Assumere un copywriter? Un'ottima idea per qualsiasi tipo di business, dalla startup alla grande azienda passando per le piccole medie imprese italiane.
Tutti, nessuna eccezione, meritano contenuti di qualità.
Peccato che apparentemente la categoria lavorativa più ricercata nel mondo web siano i cosiddetti smanettoni, i programmatori, chi produce contenuti testuali sì, ma in PHP.
Non sono solo i recruiter e i founder di startup ad avere la fissa per gli sviluppatori, e non solo in Italia, ma ovunque.
Scene epiche come quella di Steve Ballmer, ex CEO di Microsoft, ad un convegno mentre grida "developers, developers, developers" agitandosi come un pazzo, confermano quanto siano ruoli e professionalità più che fondamentali per la new economy.
Ma perché allora non dovrebbero esserlo anche i copywriter? Chi sceglie studi classici, legge per passione e scrive per professione.
Eppure content is King si dice, perchè non dovrebbe quindi essere il content editor ad essere il ruolo più ricercato nella nuova economia basata sulle interazioni social?
Gli sviluppatori sanno scrivere codice, ma al contenuto quindi chi ci pensa?
I grafici.
Prima della nascita dei social media manager esisteva una chiara distinzione tra art e copy nel gergo pubblicitario, per distinguere chi si occupava della parte grafico-creativa rispetto a chi si occupava dei contenuti.
LEGGI ANCHE: Art director Vs Copywriter: l’eterna battaglia a colpi di illustrazioni
Con l'avvento dei social network, le figure si sono sempre più sovrapposte, richiedendo ai giovani una formazione più ampia, multidisciplinare. In pratica da un lato una formazione classica per la parte di cervello che si occupa di contenuti, dall'altra una parte più progettuale per l'emisfero che si occupa del visual. Se poi si conosce anche un po' di html, si sa scrivere un po' di codice, magari qualche nozione SEO per essere nelle prime posizioni di Google search, tutti i recruiter sono più contenti.
La presunzione di saper fare o di voler unire diverse professionalità all'interno di un unico ruolo hanno portato tagli soprattutto nel mondo della scrittura, perché si pensa che sia più facile per un grafico o un web designer diventare anche copywriter piuttosto che il contrario.
Errare humanum est, ma rileggere sarebbe meglio
Io sono la prima a fare un sacco di errori nei miei articoli, a volte rileggendoli mi domando come sia possibile che nessuno si è accorto di tali fesserie, nemmeno il corretto automatico di Wordpress.
Ma mi domando seriamente come sia possibile che, rendering e Verybello a parte, capitino in luoghi pubblici cartelloni che pubblicizzano l'esposizione universale con errori talmente palesi che mi sembra evidente che anche la stessa EXPO2015 abbia bisogno di un buon copywriter.
Errori che costano cari ai brand, molto più cari che assumere un copywriter.
Assumere un copywriter per comunicare. Saper comunicare è un'esigenza delle aziende a prescindere dalle dimensioni. Comunicare con i propri clienti o utenti è faticoso, per non parlare della continua sfida per essere in prima posizione su Google, possibilmente gratis. Servono contenuti di qualità, serve assumere un copywriter.
Chiamatelo copy, chiamatelo editor, contributor, content editor, seo copywriter, blogger, chiamatelo come volete, ma chiamatelo, anzi assumetelo.
I 5 buoni motivi per assumere un copywriter
Vengono dall'America i cinque motivi per cui assumere un copywriter è sempre un'ottima idea. Motivazioni accompagnate da esempi di brand illustri come Apple e Nike.
A dire il vero l'articolo da cui nasce questa riflessione si riferisce principalmente al mondo startup. Ma se vale per una startup, vale anche per un'azienda, e ovviamente per un'agenzia pubblicitaria.
1. La storia dello Swoosh di Nike
Il copy del celeberrimo logo Nike è forse addirittura più famoso del logo Swoosh stesso. Se è vero che "great copy defines great brand" non possiamo che riferirci ad uno dei marchi più globali come ottimo esempio di importanza del copywriting. Fu infatti per caso che nacque il logo di Nike, quando una studentessa di graphic design incontrò Phil Knight, professore alla Portland University, che successivamente creò proprio l'azienda di sneakers più famosa al mondo.
2. Keep it simple
"Great copy inspires trust and set standards". Il senso di questa seconda motivazione è che il contenuto che definisce un brand diventa in automatico una promessa per il consumatore, la storia che si vuole raccontare e soprattutto il beneficio che il cliente otterrà.
Dopo Nike, la storia del copy più diretto e semplice della storia è di un altro brand globale, il "it just works" di Apple.
3. Ottimi copy diventano carburante per il marketing
Un buon copy può diventare uno strumento essenziale per il marketing di un'azienda, una startup o un libero professionista per il proprio personal branding. Secondo le teorie lean di Steve Blank, facendo riferimento ad una startup o impresa innovativa, è importante considerare il marketing al pari dello sviluppo prodotto, e di conseguenza il copywriting.
4. If everybody looked the same we'd get tired of looking at each other
Una canzone dei Groove Armada per inneggiare la diversità.
I copy migliori sono quelli che si differenziano dagli altri. La prima volta in cui li leggiamo non ci ricordano quella vecchia pubblicità di qualche anno fa, ma ci stupiscono positivamente per la novità. Tornando ad Apple, o meglio a Steve Jobs e il suo "Think Different" si è rivelato un'arma più che vincente per il suo ritorno a Cupertino, distaccando completamente la Apple da tutti gli altri concorrenti.
5. Dopo il keep it simple, c'è anche il keep it fresh
Essere diversi ma obsoleti è inutile, a questo punto meglio essere una copia ma attuali, moderni e dirompenti, piuttosto che originali ma che nessuno comprende.
Novità e velocità sono tutto oggi, per questo si parla sempre di più di real time marketing. E tutti noi sappiamo quanto scrivere velocemente comporti tanti refusi nel testi, ma se si lavora con professionisti questo genere di problemi non si verificano nemmeno.
Il Digital Content Lab di Milano il 10 e 11 Aprile
Non c'è posto ed opportunità migliore per approfondire le conoscnze di copywrting e scrittura digitale, se non attraverso il più famoso copy d'Italia, il pluripremiato a Cannes Bruno Bertelli, docente del laboratorio di Ninja Academy, il digital content lab.
16 ore con il creativo più premiato d'Italia, per capire ancora meglio il ruolo del copywriter, ora content manager. Vi aspettiamo.
E invitiamo ogni azienda, agenzia o startup a riconsiderare l'importanza dei contenuti ed #assumereuncopy .