Già da qualche settimana alcune associazioni di editori francesi sono sul piede di guerra contro Eyeo GmbH, casa produttrice del programma AdBlock Plus, usato in tutto il mondo per bloccare i messaggi pubblicitari su internet. A minacciare di ricorrere alle vie legali sono la GESTE, un'organizzazione di editori di contenuti e servizi online, e IAB France, Interactive Advertising Bureau.
Questa situazione porta alla luce un'evidente criticità nel mercato pubblicitario che ancora molti si ostinano ad ignorare. Se un gran numero di utenti ha deciso di bloccare fastidiosi pop-up o pre-roll su YouTube diviene chiaro che parte della questione scaturisce proprio nella pervasività dei contenuti promozionali. Purtroppo sono ancora in pochi a comprendere l'entità del problema.
AdBlock: lo stato dell'arte
Quante volte vi è capitato, aprendo un sito, che spuntassero 5 o 6 finestre di interstitial? Utilizzare AdBlock Plus non significa per forza essere schierato ideologicamente contro tutti i messaggi pubblicitari. Tuttavia, nella maggior parte dei casi pop-up e animazioni, oltre che essere fastidiosi, rallentano il computer.
Secondo il report 2014 di Page Fair in collaborazione con Adobe gli utenti che fanno uso di AdBlock sono circa 144 milioni in tutto il mondo con una crescita del 70% tra giugno 2013 e giugno 2014. La maggioranza degli adblockers si è detta favorevole a ricevere formati annunci meno invadenti, sebbene abbia fermamente criticato forme pervasive come i pop-up e gli interstitial.
Acceptable Ads Manifesto
Dal canto suo, Eyeo GmbH ha dato vita all'Acceptable Ads Manifesto, una sorta di vademecum per il buon pubblicitario.
- Una pubblicità accettabile non è fastidiosa.
- Una pubblicità accettabile non interrompe né distorce il contenuto della pagina che stiamo cercando di leggere.
- Una pubblicità accettabile ha una forma che ce la fa riconoscere come contenuto pubblicitario.
- Una pubblicità accettabile è efficace senza urlarci addosso.
- Una pubblicità accettabile è appropriata per il sito in cui stiamo navigando.
Insomma, per essere inseriti nella whitelist bisogna rispettare questi parametri. Per siti e blog di piccole e medie dimesioni questo procedimento è gratis. Ma chi è che decide? Siamo sicuri che il compito spetti ad un'azienda privata? Ricordate google e il diritto d'oblio?
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AdBlock è solo la punta dell'iceberg. Se le agenzie e i media planner continueranno ad ignorare il problema non basteranno le vie legali contro una sola azienda a salvare il mercato pubblicitario.