In ogni angolo di mondo, gli italiani sono riconoscibili per un certo numero di stereotipi: parlare a voce alta, indossare sempre gli occhiali da sole e, soprattutto, gesticolare. Cliché o verità, è innegabile la capacità di esprimersi e parlare con le mani. Un po' più difficile, invece, risulta l'interpretazione dei gesti ad occhi stranieri.
Non sono, forse, sufficienti le parole? Può un gesto sostituire una parola? Domande che si ripropongono, con una nuova veste, anche nel mondo digital. Come mutano e si arricchiscono le nostre conversazioni online attraverso il supporto di contenuti visivi, audio e di quelle criptiche e immancabili emoji? Come hanno davvero mutato il nostro modo di comunicare questi simboli colorati, stilizzati ed universali?
Nuovo linguaggio digitale?
Hanno fatto irruzione nella nostra routine, tra le conversazioni istantanee di whatsapp, la condivisione di contenuti sulle piattaforma social, le interazioni via email, arricchendo e creando nuovi grattacapi nel modo di comunicare online. Stiamo parlando delle emoji: quei simpatici e, a volte, enigmatici simboli creati e diffusi alla fine degli anni Novanta nel Paese del Sol Levante. Giapponesi di nascita (il termine deriva, infatti, da e, "immagine", e moji, "carattere") adottati e amati dal mondo occidentale dall'ottobre del 2011, quando, per la prima volta Apple decide di introdurre una keyboard internazionale dedicata all'interno di iOS 5. In pochi anni, le emoji hanno stravolto il nostro modo di interagire e comunicare, creando nuovi codici nelle conversazioni private e accompagnando i contenuti condivisi sui social, inaugurando un vero e proprio neo linguaggio digitale.
Recentemente, Instagram ha condiviso alcuni dati riguardanti la condivisione di contenuti all'interno della piattaforma, riscontrando come quasi la metà dei contenuti condivisi contengano emoji, tanto da poter consentire agli utenti di inserirle nei propri hashtags, mutando anche il modo di ricercare e taggare contenuti. Ricorrendo, invece, all'Emojitracker è possibile dare un'occhiata al ricorso di emoji che avviene in tempo reale su Twitter. Insomma, il linguaggio digitale sembra essersi evoluto ed arricchito di una nuova forma espressiva che si adegua ai ritmi rapidi e veloci del web.
Perchè utilizzare le emoji? Per risposte rapide, rebus o per esprimere in modo differente un concetto, questi "simboli ideografici" dimostrano come linguaggio, comunicazione e cultura possano essere influenzati dalla tecnologia digitale ed evolversi insieme ad essa. C'è chi, qualche anno fa, ha persino provato a tradurre un classico della letteratura: con Emoji Dick, Fred Benenson lancia una campagna su Kickstarter per raccogliere adesioni e rivisitare l'opera di Melville nel linguaggio immediato delle emoji. Sareste curiosi di leggerlo?
Emoji: odi et amo
"Doppiogiochismo", "divorziandi", "inciucio": termini che, fino a qualche anno fa, non avremmo ritrovato tra le pagine del dizionario italiano. Eppure la lingua non smette mai di mutare, di arricchirsi e di ricercare nuove parole per indicare e descrivere fenomeni sociali e cambiamenti culturali, adattandosi all'esigenza di comunicare dell'uomo e ai device tecnologici che si innestano nelle nostre vite. Se le emoji rappresentino un arricchimento o un impoverimento del linguaggio digitale non può essere decretato in modo certo e inequivocabile, ciò che ne definisce la propria natura (malefica o salvifica che si voglia) è nell'utilizzo che si decide di farne, così come avviene per i media. Il rapporto tra linguaggio e media è, da sempre, molto stretto. Ogni medium tende a generare un proprio linguaggio comunicativo che ne identifica le proprie caratteristiche e rivisita i registri linguistici veicolati da media precedenti.
