Si è da poco conclusa l'edizione 2015 milanese della Social Media Week, dedicata questa volta alla mobile class e che come ogni anno porta con sé nuova linfa, qualche interrogativo e (veri o presunti) trend.
Noi ci siamo molto divertiti a partecipare, ad "annusare" l'aria ed a cercare di capire come si evolverà il settore digital da qui a qualche anno, complici le infografiche create da Marketing Profs e Venture Beat: insomma, dove stiamo andando?
Lavoreremo smart (quando avremo la tecnologia per farlo)
Anche se probabilmente per alcuni non è una grande novità, lo smart working è una delle next big thing che influenzeranno il nostro MO nei prossimi anni. Vi snoccioliamo subito qualche dato comunicato durante la SMW da Citrix, che ha intervistato 1200 italiani tra i 25 e i 54 anni, tutti lavoratori e tutti connessi a Internet: che ci crediate o no solo il 7% pensa che questo fenomeno possa portare benefici alla propria occupazione, e di questi è appena il 19% a lavorare in modalità flessibile o da remoto. Nonostante questo l’81% di loro ritiene questa eventualità interessante in quanto potrebbero beneficiarne la famiglia (secondo il 27% gioverebbe soprattutto a genitori con figli piccoli) e la sfera lavorativa (7%). L'ostacolo, secondo il 36% degli intervistati, è rappresentato dall'assenza della tecnologia necessaria.
Foto by Giulio Mazzi: giuliomazzi.com
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L'utente sempre più al centro di tutto
Lo confessiamo: abbiamo sentito così tante volte le parole utente, consumatore, user da temere di impazzire. Eppure, è giusto che sia così: in un mondo in cui basta Facebook per connettersi con le aziende, nel quale siamo tutti potenziali influencer della rete e dove è sufficiente utilizzare un qualsiasi media per far sentire la propria voce decidendo le sorti di un marchio, è fondamentale fare online listening, andare incontro (se non anticipare) le necessità della clientela, tradurre i bisogni manifestati in nuove opportunità ed offrire esperienze di acquisto sempre più emozionali e sorprendenti. E, contemporaneamente, è indispensabile fare attenzione a ciò che si dichiara e condivide perché la rete non dimentica e l'utente (sì, sempre lui) è perennemente connesso; non solo, pare che l'83% di chi ha vissuto un'esperienza negativa con un brand non torni mai più. Come rimediare? Offrendo un social caring continuo, perché le problematiche non si verificano solamente dalle 9 alle 18 e, con la presenza di smartphone e device i tempi di attesa si sono drasticamente ridotti.
Foto by Giulio Mazzi: giuliomazzi.com
Droni e privacy: come ci tuteleremo?
Se si parla di droni, sarà impossibile non tirare fuori anche l'argomento privacy. Eppure ci sono buone probabilità che, proprio in questo momento, ci sia un bel drone che sta sorvolando il luogo in cui ci troviamo. Non solo, il loro numero è destinato ad aumentare, perché gli usi sono più di quelli che si possa pensare. Alla SMW Romeo Durscher, director of education della società cinese Dji ha spiegato l'utilità dei piccoli aeromobili che, si ipotizza, nel giro di 3-5 saranno diffusi come gli smartphone ed effettueranno operazioni che variano dalla consegna dei pacchi Amazon allo scattare foto utilizzandoli come oggetti da polso, ma che comprendono anche la loro presenza nelle zone di pericolo sostituendo l'uomo o aiutando i bambini affetti da autismo.
Un sondaggio effettuato da Ipsos/Reuters negli USA il 73% delle persone vuole che il loro uso continui ad essere regolamentato da una legge, il 64% non vuole che il proprio vicino ne abbia uno e per il 50% dei genitori va bene usare i droni per sorvegliare i figli, mentre è contrario al loro utilizzo da parte dei media.
Ed è proprio il tema privacy a costituire, come sempre, una delle aree più spinose quando si parla di web. Alla conferenza “Internet Bill of Rights: i cittadini alla prova della Carta dei Diritti di Internet”, durante la quale sono intervenuti Paola Bonini (Hagakure), Daniele Manca (Corriere della Sera), Anna Masera (Responsabile Comunicazione Camera dei Deputati), Carlo Blengino (Ricercatore, Nexa Center) e Guido Scorza (avvocato) si è presa in analisi la carta dei diritti, già in discussione da qualche mese (la consultazione si chiuderà a marzo ed è partita ad ottobre). Nato nel 2006 il progetto ha visto fino ad oggi l'inserimento di 14 articoli di legge redatti con la collaborazione di parlamentari e giornalisti, che hanno contribuito a formare quella che comunque “è solo una traccia provvisoria che ciascuno può commentare online”, come evidenziato da Masera.
Foto by Giulio Mazzi: giuliomazzi.com
Un 2015 ancora più digitale!
Tra smart working, droni, digital experiences e molto altro ancora il digitale - in linea con tutti i trend nazionali e internazionali - continuerà la sua avanzata inarrestabile. E la Social Media Week Milano 2015 si è confermata un evento inspiring sotto questo punto di vista. Aziende, persone e marche saranno pronte a questa immersione?