Da dicembre tutti sanno che il colore di quest'anno è il Marsala.
Elegante, caldo, vibrante, corposo, vellutato e sexy. Per tutto il 2015 prepariamoci a un design che attingerà a piene mani da questo colore con tanta personalità.
Perchè il Marsala?
Pantone ha scelto questo come colore dell'anno perchè è appealing per donne e uomini, è pieno di cuore, ha in sè quella trama avvolgente tipica del vino liquoroso da cui prende il nome. Emana un'aura terrea, è sofisticato, naturale, stiloso e sì, molto gustoso.
Proprio così, gustoso. Porta con sè il bagaglio sensoriale di ogni colore che prende il nome da un cibo.
È stato scelto come colore dell'anno perchè si abbina a molte carnagioni diverse ed è quindi ideale per il make up, ma il suo calore ricercato lo rende perfetto anche per l'interior design. Inoltre, la sua raffinatezza gli permette di essere declinato in tutto ciò che è fashion.
Sinestesie e contaminazioni sensoriali
Ancora una volta Pantone riesce a dare vita ai colori abbinandoli ai cibi.
Non è una novità che Pantone sia in grado di dare personalità alle sue chips con un'anima "naturale", ma in casi come questo abbiamo a che fare con una sinestesia coinvolgente a più livelli.
La questione nasce sempre dalla capacità di dare un nome alle cose.
In molti casi Pantone non si limita ad una catalogazione asettica, ma dà personalità ai colori con una contaminazione sensoriale potente: non parliamo più di warm grey, pale blue o light green.
I colori vengono chiamati evocando gli oggetti reali, in questo caso i cibi.
Ne deriva un mix sensoriale che unisce vista e gusto, abbinando la chip a un nome che costruisce tutto un mondo e moltiplica la forza comunicativa del colore stesso.
Nella percezione visiva dei cromatismi c'è una contaminazione gustativa che è in grado di dare corpo e sostanza ai toni.
In linguistica, la sinestesia è una figura retorica che prevede l'accostamento di due termini appartenenti a piani sensoriali diversi: lo stesso accade con le chips Pantone come il Marsala: l'astrazione diventa concreta.
Il contrasto più grande sta proprio in questo: una catalogazione colore rigorosa e oggettiva si traduce in una suggestione imputabile alla percezione soggettiva di ognuno, anche se incorporata in un bagaglio culturale definito.
Colazione Pantone
Ma il Marsala è solo un esempio dell'oggettivazione sensoriale dei colori: abbiamo provato a fare un esercizio creativo e immaginare una "tavola imbandita digitale" su cui sono posati tanti cibi diversi.
Molti colori sulla nostra tavola sono catalogati con il nome dell'alimento a cui appartengono: oltre la codificazione, oltre la sequenza di numeri e lettere, il colore si fa anima e diventa concreto.
Abbiamo immaginato una colazione coi colori Pantone. C'è tutto quello che vogliamo: un caffè bollente, un cappuccino schiumoso con tanto di croissant e succo d'arancia. E ovviamente anche la frutta.
Fermi tutti. E se non fosse una colazione?
E se avessimo voglia di una sangria?
Beh, le arance e le pesche le abbiamo, la vaniglia anche. E il Marsala, no, quello non ci manca di sicuro.
Cosa ci aspetta nel 2015
Le tendenze di questo nuovo anno sono legate alle nuances naturali, di una quotidianità semplice, quieta, soft. Tinte pastello ispirate ai cibi, agli elementi della terra, alle stoffe antiche. Tenui, delicati: albicocca, grigioperla, rosa carne, arancio pallido.
Nel 2015 il colore ritorna alle origini.