Uno dei comunicatori per eccellenza, aka Marshall McLuhan, ha spesso riflettuto su quanto ogni nuova tecnologia abbia, in ogni secolo, stravolto il modo di pensare, muoversi e comunicare dell'uomo, rendendo il mutamento "la sola costante della nostra vita". Volgendo lo sguardo al passato, come fa proprio lo studioso canadese, ci rendiamo conto di quanto la storia dell'umanità sia intrecciata alle tecnologie della comunicazione e di quanto i media abbiano avuto un ruolo determinante nella strutturazione dell’organizzazione umana, sotto molteplici punti di vista. I media mutano e, contemporaneamente, trasformano il nostro modo di comunicare, di raccontarci, di comprendere il mondo che ci circonda.
Le emoji si presentano come un nuovo sistema linguistico digitale, quasi come pittogrammi moderni che ci aiutano ad esprimere in modo immediato cosa proviamo, cosa stiamo facendo o con quale tono vorremmo pronunciare il messaggio che abbiamo appena inviato.
Parole, parole, parole...
Può, quindi, un gesto sostituire una parola? Può farlo, invece, un emoji nel mondo digital? Non si tratta di sottrazioni o impoverimento della lingua, ma di un'ulteriore risorsa a disposizione dei digital addicted. La gestualità, così come le emoji, non sostituisce ma arricchisce il nostro modo di comunicare. Perchè limitarsi ad una parola se possiamo usare tutto il corpo? Perchè ricorrere unicamente ad espressioni come "lol" quando esiste una emoji che può esprimere la nostra risata in modo semplice e diretto?
Provate a tenere ferme le mani mentre parlate. Provate a non utilizzare nessuna emoji nelle vostre interazioni digitali. Quale sarà il risultato? Potrete comunicare in tutti i casi, potrete esprimere i vostri punti di vista, commentare, dare indicazioni, condividere il vostro stato d'animo o le vostre azioni in tempo reale con le vostre reti di amici online. Eppure, potreste sentirvi privati di una risorsa comunicativa efficace e rapida, di un linguaggio parallelo che aggiunge sfumature o muta il significato delle parole.
In un modo così mutevole e rapido come quello digitale, nel quale tutti i contenuti (dall'informazione al gossip, dagli highlights di un match agli spoiler della serie tv del momento, dalle dichiarazioni d'amore condivise nelle conversazioni private ai sentimenti ostentati sui social), si diffondono con rapidità, le emoji diventano sinonimo di istantaneità e carica espressiva, in grado di definire il tono di una conversazione, assumendo la valenza di uno sguardo, un sorriso e del linguaggio del corpo, elementi che si perdono nelle interazioni mediate.
I detrattori e i sostenitori più accaniti per un mondo libero da emoji potrebbero ricordare ed elencare numerose situazioni imbarazzanti, equivoci e fraintendimenti. A chi non è capitato, infatti, di fissare lo schermo del proprio smartphone alla ricerca di un'ispirazione improvvisa per comprendere il significato di una emoji o, magari, di stravolgere il significato originario di una emoji ed utilizzarla in modo del tuo tutto diverso da quello per il quale è stata concepita? Ecco che le domande fondamentali dell'uomo digital si arricchiscono di nuovi interrogativi... Un linguaggio dai significati molteplici, da costruite, reinventare e comprendere: le emoji restituiscono alla comunicazione online un aspetto più umano, fatto di gestualità, toni ironici e sentimenti da esprimere senza fare ricorso alle parole.
Colorate, stilizzate, universali e riconoscibili: sono queste le caratteristiche che rendono le emoji sempre più diffuse non soltanto nel mondo digital. Recentemente, infatti, durante la People's Climate March di Londra, le emoji sono diventate un efficace metodo di dissenso, rivisitando in chiave innovativa ed immediata i classici slogan di protesta.
Una rivoluzione dei linguaggi tradizionali che evidenzia quanto la linea di demarcazione tra mondo reale e digitale diventi sempre più sottile, alla ricerca di una comunicazione sempre più integrata, immediata, semplice ed efficace. Il linguaggio delle emoji aspira al sogno di una comunicazione accessibile e riconoscibile da tutti, che oltrepassa le barriere linguistiche.
Allora, ninjas, cosa ne pensate? Come sarebbero le vostre conversazioni online senza emoji?
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