Quando si parla di content marketing a tutti viene subito in mente la scrittura di post, la ricerca di fonti e immagini, insomma il divertimento del processo creativo. A nessuno vengono mai in mente calendari, orari e attente pianificazioni: eppure qualsiasi strategia vincente di content marketing ha alle spalle un piano editoriale di successo.
Forse non tutti sanno che non esiste un solo tipo di piano editoriale, ma addirittura tre, come riportato da CoSchedule. Li analizzeremo per definire le best practice di ciascuno, creando le basi di un solido content marketing.
Calendario generale
Per avere sempre chiari i focus e gli argomenti importanti per il proprio pubblico. Bisogna sempre avere uno scopo, e un calendario generale permette di definire, anche se vagamente, il tipo e il numero di contenuti da pubblicare per perseguirlo.
Il calendario generale andrebbe rivisto in media ogni cinque mesi, per misurarne gli effetti e pianificare nuovi contenuti in base alla reazione dei lettori.
Per tutte le fasi del piano editoriale, immedesimarsi nell'utente è una buona mossa, ma nello stabilire il calendario generale è particolarmente importante capire perché il proprio target sarebbe disposto a condividere i contenuti che proponete:
- Desiderio di condividere contenuti di valore: l'headline e le call-to-action saranno vitali nella scelta di qualsiasi contenuto, quindi pensatele per tempo.
- Voglia di definire se stessi: è importante pensare in anticipo non solo al proprio target generale, ma anche alle diverse tipologie che lo compongono. Bisognerà quindi tener conto in via anticipata dei possibili contenuti da creare.
- Sentirsi coinvolti: nella stesura iniziale di un piano editoriale sarà necessario anche definire le politiche riguardanti la gestione di feedback: se e quando rispondere ai commenti, come fare moderazione, come analizzare le risposte.
Calendario dei contenuti
In base agli argomenti decisi si può decidere che strategia portare avanti: post sui blog, e-book, video, webinair, eventi e così via. Si può poi dunque scegliere una data specifica. Questo processo può essere svolto almeno due volte dentro uno stesso periodo di definizione del calendario generale (quindi al massimo ogni tre mesi).
Per quanto riguarda la parte più creativa a cui facevamo riferimento all'inizio del post, dei buoni suggerimenti per rendere un contenuto più condivisibile li dà Socialmouths.
Se definendo il calendario generale avevamo chiarito l'importanza di avere uno scopo e perseguirlo, bisogna anche puntualizzare che spingere il brand è legittimo, ma esagerare è controproducente e porta ad una comunicazione unidirezionale.
Da un punto di vista tecnico, invece, è interessante vedere come per i post sui blog (spesso ridotti all'osso per motivi di SEO), la dimensione conti: post più lunghi danno modo di inserire keyword più lunghe, e di valorizzare le immagini che riescono ad incrementare l'engagement.
Calendario di distribuzione
Quest'ultimo è il calendario di riferimento per ogni social media manager che si rispetti. È la parte che concerne la definizione di date e orari precisi per messaggi sui social media, email e newsletter.
Inoltre se esistono social diversi significa doverli usare in modi diversi: ogni contenuto dà il meglio di sé sulla piattaforma più adatta. Sia come tipologia di contenuto che come momento di pubblicazione.
Inoltre, benché vada bene postare più volte lo stesso contenuto, soprattutto se ha avuto successo, non bisognerebbe usare sempre le stesse parole. Bisognerebbe cambiare parole, citazioni, idee chiave.
E voi? Adottate un piano editoriale, o la vostra strategia di content marketing è basata esclusivamente sul real time marketing?