Il tempo, ecco forse la risorsa di maggiore valore che resta oggi. È innegabile, viviamo infatti in una società sempre più frenetica e legata a trend che finiscono ancor prima di iniziare, stretti nella morsa del real-time. Così vale anche per la comunicazione, più che mai spinta a presidiare in modo sistematico l'oggi, anzi l'adesso. Colpa o merito soprattutto del web e dei social, strumenti che fanno dell'immediatezza una delle loro migliori caratteristiche.
In un contesto del genere immaginare un'app che si "riprenda" il tempo, permettendo di inviare messaggi anni ed anni nel futuro sembra davvero un'antitesi. Questa antitesi si chiama Incubate: The Time-Delay Messenger, un'applicazione che si pone una mission ambiziosa quanto complessa: restituire valore e dignità al tempo ed al suo incessante trascorrere. Incubate, lanciata questo mese, permette agli utenti di inviare testi, foto, video e messaggi vocali, ma con una singolare ed unica particolarità: che non verranno consegnati fino ad un tempo predeterminato dall'utente (il limite è di 25 anni nel futuro).
Un buon diciottesimo compleanno inviato da un nonno che non c'è più, un video folle del periodo del liceo rivisto a 40 anni, i messaggi di un genitore che a causa di una malattia potrebbe non esserci nei momenti chiave del proprio figlio, il "ti amo" detto alla moglie quando ancora solo fidanzati. Gli utilizzi come potete comprendere sono molteplici quanto affascinanti, arricchiti da una caratteristica unica nel mondo d'oggi, la gratificazione e la sorpresa di saper attendere.
L'utilizzo è semplice e diretto: si realizza il messaggio e questo viene "incubato", nell'attesa di essere consegnato al momento giusto. Tranquilli, non c'è bisogno di regalare un iPhone al vostro bambino di pochi anni, basta legare la nursery (il luogo dove i messaggi "aspettano") ad una mail e poi sincronizzare il suo telefono quando abbastanza grande da averne uno.
Incubate punta ovviamente sul valore emozionale che un messaggio inaspettato proveniente dal passato ha, un valore emozionale che per i fondatori resta l'elemento chiave dell'app. "Ognuno ha la necessità di inviare un messaggio in cui l'elemento tempo sia strategico, che lo sappiano o no," ha detto il co-fondatore Michael McCluney.
Un'idea certamente originale nel panorama odierno delle app, con un unico e grande quesito: tra 25 anni useremo ancora applicazioni e smartphone?