6% nel 2015 rispetto al 7,8% del 2010. In particolare l’addetto vendita all’ingrosso e l’ addetto all’igiene degli uffici pubblici aumenteranno rispettivamente dello 0,2% e 0,1%. La professione che ci sorprende trovare in netto rialzo è quella del fabbro che passa dall’1,1 % al 1,3%.
Non ci stupisce invece trovare un “sempreverde” aumento della richiesta di ingegneri e degli specialisti in scienze giuridiche, dagli avvocati ai giudici. Un sensibile aumento che oscilla dall’0,1% allo 0,2 % riguarda invece lo specialista sull’educazione e formazione, con uno sguardo in particolare sugli insegnanti di sostegno, e il personale specializzato in servizi tecnico assicurativi. Il settore che non prevede aumenti, ma presenta sempre una stabile occupazione, riguarda il personale qualificato nel settore sanitario.
Professioni in declino
Ci sono purtroppo alcune figure professionali che l’anno prossimo saranno meno ricercate dai datori di lavoro. Ancora una volta l’Isfol ha individuato, nella propria attività di ricerca, quelle classi professionali con qualifica e specializzazione medio-bassa che avranno una minore richiesta e occupazione. Secondo le previsioni qualche riduzione potrebbe riguardare gli operai addetti a macchine per lavorazioni metalliche e intermedia e nel comparto manifatturiero ed agricolo.
Quelle che quest’anno sembravano essere le professioni in ripresa, il prossimo anno vengono classificate tra quelle in declino come gli artigiani o gli operai specializzati nella lavorazione del cuoio, delle pelli e delle calzature, anche se mantengono una quota invariata allo 0,4%, a differenza del settore tessile che scende dallo 0,6% allo 0,5%. Gli esperti in attività poligrafiche e quelli che lavorano nel laboratori fotografici vedranno una diminuzione di richiesta pari allo 0,1% nel 2015. Il lavoro che subisce una leggera inflazione riguarda il manager pubblico, ad ampio raggio vengono considerati i dirigenti superiori, primi dirigenti dell’amministrazione statale e i dirigenti generali, cha dallo 0,3% scendono allo 0,2%.
A primo impatto questi numeri sembrano quasi insignificanti eppure mai come in questo periodo l’aumento o la diminuzione di quello 0,1% può fare la differenza.