Il 12 maggio il WWF ha lanciato una nuova campagna di beneficenza dal nome #EndangeredEmoji, e da come si può intuire l'idea si fonda tutta sulle amate/odiate emoji, che fruttano sempre un sacco di risultati in termini di engagement nelle conversazioni.
Si pensi che ogni giorno vengono inviate più di 200 mila Emoji. Un esempio della loro efficacia? Il matrimonio di Andy Murray, famoso tennista e Global Ambassador del WWF, avvenuto un mese fa, il quale ha usato le emoji in un tweet per celebrare il lieto evento. Il risultato? Più di 14.000 retweet.
II WWF ha intuito le potenzialità dello strumento, e forte anche di una facile identificazioni delle emoji stesse con le specie a rischio (es: l’elefante asiatico, il panda gigante, la tartaruga verde) ha provato a lanciare un hashtag: #EndangeredEmoji.
La meccanica dell'iniziativa è semplice: basta ritwittare questo tweet del WWF (o condividerlo dal sito dedicato all’iniziativa) e per ogni emoji che il partecipante invierà, il WWF aggiungerà 10 centesimi alla donazione mensile.
A fine mese chi ha partecipato potrà decidere se donare l’importo raggiunto o un’altra cifra.
Adrian Cockle, il Digital Innovation Manager del WWF, ha dichiarato: “Quando si organizza una raccolta fondi, è essenziale dare alla gente un modo semplice per donare. Attraverso l’uso di una delle piattaforme social più utilizzate, speriamo di mettere in evidenza il problema delle specie a rischio di estinzione e di raccogliere fondi vitali alla loro conservazione, sensibilizzando le persone su questo tema fondamentale”.
Chi l'avrebbe mai detto che anche un’emojì può cambiare il mondo?
E tu la userai per salvare il tuo animale preferito?