Il 30 marzo è stato lanciato in pompa magna il nuovo servizio di streaming made in USA, subito soprannominato l'anti Spotify, con il supporto di tutto l'universo musicale americano. Capofila del progetto Tidal il musicista e produttore Jay-z, a fianco di Madonna, Kayne West e Chris Martin; peccato che a meno di un mese dal lancio non si parla più di Tidal ma di Tidal fail.
Galeotto fu il profilo blu
La trovata pubblicitaria che ha fatto più discutere ed ha creato più buzz intorno a Tidal fail, sono stati i big della musica che per i giorni precedenti al lancio del servizio hanno twittato con foto del profilo azzurre, invitando tutti ad utilizzare l'hashtag #TIDALFORALL e cambiare la propria immagine.
Da Chris Martina a Rihanna, nessuno escluso, compresi i Daft Punk, che per l'occasione hanno girato un video e sono stati presi a male parole dai propri fan che non hanno per niente apprezzato la trovata pubblicitaria.
Tidal fail: l'evento lancio
Il lancio ufficiale del servizio, che si differenzia da Spotify principalmente per due motivi, introduce due grandi novità: dal lato utente per la qualità della musica, in termini di alta definizione, dal lato dell'artista per un riconoscimento di royalties più alto.
Una conferenza stampa che nemmeno agli MTV Movie awards, per annunciare come il mondo della musica si sia coalizzato contro il servizio di music streaming come Spotify. L'obiettivo di Jay-z and friends è riconoscere più royalties agli artisti, ma dal punto di vista dell'utente, non è ben chiaro perchè dovrebbe passare da un servizio gratuito ad un servizio a pagamento.
I primi segni dell'insuccesso
Oltre ai Daft Punk che da subito avevano preso le distanza della app per rimanere fedeli ai loro fan, il Tidal fail ha preso sempre più forma dopo l'uscita dalla top 700 Apple Store.
Un peccato davvero, che ha oltretutto visto diversi amici del rapper più famoso d'America essere letteralmente abbandonato con un cerino in mano. Proprio Kayne West, amico e socio numero uno del marito di Beyonce, ha addirittura ben pensato di eliminare tutti i tweet in cui citava e pubblicizzava Tidal. Poco male perchè comunque il suo nome è associato al servizio e il web è intasato di sue foto.
Fail fast
Uno dei primi consigli per le startup, e non possiamo considerare Tidal in altro modo, nonostante sia stata finanziata per centinaia di miglia di dollari, è fail fast.
Per fail fast intendiamo il concetto che anche per fallire è meglio fallire velocemente, se una cosa non funziona, si cambia, fail fast and shift, cambiare mercato, cambiare offerta, l'importante è cambiare e non restare focalizzati su una soluzione che non funziona.
E poi certo, scegliersi meglio i soci la prossima volta, ricordandogli che è ancora in tempo ad iscriversi al corso di Startup Management della Ninja Academy.